Onorato fu protagonista del monachesi pre-benedettino.
A Fondi riunì attorno a sé, nella Valle dei martiri, altri monaci, desiderosi di vivere una vita ispirata ai consigli del Vangelo.
Formò una Comunità monastica dedita alla preghiera, al lavoro, allo studio, al recupero e alla custodia del patrimonio culturale greco – latino. Fondò il Monastero di San Magno e si dedicò alla bonifica del territorio, alla promozione sociale, favorendo l’agricoltura, l’artigianato, le arti, gli studi.
Come Abate, dovette interessarsi anche della comunità cittadina data la latitanza delle autorità municipali. Di fatto fu la guida civica dei Fondani, oltre ad essere la guida spirituale e morale della popolazione del comprensorio.
Fu impegnato nel restaurare la pace tra le famiglie, la pace tra le opposte fazioni gotiche e bizantine, e nell’aiutare i bisognosi. Si distinse per la sua fede profonda, per il suo spirito di carità, per il suo rigore ascetico e per lo zelo pastorale nel difendere e sensibilizzare ai valori del Vangelo.
L’unica fonte di notizie circa questo santo sono i Dialoghi di Gregorio Magno.
Figlio di un fittavolo del senatore Venanzio, Onorato nacque in un paesello sui monti del Sannio e, fin dalla più tenera età, si distinse, in vista dei beni celesti, per il distacco dai beni terreni. L’astinenza dalle carni fu la sua mortificazione ordinaria.
Si racconta che un giorno i genitori imbandirono un lauto banchetto; rifiutandosi Onorato di mangiare carne per non recedere dal suo proposito di astinenza, i genitori presero a deriderlo, obiettando l’impossibilità di procurargli del pesce su quei monti.
Il Signore però volle premiare la virtù del suo servo fedele, facendo sì che dalla fonte da cui un servitore era andato ad attingere acqua per il banchetto, uscisse un grosso pesce sufficiente a nutrire Onorato per un giorno alla vista di tale prodigio i genitori cessarono di deriderlo.
Crescendo la fama delle sue virtù, il padrone gli diede la libertà ed egli, abbandonati i genitori, raggiunse Fondi e costruì un monastero, raccogliendo sotto il suo governo fino a duecento monaci. Del lungo periodo del governo del santo a Fondi, San Gregorio Magno ricorda un prodigio: l’arresto di un enorme macigno, con un semplice segno di croce e con l’invocazione del nome di Cristo. Senza il suo prodigioso intervento, il monastero sarebbe stato distrutto ed i confratelli sarebbero tutti periti.
Il macigno si ammira tuttora sospeso, senza sostegno, sicché pare sia sempre per precipitare in fondo alla valle.
L’anno della morte di Onorato è situato intorno al 530.
Da Gregorio Magno sappiamo che Libertino, secondo successore di Onorato, risuscitò un fanciullo, ponendogli sul petto una scarpa del santo abate che portava sempre con sé come reliquia. Il monastero, verso la fine del sec. VI, adottò la regola benedettina. Abbandonato, verso la metà del sec. IX, forse a causa delle invasioni dei Saraceni, fu ripristinato al principio del sec. X.
Secondo l’antica Legenda in gotico, che si conserva nell’archivio della chiesa ex-cattedrale di S. Pietro in Fondi, il corpo di Onorato, con quelli di San Paterno e di San Libertino, rimase sepolto per molto tempo nel monastero da lui edificato.
Nel 1215, secondo la testimonianza degli storici locali, sviluppatasi una pestilenza, i corpi di quei tre santi furono trasportati nella cattedrale di Fondi ed il morbo cessò.
Di Onorato, a quanto ancora assicurano gli storici locali, si conserva solo il capo a Fondi nella Chiesa di San Pietro, rinchiuso nella testa del busto in argento del santo, essendo stato trasportato il corpo a Montecassino.
Onorato è patrono principale di Fondi, dove la sua festa si celebra solennemente il 10 ottobre con grande concorso di cittadini dei vicini comuni, richiamati anche dalla fiera di bestiame che si svolge nell’occasione.
Nel Martirologio Romano è iscritto al 16 gennaio.