La conversione: che cos’è?
Invito il lettore a scoprire il significato di conversione attraverso il seguente racconto di fantasia. Una storia non banale, da me pensata, per evidenziare i tratti salienti di quello che è un processo, che coinvolge Dio, l’uomo, lo spazio, il tempo, e persone.
Il punto iniziale della conversione di Antonio
O quam tristis et afflícta
Fuit illa benedícta
Mater Unigéniti![1]
Oh, quanto triste e afflitta
fu la benedetta
Madre dell’Unigenito!
Sono le parole di un canto mariano che attirarono l’attenzione di Antonio, più di due mesi fa, mentre passava davanti a una chiesa. Parole che lo avrebbero indirizzato verso la sua professione di fede in Cristo. Era sera e il sole tramontava. Vide un raduno di persone. «Che cosa c’è!!!?», si domandò Antonio. «Mi avvicinai per vedere cosa accadeva. Ero colpito dai gesti accompagnati da un canto bello che non avevo mai sentito, il cui significato non potevo capire perché in una lingua mai conosciuta. Si leggevano una decina di frasi, pronunciate con molto rispetto, lì su un grande schermo di quasi tre metri di lunghezza e due di altezza. Vidi – dice Antonio – in quello schermo, un uomo vestito di bianco. Di fronte a quello schermo, ad una trentina di metri, c’erano uomini e donne in fila. La persona a capo di questa fila portava con sé un “patibolo” a forma quasi di lettera T».
Antonio non sapeva che aveva imboccato la strada della sua conversione. Era molto immerso in questo evento; provava commozione. Diceva in sé: «Al momento ancora non capisco questa scena che mi appare sullo schermo. Perché? Perché vedo un poliziotto, una donna vestita da infermiera e altri personaggi che non riesco ad identificare?».
Chi è Antonio? Dalla “lontananza” alla conversione
Antonio è un giovane, di 32 anni. Nato nel 1988 in un villaggio molto lontano dalla città capitale del suo paese, il Monzambico, una delle cosiddette terre di missione. Aveva ricevuto educazione elementare e secondaria nello stesso villaggio di nome Kasumva; si era infine laureato in medicina. Battezzato nella Chiesa cattolica pochi giorni dopo la sua nascita, non fu praticante per tanti anni, per il fatto che i suoi genitori erano morti mentre era ancora un infante.
Antonio, quindi, non aveva avuto nessuno che lo guidasse nel cammino di fede. Ora Antonio si trovava di fronte ad un evento che non aveva mai sperimentato nella sua vita. Quelle sonorità, quelle parole, lo attraevano. Attivavano conversione, ed invitavano a confessare le parole «Non posso più vivere senza fede in Gesù Cristo». Quel gruppo di persone che Antonio vedeva erano fedeli cattolici che pregavano la via crucis con il Santo Padre Francesco telematicamente. Cantavano lo stesso canto intonato nel video.
La forza della parola di Dio nella conversione
Il silenzio di quel popolo radunato, non era un silenzio vuoto, ma un silenzio che portava all’incontro con Dio. Un silenzio orante. Il silenzio che invita Dio a dimorare nel cuore del suo popolo.[2] «Questa gente radunata – pensava Antonio – fa gesti che non capisco. Le mani giunte e poi si prostrano e si alzano. Hanno lo sguardo fisso verso lo schermo, e la testa un po’ piegata».
Un istante dopo udii queste parole: Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi[3]
L’interrogarsi di Antonio come punto di partenza
Dopo una pausa silenziosa, seguì un’altra lettura. Anche quella toccò il cuore di Antonio. Si chiedeva: «Chi è questo uomo che si è caricato delle nostre sofferenze? Perché? Quali sono le nostre colpe per cui egli è stato trafitto?… ». Un fiume di domande tutte nuove. La metanoia ha le sue strade per ciascuno.
Il ruolo della comunità credente nella conversione
In quel gruppo di persone intorno allo schermo c’era una persona che portava il microfono. Poiché la via crucis con il Papa si svolgeva in italiano, un uomo, buon conoscitore della lingua italiana, traduceva ogni frase: nel Mozambico dove si parla il Portoghese, come seconda lingua, sarebbe stato impossibile capire ciò che era detto in lingua italiana.[4] Ecco, l’espressione nella lingua del posto è fondamentale per la conversione di Antonio.
Alla fine dell’evento, Antonio si avvicinò a quella persona che traduceva. «Sono Antonio»; e stese la mano destra verso di lui. «Sono Carlo, piacere».
Un dialogo breve, in cui Antonio chiese un appuntamento per il giorno dopo; un appuntamento in cui esternare domande. Carlo, infatti, è uomo di fede, colto, ben formato nella dottrina della fede cattolica, catechista che insegna le materie di fede cattolica nella parrocchia. Il catechista Carlo è noto in tutta la sua diocesi per la competenza accademica in materia di fede e la sua affascinante pedagogia; è apprezzato da molta gente. Queste sue competenze saranno messe a disposizione nel processo di conversione di Antonio.
Antonio chiese: «Chi é quell’uomo di cui ho sentito parlare nel vostro raduno che si è caricato delle nostre sofferenze?». «Si chiama Gesù», risponde Carlo. «Sì, Gesù Cristo nostro Salvatore», aggiunse Carlo. «Ma chi è Gesù, questo Gesù Cristo di cui mi parli?». Nel discorrere Carlo, si rese conto di avere di fronte una persona in ricerca.
La pedagogia catechistica nella conversione
Carlo spiegava; istruiva Antonio, che era commosso e molto interessato nel dialogo. Alla fine di quella catechesi, dalla bocca di Antonio, uscì spontanea la frase: «Non posso più vivere senza la fede in Cristo». Era una confessione di fede forte, fatta dopo tanti anni di vita vissuta senza pensare a Dio, pur essendo battezzato. È il punto di non ritorno della sua conversione. Il dialogo tra Carlo e Antonio, evoca quel cammino di Filippo e l’eunuco funzionario di Candace negli Atti degli Apostoli, che alla fine portò al battessimo di quest’ultimo.[5]
È impressionante che ora, già da più di due mesi dopo la sua conversione, Antonio frequenta la chiesa della sua parrocchia. Adesso ha il tempo per lodare Dio e per sé stesso, senza trascurare il lavoro. Antonio ha fatto l’esperienza personale di Gesù che ha cambiato radicalmente la sua vita. Gli è bastato un solo brano della parola di Dio per cambiare la sua vita.
È una situazione che lo ha coinvolto specificamente nella sua persona, una situazione concreta, esterna e interna e lo conduce alla conversione.[6] Davvero, «nell’esperienza il soggetto non può distaccarsi da ciò che vive, nel senso che, fare esperienza di… significa fare esperienza di sé stesso».[7] Non si può copiare l’esperienza dell’altro.È così che la via crucis del Venerdì Santo con il Santo Padre ha potuto scrivere una nuova pagina nella vita di Antonio. Inoltre, Antonio si è iscritto per seguire la catechesi che lo porta a ricevere la santa comunione e il sacramento della cresima.
Verso la conclusione
Malgrado questa nuova vita che vive Antonio, non ha smesso il suo mestiere, anzi per la sua conversione è divenuto più efficiente di prima, capace di ascolto degli altri e collabora bene con i suoi compagni. «Non dimentico mai di pregare a casa», è solito dire, quando racconta la sua storia. Questo è ciò che Papa Francesco nella Gaudete et exsultate chiama «l’attività che santifica».
Per il fatto che Antonio ha fatto la metanoia continuando con il suo lavoro, sottolinea che egli non abbia relegato la dedizione alla vita spirituale e l’impegno nel mondo a un posto secondario, «come se fossero [gli impegni suoi] distrazioni nel cammino della santificazione e della pace interiore.»[8] Ecco, la Parola di Dio non nega il mondo opera alla sua santificazione. La metanoia di un fedele inoltre, è una strada che coinvolge tutta la Chiesa.
La testimonianza di vita data dal Catechista Carlo, contribuendo così a la trasformazione di vita di Antonio, senza dubbio sottolinea per sé bene quel passo del Concilio Vaticano II in Ad gentes, il quale insiste che, la Chiesa non si può considerare realmente fondata senza l’apostolato del laicato autentico. «non può infatti il Vangelo penetrare ben addentro nella mentalità, nel costume, nell’attività di un popolo, se manca la presenza dinamica dei laici…»[9]
Conclusione
In realtà, ogni Venerdì Santo il Santo Padre celebra la via crucis al Colosseo. Luogo dove nei primi secoli della religione cristiana sono stati martirizzati tanti Santi dai Romani. La celebrazione della passione di Gesù in forma di via crucis al Colosseo è una tradizione che sale al settecento voluta da papa Benedetto XIV.[10] Ecco, questo influisce il cambiamento di vita alla fede in Cristo.
Quest’anno, a causa dell’emergenza COVID-19, non si è potuto mantenere tale tradizione. Tuttavia, la celebrazione è stata svolta sulla piazza San Pietro, avendo come partecipanti, la presenza solo del Santo Padre Francesco, i cerimonieri pontefici e altre poche persone per la lettura delle stazioni. Il popolo di Dio nel mondo, secondo le possibilità, ha potuto seguire la diretta TV.
Infatti, i pensieri di Dio non sono mai stati quelli dell’uomo (Is 55, 8-9) e, questo evento, ha facilitato la conversione di Antonio. La discrezione in un piccolo filmato può essere riferito a https://youtu.be/Coe6i4DiPbo.
LIBERATORIA
Le foto e video utilizzati in questo articolo
i. la foto in evidenza l’ho presa dallo schermo che proiettava la via crucis su Youtube di Vaticano TV dal vivo, per l’uso esclusivamente di questo articolo.
ii. La foto nell’articolo è realizzato da me graficamente, unendo insieme varie foto, per l’uso esclusivamente di questo articolo.
iii. Il primo video nell’articolo l’ho preso dal Youtube, è esposto al pubblico.
iv. Il secondo video alla fine dell’articolo l’ho realizzato personalmente per l’uso esclusivamente di questo articolo.
BIBLIOGRAFIA
BIBBIA
Sacra Bibbia, Edizione ufficiale della CEI, Elledici, Herenveen 2010.
MAGISTERO
Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione Lumen gentium, (21 novembre 1964), in Flanery Austin (ed.), Rekha Printers, New Delhi 2010, 715-758.
PAPA FRANCESCO, Esortazione apostolica Gaudete et exultate, Libreria editrice Vaticana, 2018.
STUDI
«Colosseo», in Claudio Rendina (a cura di), Enciclopedia di Roma, I, Newtown & Compton editori, Roma 2005, pp.324-325.
Liturgia delle ore secondo il rito Romano. La preghiera del mattino e della sera, Libreria editrice vaticana, Roma 2005.
Brandys, «Via crucis» in Pio Paschi et alii (a cura di), Enciclopedia cattolica, XII, Casa editrice G. S. Sansoni, Firenze 1954, coll.1348-1349.
Sarah Robert, La forza del silenzio contro la dittatura del rumore, Edizioni Cantagalli, Siena 2017.
Zuccaro Cataldo, Teologia morale fondamentale, Queriniana, Brescia, 2013.
[1] Liturgia delle ore secondo il rito Romano. La preghiera del mattino e della sera, Libreria editrice vaticana, Roma 2005. P. 1836.
[2] Cfr. R. Sarah, La forza del silenzio contro la dittatura del rumore, Edizioni Cantagalli, Siena 2017, pp. 27-28.
[3] Is 53,4-6.
[4] Il termine via crucis sta per indicare «il viaggio che Gesù, carico della Croce, fece dal pretorio di Pilato al Monte Calvario, dove fu crocifisso e morì». Mentre non si sa esattamente l’origine di questa pietà popolare diffusa in tutto il mondo, attribuendola solo tra i secoli XII-XVIII molto probabilmente dai Frati Minori, la via crucis è riconosciuta la sua diffusione da san Leonardo da Porto Maurizio nel corso delle sue missioni per l’Italia (1731-1751).
Per approfondimento si lega M. Brandys, «Via crucis» in Pio Paschi et alii (a cura di), Enciclopedia cattolica, XII, Casa editrice G. S. Sansoni, Firenze 1954, coll.1348-1349
[5] At 8,26-40.
[6] Per l’esperienza dell’incontro con Gesù si legga C. Zuccaro, Teologia morale fondamentale, Queriniana, Brescia, 2013, p.152.
[7] Ibidem.
[8] PAPA FRANCESCO, Esortazione apostolica Gaudete et exultate, Libreria editrice Vaticana, 2018, n.27.
[9] Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione Lumen gentium, (21 novembre 1964), in Flanery Austin (ed.),Rekha Printers, New Delhi 2010, n.21.
[10] Cfr. «Colosseo», in Claudio Rendina (a cura di), Enciclopedia di Roma, I, Newtown & Compton editori, Roma 2005, pp.324-325.