La GMG a Lisbona 2023 un’esperienza unica, incancellabile e non scordabile

La Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di poco conclusa a Lisbona è stata un’ispirazione di tanti giovani di tutto il mondo. In questo semplice e umile articolo, si cerca di fare una sintesi dei momenti, ispirazioni, condivisioni e percorsi vissuti durante quest’evento storico.

Tantissime persone riunite per lo stesso motivo, fare e vedere gesti di fratellanza, sentire i discorsi del Papa, momenti di preghiera, l’organizzazione stupende del popolo Portuguese. Tutto meraviglioso. Di ciò si poteva immaginare, però non di questa grandezza.

AL Parque Eduardo VII GMG Lisbona 14.jpg

Si noterà che l’esperienza dell GMG sarà espressa non solo dalle parole, ovvero con questi testi scritti ma anche dalle immagini, dai link che portano ad alcuni messaggi originali. Infatti non avrei le parole giuste per esprimere tutto ciò che ho personalmente vissuto, visto che ci sono stato anche Io. l’ho vissuto da vivo, un esperienza unica, incancellabile e non da scordare.

Il Pellegrino Italiano alla GMG

Il servizio nazionale per la pastorale giovanile della Conferenza Episcopale Italiana ha messo a disponibilità dei pellegrini italiani un libretto che doveva dare dei input ossia un itinerario da guidare il giovane Italiano in questa GMG.

Il libretto è stato utile perché non aveva solo indicazioni del percorso da seguire durante le catechesi.  Ma anche, pensieri da riflettere, canzoni basati su temi che ispirano. Infatti contiene orientazione che attira a esplorare la città di Lisbona e cetra.

Ad esempio il libretto con lo scritto Lisbona2023 Explora! Porta queste citazioni tra tante altre:

I giovani sanno abbastanza per essere prudenti, e quindi tentano l’impossibile e lo ottengono, generazione dopo generazione. Pearl S Buck

Il senso della vita è quello di trovare il vostro dono. Lo scopo della vita è quello di regalarlo. Pablo Picasso

Predicate il vangelo, e se è proprio necessario usate anche le parole. Francesco d’Assisi

Messaggi toccati del Santo Padre

I messaggi di Papa Francesco erano chiari, corti e precisi. Il Pontefice che ha continuato e richiamare che la Chiesa dovrebbe essere inclusiva e aperta al dialogo col mondo attuale ha colpito i cuori di tutti nei suoi messaggi e discorsi. Si riportano queste tre frasi che sono state molto sottolineate durante diversi momenti.

Papa Francesco GMG Lisbona

Nel discorso della apertura Il Papa ha parlato a migliaia di giovani radunati per una sola causa. In tutta onestà, si sono messo in risalto questi tre messaggi:

<Siano giorni in cui il tuo nome, il tuo nome, il tuo nome, il tuo nome attraverso fratelli e sorelle di tante lingue e nazioni – vediamo tante bandiere – che lo pronunciano con amicizia, risuoni come una notizia unica nella storia, perché unico è il palpito di Dio per te. Siano giorni in cui fissare nel cuore che siamo amati così come siamo, non come vorremmo essere: come siamo adesso. Questo è il punto di partenza della GMG, ma soprattutto della vita>[1].

La Chiesa non è «la comunità dei migliori» ma «la Madre di tutti»: un approdo fraterno e accogliente per ciascuno, dove vige la logica delle «braccia aperte» e non del «dito puntato», perché tutti — giovani e vecchi, sani e malati, giusti e peccatori — sono importanti e nessuno è «inutile» o «superfluo»[2].

Durante la veglia il Papa ha concluso il suo discorso invitando i giovani che nella vita bisogna allenarsi a camminare sapendo che si può cadere ma ciò che è importante è rialzarsi. Che niente è gratis se non l’amore di Cristo. Ecco!

<Vi lascio questi spunti. Camminare e, se si cade, rialzarsi; camminare con una meta; allenarsi tutti i giorni nella vita. Nella vita, nulla è gratis, tutto si paga. Solo una cosa è gratis: l’amore di Gesù! Quindi, con questo gratis che abbiamo – l’amore di Gesù – e con la voglia di camminare, camminiamo nella speranza, guardiamo alle nostre radici e andiamo avanti, senza paura. Non abbiate paura. Grazie! Ciao!>[3]

La Via crucis; testi e riflessioni commoventi

Questo incontro di preghiera animato visivamente dai giovani ha toccato i cuori. Qualche giovane si è commosso fino al pianto, ha pregato tramite le proprie lacrime. Mettendosi in sintonia e riflessione con l’invito di questa preghiera e percorso di salvezza.

La via Crucis

Il messaggio centrale della via crucis era basato sul testo di Luca 1, 39; <Maria si alzò e si mise in cammino. Gesù imparò da sua Madre: mentre portava la Croce, Gesù dovette alzarsi e rimettersi in cammino. Signore, insegna a noi giovani ad alzarci e andare avanti. Anche quando la vita è difficile>[4].

Si può trovare qui tutto il testo della Via Crucis di Lisbona con Papa Francesco.

Ce l’abbiamo fatta! I giovani di San Giulio a Lisbona e a Tomar

La comunità parrocchiale tramite il Parroco, Padre Giovanni ha dato una possibilità a un ventina di giovani i quali hanno partecipato alla GMG. Siamo partiti da Rome il 31/07/2023 e rientrati l’8/08/2023. Oltre a questo, siamo stati accolti a Tomar dove passavamo la notte e i momenti di catechesi.

Relax, condivisione, incontro, GMG Lisbona 2.jpg

Si parla di un gruppo che ha camminato insieme con lo stesso obiettivo di vivere l’esperienza della GMG con gioia, condivisione, ascolto, pazienza e amicizia, preghiera e comunione.

Durante le nostre condivisioni si è parlato della fratellanza dei popoli riuniti per la GMG. La Preghiera della via crucis era una preghiera extra ordinaria che ha colpito tutti di noi.

Chiara non scorderà la frase che il Papa ha ribadito cioè <L’unica cosa che si può fare a una persona a farlo alzarsi, prenderlo per mano>. La giovane dice che porterà sempre questo messaggio nel proprio cuore.

Arianna una delle responsabili del nostro gruppo ha accennato che attraverso la potenza dello spirito Santo siamo riusciti a passare tra tanti disagi. Ad esempio la paura di partire per una nuova esperienza, affrontare le camminate, fare lunghe file, stare sotto il sole e cetra.

Lei ha detto durante una dei nostri momenti di condivisione e di preghiera che gli ha toccato il gesto di un brasiliano che a lei ha regalato un rosario. Arianna dice che questo è stato un gesto ricordabile e lo porterà sempre con sé. Ha richiamato che conviene riportare l’entusiasmo del GMG a casa, nella parrocchia e che durante la messa ci sia questo entusiasmo.

Riflessione, Condivisione, Ascolto, Preghiera San Giulio GMG Lisbona

In modo analogo, Valerio ha ricordato tanto i momenti di preghiera che abbiamo esercitato, <momenti di Dio tra noi>, quanto come ci siamo comportati! Alla grande! La volontà con cui la gente si è prestata, la volontà, la decisione, la convinzione di fare esperienza e vivere i momenti, tutto incredibile. Le folle, ascoltare, faticare fisicamente anche psicologicamente però la gente ci stava.

In altre parole, abbiamo vissuto segni che parlano senza parola. Soprattutto quando fatti insieme, quando vissuti assieme, hanno fatto la differenza. Dunque, questo è stato il dono e desiderio del nostro gruppo! ecco essere riuniti – fare amicizia.
Ancora di più, Laura e Flavio ad esempio hanno ringraziato lo sforzo del gruppo dicendo;

<Prima di tutto grazie!! Questa esperienza é stata fantastica perché abbiamo fatto un cammino insieme con il Signore ma a volte si faticava ma con il sorriso si andava avanti e ci si sopportava avvicenda> Laura

<Vi ringrazio anche io per questa bellissima esperienza: è stata utile per aumentare il mio spirito di iniziativa e di avventura, caratteristiche che da sempre sto cercando di sviluppare>. Flavio

Camminare insieme, incontro con gli altri San Giulio.jpg

È necessario ricordare che Dio vuole arrivare a qualcuno attraverso di noi, attraverso di me e te. Maria lo fece andando incontro la sua cugina Elisabetta [5] «Si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39).

Si può dire che il messaggio centrale da portare dalla GMG è motivato dalle parole che hanno radici dai discorsi del Pontefice. Brillare non solo se stessi ma essere luce per gli altri. Aiutare gli altri a trovare la loro luce rimane più importante. Il verbo ascoltare al quale ci richiama il sinodo attuale e non avere paura [6]. Queste sono parole da mettere al cuore in modo che siano fecondi e facciano frutti.

Infine

I discorsi del Papa hanno mostrato un grande sforzo della chiesa che cerca sempre di vicinarsi alla vita dei giovani, un invito di dialogo tra vecchi-giovani, i nonni con i nipoti. Una ispirazione alla fecondità dei giovani. Il popolo gortuguese che con piccoli gesti di accoglienza, di saluti, sorriso e abbraccio ha altrettanto colpito tutti.

Il Parque Eduardo VII (Foto Bruno Seabra JMJ 2023)
Il Parque Eduardo VII (Foto Bruno Seabra JMJ 2023)

Sottolineiamo che si parlava intorno da 800.000 a 1.500.000 di giovani (fonte dell’ansa.it e dell’avvenire.it ). D’altra parte il Santo Padre anche lui ha commentato durante il suo volo di rientro in Italia che “quella di Lisbona è la Giornata mondiale migliore tra quelle che ho visto”. “I giovani una sorpresa”… I dati concreti, veri, dicevano che erano più di un milione. Di più.> [7]

La veglia

Sarà sempre ricordato che la GMG di Lisbona 2023 ha revivificato lo spirito di andare avanti. I momenti di preghiere, i discorsi, l’amicizia e l’entusiasmo che ha tirato fuori intuizioni e motivazioni di vita. Che non era solo di giovani ma anche di famiglia, e di più piccoli. Sarebbe stato aperto a tutti in paragone con altre GMG secondo coloro che hanno già fatto la medesima esperienza degli anni precedenti.

Come punto finale, si riporta che Il libretto del servizio nazionale per la pastorale giovanile Italiana al ritorno della GMG ha invitato il pellegrino con questa raccomandazione. <Non aver fretta di tirare le somme, la semina ha bisogno di tempo affinché il seme buono porti frutto. Raccogli parole e immagini di ciò che hai esplorato e preparati a farne memoria Vitale> [8].

Tumusime Yowasi
Seminarista Missionario della Consolata.
tumusiimejoas@gmail.com

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Momenti vari (Foto)

Camminare insieme, incontro con gli altri 4.jpg

Esplora Lisbona, Camminare insieme, incontro con gli altri

Esplorare Fatima, Camminare insieme, incontro con gli altri 9
Esplorare Fatima e incontro con gli altri.

Yowasi Incontra i propri compaesani Ugandesi

Riflessione, Condivisione, Ascolto, Preghiera San Giulio GMG Lisbona

Catechesi San Giulio GMG Tomar

Veglia GMG al Parco Tejo Lisbona 3.jpg

Una sveglia nella mattinata della domenica dopo la veglia della GMG. Dj Set di musica electronica di Padre Guilherme Peixoto. Ha vivificato i giovani dopo una notte sui secchi a pelo!

Citazioni e Approfondimenti

[1]  https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2023-08/papa-francesco-discorso-cerimonia-accoglienza-gmg-lisbona.html
[2] https://www.osservatoreromano.va/it/news/2023-08/quo-179/todos-todos-todos.html
[3] https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2023/august/documents/20230805-portogallo-veglia-giovani.html
[4] https://www.agensir.it/chiesa/2023/08/04/testi-della-via-crucis-di-lisbona-con-papa-francesco/
[5] Cf..Tema – Il vangelo della GMG (Luca 1,39)
[6] https://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2023/documents/20230806-portogallo-omelia-gmg.html
[7] https://www.agensir.it/quotidiano/2023/8/7/papa-francesco-ai-giornalisti-quella-di-lisbona-e-la-giornata-mondiale-migliore-tra-quelle-che-ho-visto-i-giovani-una-sorpresa/
[8] Libretto del servizio nazionale per la pastorale giovanile della Conferenza Episcopale Italiana, 31. 

Le foto di Cristiana Gennari, Ansa, Bruno Seabra, Ap photo utilizzate sono prese da internet per utilizzo senza lucro




Padre Giovanni Cerri; Inizio del Ministero-Parroco a San Giulio Roma

Il giorno 02 Ottobre 2022 Padre Giovanni Cerri ha iniziato il suo ministero Pastorale come nuovo parroco della Parrocchia di San Giulio a Roma. Padre Giovanni fa Parte dei Missionari di Maria.

La celebrazione Eucaristica presieduta da SE Mons. Baldassare Reina (Vescovo Ausiliare di Roma Ovest), ha avuto inizio con una processione solenne preceduta dalla seguente Monizione introduttiva.

Monizione introduttiva

Oggi con questa solenne celebrazione la nostra comunità parrocchiale di San Giulio, riunita nel giorno del Signore, vive un momento di particolare gioia e solennità, per l’insediamento del suo nuovo parroco.

Accogliamo Sua Eccellenza Mons. Baldassare Reina, ausiliare del nostro settore, attraverso il quale il nostro Vescovo il Papa Francesco affida a questa comunità di fedeli padre Giovanni, che con fede e servizio viene a pascolare questo gregge.

La nostra parrocchia, figlia dell’unica Chiesa, vuole porgere a entrambi il benvenuto attraverso tutti i suoi membri.
Questa celebrazione è un grande inno di lode e ringraziamento al Signore per il dono di un pastore, in cui Cristo vive ed opera ancora in mezzo a noi.

Dopo di che Padre Raffaele ha letto il decreto della nomina di Padre Giovanni come nuovo Parroco. Si nota che il nuovo parroco è stato nominato a questo servizio dal Giugno di questo anno 2022.

Nella Sua Omelia, la Sua Eccellenza Mons. Baldassare Reina ha accennato che il grande e principale compito del Parroco è quello di far crescere la fede dei fedeli. Che non è tanto compito di organizzare eventi di varie circostanze.

La Parrocchia di San Giulio di cui Papa Francesco visitò il 7 Aprile 2019 passa dal servizio dei Canonici Regolari dell’Immacolata Concezione ai Missionari di Maria. I parroci precedenti Padre Dario e Padre Riccardo facevano parte di questo Istituto religioso. C’è stato il Padre Superiore generale dei Canonici Regolari dell’Immacolata Concezione Padre Rinaldo Guarisco.

Prima che il Vescovo congedasse la gente, Padre Giovanni ha espresso il suo umile ringraziamento ai fedeli riuniti per la celebrazione e l’intera comunità cristiana di San Giulio.

Benedizione con Acqua Santa
Benedizione con Acqua Santa

Consacrazione dell'Eucaristia
Consacrazione dell’Eucaristia

Padre Giovanni e Mons Baldassare Reina.
Padre Giovanni e Mons Baldassare Reina

Mons. Baldassare Reina
Mons. Baldassare Reina

Padre Raffaele (che ha fatto il Cerimoniale) ha commentato brevemente che la celebrazione Eucaristica e la liturgia in generale è stata bella e molto coinvolgente. Cosi ha detto:

“è stato bello vedere persone diverse molto contenti, ho visto bambini, i giovanissimi, i genitori e anziani tutti uniti in questa celebrazione e tutti attivi. C’erano anche suore da diversi istituti religiosi e missionari laici di varie nazioni e Il coro ha fatto questa celebrazione liturgica vivacissima.”

Padre Raffaele ci ha ricordato che; è sempre bello che l’accoglienza di nuovo Parroco sia un momento di gioia perché la figura del Parroco rappresenta il Servizio di Cristo in una definita famiglia cristiana in comunione con il vescovo ordinario.

Padre Raffaele e Padre Giovanni Dopo La Messa
Padre Raffaele e Padre Giovanni Dopo La Messa

Dopo La Santa Messa
Dopo La Santa Messa

Finalmente, essendo stato il cerimoniale, gli è piaciuto il servizio ad altare dei Seminaristi dei Missionari Della Consolata nei nomi di Tumusiime Yowasi e John Kioko. Allo stesso momento il servizio dei chierichetti Matteo e Francesco.

Congedo messa processione
Congedo messa in processione

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Tumusime Yowasi
Studente, Missionario della Consolata
tumusiimejoas@gmail.com




Pandemia e Pastorale oggi: Sfide in Opportunità.

 

Cosa ci dici tu..?

Nel tempo nostro abbiamo bisogno di buone notizie, siamo immersi oggi in un mondo molto inquietante. Si nota che prima che la Pandemia di Covid-19 ci lasci, ha scoppiato la guerra attuale tra Russia e Ucraina tra altre guerre nel mondo intero di cui si parla meno. Come tanti dicono, non è una guerra solo tra questi due paesi come sembra ma è una “guerra mondiale”. Siamo preoccupati così tanto perché non ci piace nessuno tipo di disagio, di fastidio come i tempi più difficili del Covid.

Siamo tutti Testimoni del tempo Covid-19 che è stato un bel fastidio a tanti e tutto il mondo. Tanto se n’è scritto, tutto il mondo ha vissuto questi momenti difficili, ogni persona ne ha esperienza, famigliare oppure comunitaria. Attesteremo piuttosto che le sfide vissute siano state anche momenti opportune nell’ambito pastorale.

Nessuno aveva previsto il Coronavirus: neanche coloro che, a cose fatte, hanno affermato di aver vaticinato la pandemia, di aver saggiamente previsto tutto, scrive il curatore del libro Contagiati: Pensieri, comportamenti, prospettive oltre il Coronavirus. Conferma ancora che:

La pandemia è arrivata, ha attraversato oceani e continenti seminando malattia e morte. Ha, al contempo, dato una scossa al sistema sanitario, ha generato una crisi economica di immense proporzioni; l’umanità si è trovata di fronte all’ennesima sfida globale (non subito percepita come tale), nella quale sono emerse risposte coraggiose e generose accanto a vecchi egoismi e a negazionismi dal sapore terrapiattista («è solo un’influenza», «no alle mascherine e alle restrizioni alla libertà individuale»). Lo shock generato dal virus ha richiesto di mettere in campo nuove risorse, di sviluppare azioni e reazioni – a volte dimostratesi efficaci, altre volte meno o per nulla – in campo medico e scientifico, politico, economico, sociale[1].

In riguardo delle epidemie nella storia umana, ne notiamo sette di grande gravità quanto scritto da Guiomar Huguet Pané sul sito di Storica National Geographic nel suo articolo intitolato «Le grandi epidemie della storia»: La peste di Giustiniano, la peste nera (tra il 1346 e il 1353), il vaiolo (1824-1829; 1837-1840;1870-1874), l’influenza spagnola nel 1918, l’influenza asiatica 1957-1960, l’influenza di Hong Kong 1968, il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) dal 1981[2].

La Pandemia e Pastorale oggi: Sfide e Opportunità
La Pandemia e Pastorale oggi: Sfide e Opportunità

Cosa abbiamo fatto e vissuto durante il tempo della Pandemia con riferimento alla vita Pastorale

Papa Francesco nella sua omelia del Giovedì Santo, durante la Messa del Crisma 2013 chiese soprattutto ai sacerdoti riuniti a rinnovare la loro ordinazione ad essere pastori con “l’odore delle pecore” «questo io vi chiedo: siate pastori con “l’odore delle pecore”, che si senta quello…»)[3]. Si potrebbe chiedere come i pastori durante la pandemia potessero aggiungere ai loro fedeli per amministrare il servizio a loro dato e richiamato dal Santo Padre.

Nel Messaggio Video per l’emergenza da Coronavirus, Acerra, 10 marzo 2020 del Monsignor Antonio DI DONNA vescovo di Acerra in Campania, il vescovo condivide incoraggiando e insegnando i suoi fedeli sulla situazione in questione quanto ha colpita sia la vita sociale che ecclesiale alcune riflessioni e sentimenti:

Abbiamo sentito or stati chiesto (delle parole) la responsabilità e solidarietà e di assumere con serietà i sacrifici necessari. Abbiamo accettato con spirito di lealtà e collaborazione quanto è richiesto dalle Autorità competenti per affrontare al meglio il virus e limitare il contagio. Nell’area pastorale della chiesa la celebrazione dell’eucaristia e la possibilità di pregare insieme, le attività di catechesi, e i momenti di incontri non si facevano.[4]

In un mondo dove tutto è veloce, siamo stati invitati a stare a casa. Ci ha aiutato, scrive il vescovo, a dare valore a quei legami che troppo spesso diamo per scontati. Nel contesto europeo gli abbracci a cui si astenia erano evitati, ma con i mariti e le mogli, i figli, i genitori, hanno ritrovato la bellezza dello stare a casa, dello stare insieme.

Professore Pietro Angelo MURONI dell’Università Pontificia Urbaniana osserva queste parole scrivendo sulla Liturgia e new media: “estensione” della partecipazione attiva? «siamo passati dalla DAD (didattica a distanza) alla LAD (liturgia a distanza)…»[5].

Nel suo articolo il Professore voleva dire che l’uso dei media durante l’emergenza sanitaria è stata una modalità legata a un periodo storico particolare di difficoltà che forse in qualche senso ne avevo bisogno però occorre vigilare che questa modalità non sostituisca automaticamente la normalità del vivere insieme in presenza comunitaria ovvero parrocchiale le celebrazioni sacramentali.

Ci siamo voluti vicini tra i social media, abbiamo ammirato la normalità che ci mancava durante i duri lockdown della pandemia, nondimeno, i media ci fanno prossimi, (Scrive Massimiliano PADULA ), che «la prossimità quindi riguarda i media perché essi sono vere e proprie “opportunità pastorali” che contribuiscono non solo a comunicare ma anche a esprimere il dato umano che fa la chiesa. Con la prossimità (e con tutte le sue dimensioni compresa quella comunicativa) si deve infatti confrontare ogni singolo credente nella sua vocazione e, di riflesso, anche nel suo spazio comunitario e relazionale di azione»[6].

La pandemia infine come anche afferma il Monsignore Antonio (già sopra citato) «non è stato un tempo vuoto», in riguardo soprattutto dei pastori della Santa Chiesa, fratelli sacerdoti e religiosi, ma è stato un’occasione per ricoprire i rapporti personali con i fedeli, di essere disponibili all’ascolto. Riguardando sempre il futuro con speranza abbiamo preso delle opportunità per quanto riguarda le trasformazioni pastorali pensate e vissute in questo tempo storico della famiglia umana nonostante le situazioni sfidanti.

Tumusime Yowasi
Studente, Missionario della Consolata
tumusiimejoas@gmail.com

Note

[1]  BORSA G. (a cura di ), «Contagiati: pensieri, comportamenti, prospettive oltre il Corona virus», Dialogo Editore, Milano 2020, 5

[2] Cf…Guiomar Huguet Pané «Le grandi epidemie della storia»: https://www.storicang.it/a/le-grandi-pandemie-della-storia_14759/2#slide-1

[3]  FRANCESCO, Omelia. Giovedì Santo; Messa del Crisma (28 marzo 2013) https://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2013/documents/papa-francesco_20130328_messa-crismale.html  

[4] MONSIGNOR ANTONIO DI DONNA La fede nel tempo della pandemia OMELIE E CATECHESI AL POPOLO a cura dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali http://www.diocesiacerra.it/wp-content/uploads/sites/2/2020/06/omelie20luglio.pdf 

[5] MURONI Pietro Angelo, «Liturgia nel Post-Pandemia: quali prospettive per la celebrazione liturgica nel “post Vaccino”», in Urbaniana University Journal 74 (2021) 2, 165-190.

[6]  Massimiliano PADULA, Comunica il prossimo tuo: cultura digitale e prassi pastorale, Paoline, Milano 2020, 12




Testimoni e Profeti; Missionari della Consolata a San Giulio 2021

Introduzione

Quest’articolo è stato ispirato dal tema del mese missionario di questo anno; Testimoni e Profeti. Essendo chiamati ad essere missionari e religiosi siamo allo stesso tempo chiamati a essere Testimoni e Profeti. Perciò, per la prima volta, quando ho sentito questo tema, mi ha colpito. Questo, fortunatamente, non è un richiamo valido soltanto per i preti, i religiosi, ma per tutti noi fedeli in Cristo. Sappiamo bene che nel Battesimo, fondamento di tutta la vita cristiana, siamo diventati sacerdoti, profeti e re[1]. Dunque, cerchiamo di essere veri testimoni e profeti del Signore Gesù Cristo.

Chi sono i Seminaristi Missionari della Consolata 

Padre Clemente e Padre Nicholas a San Giulio 2021
Padre Clemente e Padre Nicholas durante la Missa Missionaria

Il Seminario Teologico Internazionale di via della Consolata (a Bravetta) è una comunità religiosa, una casa di formazione dei Missionari della Consolata (Istituto Missioni Consolata) in Italia. Attingo del sito del nostro Istituto ‘Chi siamo’ e mi domando: il nostro Padre Fondatore come avrebbe risposto?

Sono una famiglia di persone, sacerdoti e laici, che si impegnano a portare il Vangelo nel mondo. Ma anzitutto, non sono un’organizzazione, un istituto, un collegio, bensì una famiglia. Le difficoltà che incontra chi si impegna per il Vangelo e per l’aiuto dei fratelli nelle situazioni più difficili e di frontiera, richiedono che egli abbia dei fratelli che lo aiutino, lo sostengano, lo incoraggino.

I missionari della Consolata sono dei consacrati: si dedicano alla Missione in modo totale. Sono proiettati oltre i propri confini territoriali di paese, nazione, parrocchia, diocesi. Hanno Maria, Madre di Gesù, come ispiratrice e Madre. Come Maria, che venerano con il titolo di Consolata, vogliono portare al mondo la vera Consolazione, che è Gesù, il Vangelo e insieme: la vicinanza agli emarginati, il conforto agli afflitti, la cura dei malati, l’elevazione umana, la difesa dei diritti umani, la promozione della giustizia e della pace.[2]

I Missionari della Consolata alla Parrocchia di San Giulio

Il Seminario Teologico Internazionale dei Missionari della Consolata collabora con la Parrocchia di San Giulio nell’ambito della pastorale e dell’animazione missionaria. I seminaristi della casa di formazione vengono destinati, ogni anno, a questa accogliente parrocchia per motivi di crescita in ambito pastorale. Non posso dire da quanto tempo stiamo collaborando con la parrocchia; però sono sicuro che questa collaborazione esiste da un bel po’.

Tra i Missionari della Consolata che conosco, e che hanno lavorato in questa parrocchia, ricordo Padre Felix, che adesso è il segretario della regione Europa, a Milano, e Padre Matteo destinato alla nostra parrocchia di Galatina. Entrambi sono stati ordinati diaconi nella chiesa di questa parrocchia il giorno dell’Immacolata del 2019. In parrocchia hanno anche collaborato alcuni seminaristi. Al momento ci sono i seminaristi Lucien Sakimato dal R.D. del Congo e Tumusime Yowasi dall’Uganda.

I seminaristi dei Missionari della Consolata mandati in questa accogliente comunità per collaborare nelle attività pastorali vi si impegnano per tutto l’anno, collaborando nelle celebrazioni eucaristiche domenicali, nel catechismo e nell’animazione giovanile. Tutta la comunità formativa di Bravetta viene coinvolta spesso nell’animazione della Messa Missionaria di ottobre e in qualche attività natalizia, come ad esempio, nel presepe vivente.

Mi ricordo che siamo stati coinvolti ancora quando Papa Francesco ha presieduto la dedicazione della nuova chiesa il 7 aprile 2019. Va notato che dei gruppi di fedeli sono venuti a visitare la nostra comunità di formazione parecchie volte negli anni passati. Sono stati momenti di gioia e di fratellanza. La nostra amicizia è dunque notevole.

Mese Missionario e Animazione

Il tema del mese missionario di quest’anno Testimoni e Profeti è stato molto significativo. Come ho accennato all’inizio, queste sono parole che fanno ricordare l’impegno di ognuno di noi nella Chiesa. Durante la veglia missionaria alla Basilica di San Giovanni in Laterano, il 21 Ottobre 2021, mentre si raccontavano le testimonianze sulla missione risuonava il canto degli umili “Non potrò tacere, mio Signore, i benefici del tuo amore”. È stata per me una serata di ringraziamento è di ispirazione, stimolati dal richiamo di essere buoni testimoni e profeti.

Il coro durante la Missa: I Seminaristi della Consolata Bravetta e alcuni Musicisti della Parrocchia.
Il coro durante la Missa: I Seminaristi della Consolata Bravetta e alcuni Musicisti della Parrocchia.

Grazie all’invito della comunità cristiana di San Giulio, abbiamo avuto la possibilità di animare una Messa Missionaria per ancora un’altra volta questo anno. Il coro era un insieme delle diverse culture del seminario e dei bravi musicisti della Parrocchia. I fedeli hanno partecipato con gioia alla celebrazione eucaristica presieduta da Padre Clement dei Missionari della Consolata e concelebrata da Padre Giovanni e Padre Nicholas, rettore del Seminario Internazionale.

La Testimonianza di Padre Clement

La sua attraente testimonianza missionaria; [3] è originario del Kenya, ha studiato teologia in Colombia, ha lavorato per sette anni in Corea e ha ottenuto recentemente una licenza in Teologia Pastorale e Mobilità Umana presso la Pontificia Università Urbaniana. Vediamo ciò che ha condiviso. Ha parlato della sua esperienza missionaria e cammino vocazionale; nella sua famiglia numerosa ha avuto il primo contatto con la fede cristiana. Fece parte dei chiericati e poi del gruppo giovanile della sua parrocchia.

Padre Clement Missionario della Consolata durante la sua condivisione missionaria.
Padre Clement Missionario della Consolata durante la sua condivisione missionaria.

Ha iniziato il suo cammino vocazionale in diocesi, ma si è accorto che non c’era bisogno di sacerdoti solo nella sua diocesi, ma nel mondo intero. In parole sue: “andare al di là dei confini della diocesi”. Ha iniziato, poi, il cammino vocazionale con i Missionari della Consolata nel 1999. Dopo gli studi della filosofia a Nairobi e il Noviziato, fu mandato in Colombia dove studiò teologia e fece i voti perpetui nel 2010, a Bogotà.

Ha iniziato a vivere l’universalità della Chiesa in Colombia perché la cultura di quella nazione, in tutte le sfere, non era come quella del Kenya. La diversità nel continente nuovo gli fece comprendere la novità del posto, coinvolgendolo in diverse esperienze della pastorale. Per lui è stato un arricchimento essere presente in posti fuori dalla città e in alcuni momenti muoversi con la barca o a cavallo perché non c’erano strade, ma fiumi o sentieri. Svolse anche attività di pastorale giovanile in Ecuador dove fu ordinato diacono nel 2010.

Tutto questo gli ha fatto conoscere e, di più, capire le diversità dell’umanità, ma unita in una comune fede, tutti figli e figlie di Dio. Le esperienze lo hanno fatto essere un vero Missionario della Consolata, conoscere meglio la sua chiamata e il servizio degli altri. Dopo l’ordinazione sacerdotale fu destinato alla Corea del Sud dove la missione è essenzialmente il dialogo inter-religioso e l’animazione missionaria. Il suo impegno fu quello di avvicinare e lavorare con gli immigrati, dai quali ha imparato la pazienza non soltanto con gli altri, ma soprattutto con se stesso, e a saper apprezzare e valorizzare gli altri.

Una frase che mi colpì di più nella sua condivisione fu questa. Disse che per diventare prete o un sacerdote missionario ci vogliono due ordinazioni, ma per diventarlo ed esserlo per davvero ci vuole un processo di tanti anni, fatto di umiltà e servizio e seguendo il profeta per eccellenza, Gesù Cristo. Nella vita missionaria, come in quella della famiglia, vediamo che le motivazioni, che non vengono fortificate, muoiono.

Chiede che, come i missionari e le missionarie, tutti noi sappiamo accogliere le novità che la vita ci offre e la grazia di non trascurare il dono che Dio ci ha dato. Il Missionario della Consolata  alla fine della condivisione ha promesso che nelle sue preghiere ricorderà tutti coloro che si donano per la collaborazione al servizio di Dio e dei fratelli nella Chiesa.

Conclusione

La Santa Messa Missionaria celebrata nella parrocchia di San Giulio ci è sembrata la forma migliore di onorare tanti missionari e missionarie che nel mondo hanno dato e stanno dando la loro vita per il Regno di Dio e il bene dei fratelli. Allo stesso tempo crediamo sia stato un momento opportuno di crescita cristiana e missionaria per tutta la comunità della parrocchia.

Un momento per capire e vivere meglio che tutti, ma proprio tutti, nella Chiesa siamo Testimoni e Profeti nella quotidianità della famiglia e del lavoro. Da parte nostra, del seminario teologico di Bravetta un grande grazie per l’invito al parroco, ai sacerdoti della parrocchia e a tutti i fedeli. Con un arrivederci per altre celebrazioni. Dio ci benedica tutti.

Note

1. CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA (1241) in https://www.vatican.va/archive/catechism_it/p2s2c1a1_it.htm

2. Chi sono I Missionari Della Consolata in https://www.consolata.org/new/index.php/chi-siamo-2

3. Missa Missionaria su Facebook Live in https://www.facebook.com/imcbravetta/videos/334489111822840

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Tumusime Yowasi

Seminarista, Bravetta

tumusiimejoas@gmail.com




Carità in comunità: preti secondo la forma del pane

La carità nel condividere il pane.
Carità vissuta nel mangiare assieme il pane

 

Farsi pane nella propria comunità in varie forme è il richiamo che vorremmo comunicare, la carità che dobbiamo vivere. Ci incarna, come figli dello stesso padre, nella fratellanza. Come l’arcivescovo di Bari-Bitonto ci dice: «Nell’assumere la forma del pane torneremo a nutrire di comunione i nostri vissuti»1.
Vediamo che nel nome della carità alcuni cercano di realizzare i propri interessi. In questo mondo si tende a condurre una vita transazionale, una vita in cui il guadagno viene considerato il motivo per amare. Cercheremo di fermarci sull’immagine del pane spezzato per esprimere come dovrebbe essere la carità vissuta nella comunità religiosa o sacerdotale. Cercheremo senz’altro di prendere l’esempio di Gesù Cristo; il modello vero nell’insegnare come noi dobbiamo vivere, come noi siamo pane spezzato per gli altri.

Dalla forma eucaristica del pane

Gesù si è spezzato sacrificando se stesso per la nostra salvezza, così anche noi nel partecipare in questo mistero pasquale siamo chiamati a imparare da Gesù Cristo di essere disponibile per l’altro dando noi stessi per gli altri con lo scopo dell’unità intima pane spezzato durante l’ultima cena e ha costituito la chiesa sull’Eucaristia. Rivitalizzati con l’Eucaristia ed essendo uniti alla fonte della carità piena; cioè ricevere per potere dare noi stessi agli altri.

L'Eucaristia, la forma del pane centrale.
Dalla forma dell’Eucaristia

Vediamo che «l’Eucaristia è un insieme di gesti comunitari; non è la somma di singole preghiere o azioni, ma un unico gesto che nasce dal sentirsi un cuore solo e una sola famiglia. Insieme si canta e si prega, insieme si proclama “Padre nostro”, insieme si va a ricevere la comunione»2. Di fronte all’Eucaristia lasciamoci trasformare da Dio.

Prendere la forma del pane nel mangiare insieme.

I due discepoli di Emmaus hanno riconosciuto Gesù nello spezzare il pane. Nella lingua Shona si dice “hukama hunozadziswa nekudya”, che vuol dire: le relazioni si realizzano mangiando. L’italiano ci da questa frase, la famiglia si costruisce a tavola. Quindi il mangiare insieme è un’espressione d’amore che trasforma la comunità in una famiglia, un simbolo di condivizione. Per avere frutti comuni dallo spezzare il pane insieme, mettiamoci intorno al tavolo allo stesso orario, meglio spegnere la televisione, silenziare il cellulare, perfino a conversare e ascoltare. Realizzeremo così un rito che produce effetti benefici sulle persone che lo vivono. Ecco la nostra umile carità agli altri.

La forma del pane nel lavorare

Nella seconda lettera ai Tessalonicesi (3,10) intendiamo anzi il messaggio dell’apostolo Paolo dove afferma che chi non lavora neppure fa parte nello spezzare il pane a tavola. Dunque siamo chiamati a sapere da dove arriva questo pane. La tradizione nostra ci ha insegnato che pregare e lavorare vanno insieme (ora et labora). Ci dà dunque, anche l’impegno di prendere cura del creato, la partecipazione all’opera creatrice di Dio, colui che ha amato ciò che ha creato, come ci insegna Papa Francesco nella Laudato si.

L’immagine del pane nel giocare insieme

lo sport, una nuova civiltà dell'amore
Forma del pane nel giocare assieme

Le comunità religiose, anzi sacerdotali (soprattutto quelle formative), spesso hanno uno spazio di incontro sportivo, e non è per caso questa scelta. Nel giocare insieme condividiamo il pane spezzato a tavola. Porta gioia quando si vince insieme. Il pallone e gli altri ambiti sportivi uniscono sia i giovani che gli adulti nei nostri tempi; di conseguenza, è un ambito pastorale da applicare con attenzione finché incontriamo queste persone.

Papa Giovanni Paolo II disse: «Lo sport può recare un valido apporto alla pacifica intesa fra i popoli e contribuire all’affermarsi nel mondo della nuova civiltà dell’amore; fa crescere anche la lealtà, la perseveranza, l’amicizia, la condivisione e la solidarietà»3. Dobbiamo ringraziare la Clericus Cup che dà l’opportunità ai seminaristi e ai preti a Roma di sfidarsi in campo.

La forma del pane nel servizio

L’amore, deve essere espresso in modo olistico, ci porta al servizio fuori le nostre comunità. Come si dice, la carità comincia a casa. È proprio così. “Non puoi donare agli altri ciò che non hai” è il detto conosciuto da tutti. Vivere nella carità significa vivere ciò che predichiamo; così si realizza la “carità pastorale” spezzando noi stessi per gli altri nel servire. Servizio e/o amore non solo nel parlare, ma nel mostrare negli atti la carità concretizzata. Così facendo la nostra vita offerta alla Chiesa sarà una vita donata a Dio e avrà il vero profumo della comunione fraterna che si apre all’incontro con la gente, cioè alla missione.

Prendere la forma di unità nei conflitti

E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa (Gv. 17, 22). Portiamo questo versetto perché è molto fondamentale nel comunicarci l’essenza del nostro Salvatore Gesù Cristo. Nella sua omelia, il superiore regionale dei Missionari della Consolata in Europa, Padre Gianni, durante un recente saluto fraterno (il 19/05/2021) alla comunità del Seminario Teologico Internazionale della Consolata (Bravetta), fece un commento su questo; che l’importanza è l’unità vera non l’unico pensiero che dobbiamo avere con i confratelli.
Una cosa che il versetto citato di Giovanni ci ricorda. Gesù ci ha dato questo dono di vivere insieme perché testimoniamo a noi stessi la sua unità e santità. Restare uniti è un richiamo anche se non siamo d’accordo; quindi il richiamo è di diventare persone che non solo stanno assieme, ma si vogliono bene.

In fine, essendo esseri sociali sappiamo molto bene che la nostra vita è relazionale e, mettendo anche la dottrina nuova di Gesù nel vangelo, cioè l’amore dell’altro, dobbiamo farci pane per i propri confratelli. Lo spezzare insieme il pane ci riunisce e ci mantiene uniti e ci dà la forza, ma la testimonianza ci fa comunità, famiglia di consacrati per la missione. Vi portiamo qualche reazione sociale.

 

Tumusime Yowasi
Chidavaenzi Obvious


Reazione sociale su whatsapp

Reazione carità vissuta, farsi pane
Reazione su Whatsapp. Carità vissuta

Reazione carità vissuta; farsi pane
Reazione su Whatsapp. Carità vissuta

 


Note

  1. Nell’assumere la forma del pane torneremo a nutrire di comunione i nostri vissuti in: https://www.arcidiocesibaribitonto.it/arcivescovo/giuseppe-satriano/omelie/nell2019assumere-la-forma-del-pane-torneremo-a-nutrire-di-comunione-i-nostri-vissuti.
  2. Essere e vivere in comunità che celebra la sua vita nell’Eucaristia domenicale in: https://notedipastoralegiovanile.it/index.php?option=com_content&view=article&id=4583:11-essere-e-vivere-in-comunita-che-celebra-la-sua-vita-nelleucaristia-domenicale&Itemid=101
  3. Giubileo dei sportivi omelia di Giovanni Paolo II in: https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/homilies/2000/documents/hf_jp-ii_hom_20001029_jubilee-sport.html

Sitografia

S.E. MONS. GIUSEPPE SATRIANO, Arcivescovo di Bari-Bitonto in occasione della XXV Giornata Mondiale della Vita Consacrata. Omelia, 2 febbraio 2021; in https://www.arcidiocesibaribitonto.it/arcivescovo/giuseppe-satriano/omelie/nell2019assumere-la-forma-del-pane-torneremo-a-nutrire-di-comunione-i-nostri-vissuti

GIOVANNI PAOLO II, Catechesi sull’Eucaristia; Udienza Generale – 8 novembre 2000; in https://www.novena.it/Giovanni_Paolo_II/06.htm

DALMAZIO MAGGI, Educazione e Pastorale. Una scelta di Chiesa,
Essere e vivere in comunità che celebra la sua vita nell’Eucaristia domenicale; Dal giorno del Signore al giorno della comunità; in https://notedipastoralegiovanile.it/index.php?option=com_content&view=article&id=4583:11-essere-e-vivere-in-comunita-che-celebra-la-sua-vita-nelleucaristia-domenicale&Itemid=101

PAPA FRANCESCO, Lettera enciclica Laudato sì; sulla cura della casa comune; in https://www.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20150524_enciclica-laudato-si.html

GIOVANNI PAOLO II, Giubileo degli sportivi; omelia, 29 ottobre 2000, in https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/homilies/2000/documents/hf_jp-ii_hom_20001029_jubilee-sport.html

La Carità pastorale, amore indiviso di Cristo e della chiesa; 26 Novembre 2015; in https://www.chiesedisicilia.org/chiesedisicilia/ufficio_stampa/la-carita-pastorale-amore-indiviso-di-cristo-e-della-chiesa/

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L’immagine del clericus cup (di calcio) utilizzata è presa da internet per utilizzo senza lucro.

Questo articolo è stato sviluppato nel laboratorio di pastorale digitale del corso Come si fa un Sito Web IIM (CS1011) svolto presso il Pontificio Università Urbaniana con professori Petricca ed Ammendolia, è a stretto utilizzo pastorale e laboratoriale.