Testimoni e Profeti; Missionari della Consolata a San Giulio 2021

Introduzione

Quest’articolo è stato ispirato dal tema del mese missionario di questo anno; Testimoni e Profeti. Essendo chiamati ad essere missionari e religiosi siamo allo stesso tempo chiamati a essere Testimoni e Profeti. Perciò, per la prima volta, quando ho sentito questo tema, mi ha colpito. Questo, fortunatamente, non è un richiamo valido soltanto per i preti, i religiosi, ma per tutti noi fedeli in Cristo. Sappiamo bene che nel Battesimo, fondamento di tutta la vita cristiana, siamo diventati sacerdoti, profeti e re[1]. Dunque, cerchiamo di essere veri testimoni e profeti del Signore Gesù Cristo.

Chi sono i Seminaristi Missionari della Consolata 

Padre Clemente e Padre Nicholas a San Giulio 2021
Padre Clemente e Padre Nicholas durante la Missa Missionaria

Il Seminario Teologico Internazionale di via della Consolata (a Bravetta) è una comunità religiosa, una casa di formazione dei Missionari della Consolata (Istituto Missioni Consolata) in Italia. Attingo del sito del nostro Istituto ‘Chi siamo’ e mi domando: il nostro Padre Fondatore come avrebbe risposto?

Sono una famiglia di persone, sacerdoti e laici, che si impegnano a portare il Vangelo nel mondo. Ma anzitutto, non sono un’organizzazione, un istituto, un collegio, bensì una famiglia. Le difficoltà che incontra chi si impegna per il Vangelo e per l’aiuto dei fratelli nelle situazioni più difficili e di frontiera, richiedono che egli abbia dei fratelli che lo aiutino, lo sostengano, lo incoraggino.

I missionari della Consolata sono dei consacrati: si dedicano alla Missione in modo totale. Sono proiettati oltre i propri confini territoriali di paese, nazione, parrocchia, diocesi. Hanno Maria, Madre di Gesù, come ispiratrice e Madre. Come Maria, che venerano con il titolo di Consolata, vogliono portare al mondo la vera Consolazione, che è Gesù, il Vangelo e insieme: la vicinanza agli emarginati, il conforto agli afflitti, la cura dei malati, l’elevazione umana, la difesa dei diritti umani, la promozione della giustizia e della pace.[2]

I Missionari della Consolata alla Parrocchia di San Giulio

Il Seminario Teologico Internazionale dei Missionari della Consolata collabora con la Parrocchia di San Giulio nell’ambito della pastorale e dell’animazione missionaria. I seminaristi della casa di formazione vengono destinati, ogni anno, a questa accogliente parrocchia per motivi di crescita in ambito pastorale. Non posso dire da quanto tempo stiamo collaborando con la parrocchia; però sono sicuro che questa collaborazione esiste da un bel po’.

Tra i Missionari della Consolata che conosco, e che hanno lavorato in questa parrocchia, ricordo Padre Felix, che adesso è il segretario della regione Europa, a Milano, e Padre Matteo destinato alla nostra parrocchia di Galatina. Entrambi sono stati ordinati diaconi nella chiesa di questa parrocchia il giorno dell’Immacolata del 2019. In parrocchia hanno anche collaborato alcuni seminaristi. Al momento ci sono i seminaristi Lucien Sakimato dal R.D. del Congo e Tumusime Yowasi dall’Uganda.

I seminaristi dei Missionari della Consolata mandati in questa accogliente comunità per collaborare nelle attività pastorali vi si impegnano per tutto l’anno, collaborando nelle celebrazioni eucaristiche domenicali, nel catechismo e nell’animazione giovanile. Tutta la comunità formativa di Bravetta viene coinvolta spesso nell’animazione della Messa Missionaria di ottobre e in qualche attività natalizia, come ad esempio, nel presepe vivente.

Mi ricordo che siamo stati coinvolti ancora quando Papa Francesco ha presieduto la dedicazione della nuova chiesa il 7 aprile 2019. Va notato che dei gruppi di fedeli sono venuti a visitare la nostra comunità di formazione parecchie volte negli anni passati. Sono stati momenti di gioia e di fratellanza. La nostra amicizia è dunque notevole.

Mese Missionario e Animazione

Il tema del mese missionario di quest’anno Testimoni e Profeti è stato molto significativo. Come ho accennato all’inizio, queste sono parole che fanno ricordare l’impegno di ognuno di noi nella Chiesa. Durante la veglia missionaria alla Basilica di San Giovanni in Laterano, il 21 Ottobre 2021, mentre si raccontavano le testimonianze sulla missione risuonava il canto degli umili “Non potrò tacere, mio Signore, i benefici del tuo amore”. È stata per me una serata di ringraziamento è di ispirazione, stimolati dal richiamo di essere buoni testimoni e profeti.

Il coro durante la Missa: I Seminaristi della Consolata Bravetta e alcuni Musicisti della Parrocchia.
Il coro durante la Missa: I Seminaristi della Consolata Bravetta e alcuni Musicisti della Parrocchia.

Grazie all’invito della comunità cristiana di San Giulio, abbiamo avuto la possibilità di animare una Messa Missionaria per ancora un’altra volta questo anno. Il coro era un insieme delle diverse culture del seminario e dei bravi musicisti della Parrocchia. I fedeli hanno partecipato con gioia alla celebrazione eucaristica presieduta da Padre Clement dei Missionari della Consolata e concelebrata da Padre Giovanni e Padre Nicholas, rettore del Seminario Internazionale.

La Testimonianza di Padre Clement

La sua attraente testimonianza missionaria; [3] è originario del Kenya, ha studiato teologia in Colombia, ha lavorato per sette anni in Corea e ha ottenuto recentemente una licenza in Teologia Pastorale e Mobilità Umana presso la Pontificia Università Urbaniana. Vediamo ciò che ha condiviso. Ha parlato della sua esperienza missionaria e cammino vocazionale; nella sua famiglia numerosa ha avuto il primo contatto con la fede cristiana. Fece parte dei chiericati e poi del gruppo giovanile della sua parrocchia.

Padre Clement Missionario della Consolata durante la sua condivisione missionaria.
Padre Clement Missionario della Consolata durante la sua condivisione missionaria.

Ha iniziato il suo cammino vocazionale in diocesi, ma si è accorto che non c’era bisogno di sacerdoti solo nella sua diocesi, ma nel mondo intero. In parole sue: “andare al di là dei confini della diocesi”. Ha iniziato, poi, il cammino vocazionale con i Missionari della Consolata nel 1999. Dopo gli studi della filosofia a Nairobi e il Noviziato, fu mandato in Colombia dove studiò teologia e fece i voti perpetui nel 2010, a Bogotà.

Ha iniziato a vivere l’universalità della Chiesa in Colombia perché la cultura di quella nazione, in tutte le sfere, non era come quella del Kenya. La diversità nel continente nuovo gli fece comprendere la novità del posto, coinvolgendolo in diverse esperienze della pastorale. Per lui è stato un arricchimento essere presente in posti fuori dalla città e in alcuni momenti muoversi con la barca o a cavallo perché non c’erano strade, ma fiumi o sentieri. Svolse anche attività di pastorale giovanile in Ecuador dove fu ordinato diacono nel 2010.

Tutto questo gli ha fatto conoscere e, di più, capire le diversità dell’umanità, ma unita in una comune fede, tutti figli e figlie di Dio. Le esperienze lo hanno fatto essere un vero Missionario della Consolata, conoscere meglio la sua chiamata e il servizio degli altri. Dopo l’ordinazione sacerdotale fu destinato alla Corea del Sud dove la missione è essenzialmente il dialogo inter-religioso e l’animazione missionaria. Il suo impegno fu quello di avvicinare e lavorare con gli immigrati, dai quali ha imparato la pazienza non soltanto con gli altri, ma soprattutto con se stesso, e a saper apprezzare e valorizzare gli altri.

Una frase che mi colpì di più nella sua condivisione fu questa. Disse che per diventare prete o un sacerdote missionario ci vogliono due ordinazioni, ma per diventarlo ed esserlo per davvero ci vuole un processo di tanti anni, fatto di umiltà e servizio e seguendo il profeta per eccellenza, Gesù Cristo. Nella vita missionaria, come in quella della famiglia, vediamo che le motivazioni, che non vengono fortificate, muoiono.

Chiede che, come i missionari e le missionarie, tutti noi sappiamo accogliere le novità che la vita ci offre e la grazia di non trascurare il dono che Dio ci ha dato. Il Missionario della Consolata  alla fine della condivisione ha promesso che nelle sue preghiere ricorderà tutti coloro che si donano per la collaborazione al servizio di Dio e dei fratelli nella Chiesa.

Conclusione

La Santa Messa Missionaria celebrata nella parrocchia di San Giulio ci è sembrata la forma migliore di onorare tanti missionari e missionarie che nel mondo hanno dato e stanno dando la loro vita per il Regno di Dio e il bene dei fratelli. Allo stesso tempo crediamo sia stato un momento opportuno di crescita cristiana e missionaria per tutta la comunità della parrocchia.

Un momento per capire e vivere meglio che tutti, ma proprio tutti, nella Chiesa siamo Testimoni e Profeti nella quotidianità della famiglia e del lavoro. Da parte nostra, del seminario teologico di Bravetta un grande grazie per l’invito al parroco, ai sacerdoti della parrocchia e a tutti i fedeli. Con un arrivederci per altre celebrazioni. Dio ci benedica tutti.

Note

1. CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA (1241) in https://www.vatican.va/archive/catechism_it/p2s2c1a1_it.htm

2. Chi sono I Missionari Della Consolata in https://www.consolata.org/new/index.php/chi-siamo-2

3. Missa Missionaria su Facebook Live in https://www.facebook.com/imcbravetta/videos/334489111822840

Immagini allegate sono di proprietà proprio e di uso senza lucro

 

Tumusime Yowasi

Seminarista, Bravetta

tumusiimejoas@gmail.com




A SOCIEDADE OPORTUNISTA NA ERA DA COVID-19

“Espero que depois da pademia não entre o Pandemónio”

Exlporação

Oportunismo

  • ­ Habilidade em aproveitar os fatos ou circunstâncias para obter algo.
  • Procedimento ou conduta de quem, para vencer rapidamente na vida, faz uso de métodos desleais e inescrupulosos; carreirismo.

A oriegem da COVID-19 nasce justamente desta corrente ideológica.

 

– A OMS encoraja os países e as comunidades que adoptam políticas sobre o uso de máscaras a realizarem investigação de qualidade para avaliarem a eficácia dessa intervenção na prevenção e controlo da transmissão. “UMA MÁSCARA NÃO CIRÚRGICA NÃO É UM DISPOSITIVO MÉDICO, NEM UM EQUIPAMENTO DE PROTECÇÃO INDIVIDUAL OMS”…Pergunte a Dra Sílvia Lutucuta e Dr. Mufinda.

– Por outro,  não estou de acordo, com timbragem das máscaras nas escolas públicas ou privadas colocando o nome da Instituição, ou a função que ocupa, nível acadêmico, depois as mesmas serão vendidas ao pacato aluno ou cidadão cuja própina vem da zunga, da lavra  chama-se SOCIEDADE OPORTUNISTA aproveitando da pademia para explorar o miserável aluno ou cidadão realmente, esta é uma  visão de curto prazo.

Ex: Máscara com nome da Instituição “ Cólegio Kandadji Wemba” ou professor de Matemática. “Abraçar um propósito vai muito além de uma campanha pontual”, afirma Francine Lemos, por isso o comportamento de quem pauta sua conduta segundo as circunstâncias, de quem subordina seus princípios a interesses momentâneos, esse vive numa SOCIEDADE OPORTUNISTA.

– Os governantes estão escondidos por detrás da COVD-19 enquanto o cidadão morre lentamente na porta da sua casa.

–  A pessoa que  oferece sabão, gel, alcool e bens materiais ou alimentares pede ainda ao miserável cidadão fazer uma fotografia com ele e depois faz a publicidade nas redes sociais, isto é contra o princípio  ético SOCIEDADE OPORTUNISTA.“Guardai-vos de fazer vossas boas obras diante dos homens, para serdes vistos por eles…. Quando deres esmola, que tua mão esquerda não saiba o que fez a direita. Assim, a tua esmola se fará em segredo; e teu Pai, que vê o escondido recompensar-te-á”.

– “A quem iremos senhor”, há muitas multiplicidades das famosas VACINAS contra COVD-19, FALSIDADE DE TESTES, considerando a vida humana instrumento de avaliação (Cobaia).  Toda vida humana, “única e irrepetível, é válida em si mesma, constitui um valor inestimável” ( Papa Francisco).

Por isso, este comportamento é típico da pessoa que é capaz de aproveitar uma situação negativa para seu próprio benefício, inclusive atuando contra os valores éticos e a prática do bem.

Portanto, quando uma pessoa é qualificada como OPORTUNISTA, significa que é uma pessoa interessada e capaz de explorar os outros em beneficio próprio. A escola, a Universidade, ou Governo  não podem existirem para estes fins.

O oportunismo é analisado pela ética uma vez que o oportunista atua como se o fim justificasse os meios. No entanto, os princípios éticos nos lembram do contrário. Ou seja, nem tudo é permitido.

Todavia, as pessoas oportunistas de modo habitual são pessoas pouco íntegras. Pessoas que carecem de senso de honestidade. E ainda assim apresentam um ego excessivo e se preocupam excessivamente com sua imagem social.

Alteritasalter significa “outro”, enquanto itas remete a “ser”, ou seja, em sua raiz, alteridade significa “ser o outro”. Portanto, vamos usar O rosto do outro como fundamento ético.

 

O QUE VIMOS, OUVIMOS E LEMOS.

In Tchilamwina Justino  Jamba Jimbo

ALTUS ZAMBEZE, III . XXI- MMXXI

 

 




DILEMMA OF PREGNANT GIRLS AT UGANDA CHRISTIAN UNIVERSITY

        Dilemma is situation in which a difficult choice has to be made between two or more alternatives, especially ones that are equally undesirable. a girl leaves home for university but somehow she is excited with her boyfriend and gets pregnant, but the institution is against pregnancy out of wedlock. On realization by the boyfriend about the pregnancy, and state of shock, he drastically decided to put an end to the relationship, on the other hand, the family was also against the pregnancy and very bitter on her to the extent of chasing her away from home. This left her confused, traumatized and scared and what was more devastating was to be discontinued from campus due to the strict policy against pregnancy.

          Helpless as she was, very many things ran through her nerves on how she had disappointed her parents and how she was going to raise a baby single handedly without facilitation from the person responsible of the pregnancy. These are the three words Gladys Nakyeyune uses to describe how she felt on the nights of September 20-2010. It was the day that Nakyeyune found out that she was expecting for the first time. This was after she had gone with her boyfriend and one thing led to another. They had one to many bottles of liquor and she ended up in the mans bed. They had unprotected sex because the were very excited at that time, At that time, the now 25 year old mother of a one year baby says that it was the wrong time to have a baby because she had just been admitted at Uganda Christian university where there is a policy that penalizes girls who get pregnant out of Wedlock.

 

           I remember crying endlessly because I did not know whom I could turn to for help since every one seemed to be against me. The only person whom she gave her entire heart when he blinded with his love that was filed a lot of joy that they slept together enjoying many bottles of liquor was no more but rather regrets as why she gave in to the man who actually does not love her but rather wanted to use her to quench his thirsty which he successfully achieved usually in such complicated situations, the first question that crosses the minds of many girls is whether to terminate the pregnancy or basically this because most of them conceive without being prepared, others conceive out of rape, from the people that they did not love and others might be the circumstances of the surrounding environment for example school. Just like Gladys Nakyeyune opted to terminate because she was still studying from the university where they couldn’t allow her to continue with her studies however it was just a mere thought that could not come to pass. What saved the situation was that a nurse she had visited to assist her abort, discouraged her from doing it, Looking straight in her eyes and asked her why she was going to kill the innocent child because every person is entitled to the right of life. Article 22 [1] of constitution of the republic of Uganda states that No person shall derive off life intentionally except in execution of a sentence passed in a fair trail by court of competent jurisdiction in respect of a criminal offense under the laws of Uganda and the conviction and sentence have been confirmed by the highest appellant court. Article 22 [2] of the constitution of republic of Uganda further states that No person has right to terminate the life of unborn child except as may be authorized by the law. Section 141 of the penal code of Uganda chap 120 provides that any person who, with intent to procure the miscarriage of a woman whether she is or is not with a child unlawfully administers to her or causes her to take any poison or noxious things, or uses any kind, or uses any other means, commits a felony and is liable for imprisonment for 14years. section 212 of the penal code of Uganda chapter 120 provides that any person who, when a woman is about to be delivered of a child prevents the child from being born a live by any act or omission by such a nature that if a child had been born a live and had then died he or she would be deemed to have been killed the child commits a felony and liable for life imprisonment. she also told her that there were slim chances of her survival in the process because of over bleeding. Much as she would survive, she would end up eventually becoming infertile, after that, Nakyeyune finally made the decision of keeping the baby. This marked the beginning of her life’s mystery at a Christian founded university that prohibits pregnancy out of wed lock.

 I did  my best to hide the two months  pregnancy ‘because i did not want any university administrator to find out. I  was scared to death that if anyone of them found out, i would be discontinued from the university. she confesses. she continued studying. But she wore very baggy clothes much as it felt awkward. Her friends got unusual concerned about her dress code but she brushed them away saying, she had a chronic illness that permitted her to wear fitting dresses. she did this until she was due. she missed classes for few weeks claiming that she was unwell in reality, she had gone away to deliver. just a few weeks after having a baby.she went back to campus and resumed her studies. Nakyeyune happens to be among some few girls at the university in recent years that have been fortunate to continue and finish their studies despite the university code of conduct regulation on marriage and pregnancy that is mentioned on the page 11 of the institutions conduct handbook. It is stated that “Pregnancy out of the wedlock is an offence, whether committed by a female student, or a male student who impregnates her”. While the minister of education and sports Janet Museveni has, on several occasions, reiterated the stand that the girls who gets pregnant while at school should not be expelled, whether it happens at primary, secondary or university level. it  that pregnancy out of the wedlock is am offense. Many institutions still maintain that these girls are bad apple to keep in school but only right candidates for marriage. They usually have a famous quotation “you can not seerve two masters” meaning you can’t be a student at the same time a married couple ” 

With a case such as Nakyeyunes where a girl gets pregnant and is able to continue with her studies without being penalized, one wonders if the marriage and pregnancy rule jotted in the university’s code of conduct handbook still applies. In addition Uganda Christian university states that there may be reluctance in the enforcement of the policy on the challenge that there is no specified punishment under the code of conduct. the punishment is usually determined by the university disciplinary committee. In such a case, it is not easy for the committee to give penalties that are harsh. In the upholding the university policy in such matters and being lenient to the rest of the community, I am very optimistic that very soon, the university will have policy that harmonizes the two.On how the university is currently helping such students, university offers counseling and guidance to the affected students. if the university becomes rigid, i would turn out dangerous as some girls would opt for atrocious act like abortion so as to continue with their studies. It is unfortunate that some get pregnant unconsciously may be through rape and ignorance, others engage in unprotected sexual intercourse because they are in a sexually active stage. In such a case, it is not easy for the committee to give penalties that are harsh. In the upholding the university policy in such matters and being lenient to the rest of the community, I am very optimistic that very soon, the university will have policy that harmonizes the two.On how the university is currently helping such students, university offers counseling and guidance to the affected students. if the university becomes rigid, i would turn out dangerous as some girls would opt for atrocious act like abortion so as to continue with their studies. It is unfortunate that some get pregnant unconsciously may be through rape and ignorance, others engage in unprotected sexual intercourse because of they are sexually active stage. In such a case, it is not easy for the committee to give penalties that are some harsh. On how the university is currently helping such students, university offers counseling and guidance to the affected students.In the upholding the university policy in such matters and being lenient to the rest of the community, I am very optimistic that very soon, the university will have policy that harmonizes the two.if the university becomes rigid, i would turn out dangerous as some girls would opt for atrocious act like abortion so as to continue with their studies. It is unfortunate that some get pregnant unconsciously may be through rape and ignorance, others engage in unprotected sexual intercourse because of they are sexually active stage. In the upholding the university policy in such matters and being lenient to the rest of the community, I am very optimistic that very soon, the university will have policy that harmonizes the two. On how the university is currently helping such students, university offers counseling and guidance to the affected students.if the university becomes rigid, i would turn out dangerous as some girls would opt for atrocious act like abortion so as to continue with their studies. It is unfortunate that some get pregnant unconsciously may be through rape and ignorance, others engage in unprotected sexual intercourse because of they are sexually active stage.In the upholding the university policy in such matters and being lenient to the rest of the community, I am very optimistic that very soon, the university will have policy that harmonizes the two. On how the university is currently helping such students, university offers counseling and guidance to the affected students.if the university becomes rigid, i would turn out dangerous as some girls would opt for atrocious act like abortion so as to continue with their studies. It is unfortunate that some get pregnant unconsciously may be through rape and ignorance, others engage in unprotected sexual intercourse because of they are sexually active stage. On how the university is currently helping such students, university offers counseling and guidance to the affected students. if the university becomes rigid, i would turn out dangerous as some girls would opt for atrocious act like abortion so as to continue with their studies.It is unfortunate that some get pregnant unconsciously may be through rape and ignorance, others engage in unprotected sexual intercourse because of they are sexually active stage. On how the university is currently helping such students, university offers counseling and guidance to the affected students. if the university becomes rigid, i would turn out dangerous as some girls would opt for atrocious act like abortion so as to continue with their studies. It is unfortunate that some get pregnant unconsciously may be through rape and ignorance, others engage in unprotected sexual intercourse because of they are sexually active stage.

Due to the strict policy at the university, counselor reveals that indeed there are some of such girls who fear to go for counseling because of the rule. and therefore they are often stigmatized and psychologically tortured because of the policy, he encourages them to seek counseling because it empowers them to cope and handle the situation. as some of the girls make the decision of keeping the pregnancy even amidst the policy, others have gone ahead to take the atrocious shortcut of visiting some of the clinics outside the university to ask medical personnel to assist in terminating the pregnancy. One of the nurses who preferred anonymity and operates from bugujju, the parish in Mukono district has on different occasions girls to her asking for help to abort but because abortion is illegal, she sends them away in fear to risk the closure of her clinic. The medical practitioner recalls a time when one of the girls who was about three months pregnant tried to bribe her with a huge sum of money. She was a first year student in the university who willing to pay shs500,000 for kilning the innocent life but she refused to perform that act, the student went ahead and asked for misoprostol tablets which induce either labor or an abortion. Still she refused to give them to her because professionally, they are not allowed to administer them directly to individual unless they have been prescribed and it is also a criminal offense under section 143 of the penal code 120 which provides that any person who unlawfully supplies to or procures for any person knowing that it is intended to be unlawfully used to procure the miscouraged of the woman, whether she is or is not with the child commits a felony and is liable for imprisonment for three years. As regards three girls go for abortion semester. this implies that other clinics around the university received more girls seeking abortion services. UCU is not only the university that has a strict morally oriented policy against unmarried girls who get pregnant. other like Islamic university in Uganda [IUIU] prescribe that, in the line with the teaching of the Koran, a girl who gets pregnant out of wedlock commits a sin and must be excluded, in this case, the student is expelled. However, this seems to be in contrast to the women’s rights to education, privacy and reproductive health, as enshrined in the 1995 Uganda constitution.

Article 12 [2] of the international covenant on Economic, social and cultural right outlines the steps that should be taken by the stated parties for the realization of the rights to health. these include the reduction of the stillbirth rate and infant morality and in the effect improvement of the material health. in order to prevent discrimination against women on grounds of marriage or maternity and to ensure their effective right to work, States parties are obliged to take appropriate measures to prohibit, subject to the imposition of sanctions, dismissal on the grounds of pregnancy or of the maternity leave and discrimination in dismissals on the basis of marital status. The convention further obligation with work responsibilities and participation in public life, in particular through promoting the establishment and development of the a network of child care facilitates and provide special protection to women during pregnancy in types of work proved to be harmful to them. Uganda is party to this international human rights instrument, while the constitution of Uganda guarantees the right to religion or culture of ones choice, it explicitly prohibits any culture or practice that discriminates against women, the argument that a student contracts to follow these school rules to the dot, saying these are standard contracts, in which the student does not have a genuine say. besides, one cannot contract outside of the law. the law prohibits such unfair exclusion from accessing education.

 

 

 

 

 

BIBLIOGRAPHY.

 1.The 1995 Constitution of the republic of  Uganda

 2.The penal code act cap 120 

3.The international covenant on economic, social cultural rights

4. internet

5.News paper [daily monitor] of Saturday November 9 2021.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Testimoniare la verità con responsabilità nel digitale

Testimoniare la verità con responsabilità nel digitale non è facile. Il mondo del digitale è talmente grande che bisogna imparare a saper discernere con responsabilità come abitarlo. È un ambiente vasto dove come in tutti gli ambienti vanno abitati in modo sapiente per testimoniare la verità con responsabilità anche perché oggi siamo sempre connessi 24 ore su 24. Noi cristiani abitiamo questo ambiente, ma come? Papa Francesco nel suo messaggio per la 55esima giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, scrive: «Tutti siamo «chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere». Provare a raggiungere le persone li dove sono»[1]. Il messaggio è ben sintetizzato nel seguente video:

 

Responsabilità nel testimoniare nel web

Per testimoniare con responsabilità dobbiamo saper discernere quello che si deve o non si deve dire, ciò che si deve o non deve condividere, perché il virtuale è reale, tutto quello che condividiamo parla di noi e tutto quello che scriviamo ci rappresenta. È interessante il seguente video, è per bambini, ma è molto utile anche per noi adulti che condividiamo notizie senza avere un criterio. Il papa richiama proprio a questa attenzione, infatti nell’enciclica Fratelli Tutti scrive: I valori della libertà, del rispetto reciproco e della solidarietà possono essere trasmessi fin dalla più tenera età. […] Anche gli operatori culturali e dei mezzi di comunicazione sociale hanno responsabilità nel campo dell’educazione e della formazione, specialmente nelle società contemporanee, in cui l’accesso a strumenti di informazione e di comunicazione è sempre più diffuso»[2].

Viviamo il digitale

In questo tempo dove ci ha visti ancora più connessi per via dello lockdown, a causa del covid-19, ci siamo resi conto che si ha bisogno di imparare, di educarci ad abitare questo nuovo continente. Noi cristiani dobbiamo chiederci come testimoniare la nostra fede, come annunciare la buona notizia nel web, come catturare l’attenzione delle migliaia di folle che scorrono il loro tempo sui social?
Nel web, il nostro testimoniare la verità con responsabilità, sicuramente deve essere un messaggio che deve essere forte, semplice. Deve far porre delle domande e spingere l’interlocutore ad entrare in dialogo con colui che ha postato un’immagine, un video sui social.

Testimoniare la verità con responsabilità
Testimoniare la bellezza che solo il Creatore può regalare

Testimoniare la verità

In questo tempo la Chiesa si è aperta al digitale abbiamo avuto diverse dirette con preghiere, “celebrazioni eucaristiche” e altri momenti per cercare di essere presenti in questo tempo. Sicuramente è stato un supporto ma c’è ancora molto da fare perché si parli di Pastorale digitale. Pastorale deriva dal termine Pastore e il pastore va incontro al suo gregge e lo raduna. A questo siamo chiamate a essere portavoce testimoni di un messaggio di speranza e amore anche in questo tempo difficile. Si può cominciare a parlare di pastorale digitale nel momento in cui crediamo che i mezzi di comunicazione fanno in modo di continuare la nostra vita in modo naturale, alcuni esempi li vogliamo raccontare.

L’importanza dei mezzi di comunicazione

Riportiamo due video testimonianza sull’importanza dei mezzi di comunicazione, e di quanto se n’è capita l’importanza in questo tempo di pandemia. Questo ci spinge a comprendere che per restare vicine a tutte le persone amiche e famigliari che per qualsiasi motivo sono lontani l’uno dall’altro, questi mezzi ci aiutano a sentirci più vicini.

I mezzi inoltre aiutano ad approfondire la propria fede, a cercare delle risposte anche qui abbiamo una piccola testimonianza

Imparare a raccontarsi: per testimoniare la verità con responsabilità

Tenendo presente il video provocazione fatto per bambini, ci fa comprendere che sentiamo il bisogno di raccontarci e di cercare storie. Questo mondo affascinante ci fa comprendere quanto sia importante essere veri e comunicare il bisogno di raccontarsi, di “rivestirsi” di storie per custodire la propria vita. Non tessiamo solo abiti, ma anche racconti: infatti, la capacità umana di “tessere” conduce sia ai tessuti, sia ai testi. Le storie di ogni tempo hanno un “telaio” comune: la struttura prevede degli “eroi”, anche quotidiani, che per inseguire un sogno affrontano situazioni difficili, combattono il male sospinti da una forza che li rende coraggiosi, quella dell’amore. [3] Così leggiamo nell’articolo dell’Avvenire del 24 gennaio 2020.

A tal proposito ci si è mossi in tante direzioni: vediamo la testimonianza dei genitori di suor Joaquina che parlano di come hanno vissuto la vocazione della loro figlia.

Potremmo dire che si può parlare di pastorale famigliare digitale dove si comincia a raccontarsi attraverso le proprie famiglie per allargare piano piano anche ad altre realtà.

Testimoniare questo è far comprendere come abitare questo mondo per non restare solo delle vetrine ma che diventi luogo per attestare che si può comunicare in modo positivo anche in questo luogo. Questa esperienza ci fa comprendere come questi mezzi non sono solo mezzi che fanno diventare delle isole solitari ma che aiutano nella vicinanza…

Testimoniamo con delle risposte

Il secondo video che abbiamo inserito nel nostro articolo era provocatorio e abbiamo chiesto come viviamo nel digitale. Come testimoniare la verità con responsabilità nel digitale ci sono giunte queste risposte che inseriamo di seguito:

Testimoniare la verità con responsabilità - Testimonianza

Testimoniare la verità con responsabilità - TestimonianzaTestimoniare la verità con responsabilità - Testimonianza

Cos’è la verità

La verità cos’è? Lo chiedeva Pilato a Gesù!!! Il Signore è stato molto esplicito la verità è lui stesso che la testimonia, ma oggi cosa si intende per verità? Quale concetto abbiamo? A chi ci rivolgiamo per capire che cos’è la verità? Oggi siamo chiamati a testimoniare la verità con responsabilità nella vita quotidiana dove incontriamo la gente più disparata la quale è in cerca di verità. C’è un cantante di fama internazionale che ha scritto una canzone che secondo noi è molto provocatoria dove parla di verità e lancia diverse identità che oggi diamo alla verità. Ascolta e lascia un commento su quello che secondo te è la verità.

Joaquina Heredia Molina
Palma Mandorino

Diritti di autore

I video sono di nostra proprietà – realizzati a fini pastorali -; non possono essere utilizzati in altri lavori senza una richiesta esplicita all’autore.
Joaquina Heredia Molina

L’immagine è di proprietà – realizzati a fini pastorali -; non può essere utilizzata in altri lavori senza una richiesta esplicita all’autore.
Palma Mandorino

Questo articolo è stato sviluppato nel laboratorio di pastorale digitale del corso Come si fa un Sito Web II  (CS1011) svolto presso il Pontificio Università Urbaniana con professori Petricca ed Ammendolia, è a stretto utilizzo pastorale e laboratoriale.


Bibliografia e sitografia

[1] Francesco, messaggio per la 55ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali, «Vieni e vedi» (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono, in http://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/communications/documents/papa-francesco_20210123_messaggio-comunicazioni-sociali.html (Consultato 24.01.2021).
[2] Francesco, Lettera Enciclica Fratelli Tutti, Editrice Àncora, Milano 2020, n. 114.
[3] https://www.avvenire.it/papa/pagine/giornata-delle-comunicazioni-sociali-2020

Per video e immagini ho utilizzato i seguenti link, partendo dall’immagine in evidenza:
https://pixabay.com/it/illustrations/social-media-sociale-marketing-5187243/
https://www.youtube.com/watch?v=xQfsGof-3us
https://www.youtube.com/watch?v=Xap5H36DXsw&t=611s
https://www.youtube.com/watch?v=oo67Yp5hbmM

Successivamente l’immagine sulla bellezza, le varie testimonianze e i video testimonianza sono state realizzati da noi o da collaboratori.




Carità in comunità: preti secondo la forma del pane

La carità nel condividere il pane.
Carità vissuta nel mangiare assieme il pane

 

Farsi pane nella propria comunità in varie forme è il richiamo che vorremmo comunicare, la carità che dobbiamo vivere. Ci incarna, come figli dello stesso padre, nella fratellanza. Come l’arcivescovo di Bari-Bitonto ci dice: «Nell’assumere la forma del pane torneremo a nutrire di comunione i nostri vissuti»1.
Vediamo che nel nome della carità alcuni cercano di realizzare i propri interessi. In questo mondo si tende a condurre una vita transazionale, una vita in cui il guadagno viene considerato il motivo per amare. Cercheremo di fermarci sull’immagine del pane spezzato per esprimere come dovrebbe essere la carità vissuta nella comunità religiosa o sacerdotale. Cercheremo senz’altro di prendere l’esempio di Gesù Cristo; il modello vero nell’insegnare come noi dobbiamo vivere, come noi siamo pane spezzato per gli altri.

Dalla forma eucaristica del pane

Gesù si è spezzato sacrificando se stesso per la nostra salvezza, così anche noi nel partecipare in questo mistero pasquale siamo chiamati a imparare da Gesù Cristo di essere disponibile per l’altro dando noi stessi per gli altri con lo scopo dell’unità intima pane spezzato durante l’ultima cena e ha costituito la chiesa sull’Eucaristia. Rivitalizzati con l’Eucaristia ed essendo uniti alla fonte della carità piena; cioè ricevere per potere dare noi stessi agli altri.

L'Eucaristia, la forma del pane centrale.
Dalla forma dell’Eucaristia

Vediamo che «l’Eucaristia è un insieme di gesti comunitari; non è la somma di singole preghiere o azioni, ma un unico gesto che nasce dal sentirsi un cuore solo e una sola famiglia. Insieme si canta e si prega, insieme si proclama “Padre nostro”, insieme si va a ricevere la comunione»2. Di fronte all’Eucaristia lasciamoci trasformare da Dio.

Prendere la forma del pane nel mangiare insieme.

I due discepoli di Emmaus hanno riconosciuto Gesù nello spezzare il pane. Nella lingua Shona si dice “hukama hunozadziswa nekudya”, che vuol dire: le relazioni si realizzano mangiando. L’italiano ci da questa frase, la famiglia si costruisce a tavola. Quindi il mangiare insieme è un’espressione d’amore che trasforma la comunità in una famiglia, un simbolo di condivizione. Per avere frutti comuni dallo spezzare il pane insieme, mettiamoci intorno al tavolo allo stesso orario, meglio spegnere la televisione, silenziare il cellulare, perfino a conversare e ascoltare. Realizzeremo così un rito che produce effetti benefici sulle persone che lo vivono. Ecco la nostra umile carità agli altri.

La forma del pane nel lavorare

Nella seconda lettera ai Tessalonicesi (3,10) intendiamo anzi il messaggio dell’apostolo Paolo dove afferma che chi non lavora neppure fa parte nello spezzare il pane a tavola. Dunque siamo chiamati a sapere da dove arriva questo pane. La tradizione nostra ci ha insegnato che pregare e lavorare vanno insieme (ora et labora). Ci dà dunque, anche l’impegno di prendere cura del creato, la partecipazione all’opera creatrice di Dio, colui che ha amato ciò che ha creato, come ci insegna Papa Francesco nella Laudato si.

L’immagine del pane nel giocare insieme

lo sport, una nuova civiltà dell'amore
Forma del pane nel giocare assieme

Le comunità religiose, anzi sacerdotali (soprattutto quelle formative), spesso hanno uno spazio di incontro sportivo, e non è per caso questa scelta. Nel giocare insieme condividiamo il pane spezzato a tavola. Porta gioia quando si vince insieme. Il pallone e gli altri ambiti sportivi uniscono sia i giovani che gli adulti nei nostri tempi; di conseguenza, è un ambito pastorale da applicare con attenzione finché incontriamo queste persone.

Papa Giovanni Paolo II disse: «Lo sport può recare un valido apporto alla pacifica intesa fra i popoli e contribuire all’affermarsi nel mondo della nuova civiltà dell’amore; fa crescere anche la lealtà, la perseveranza, l’amicizia, la condivisione e la solidarietà»3. Dobbiamo ringraziare la Clericus Cup che dà l’opportunità ai seminaristi e ai preti a Roma di sfidarsi in campo.

La forma del pane nel servizio

L’amore, deve essere espresso in modo olistico, ci porta al servizio fuori le nostre comunità. Come si dice, la carità comincia a casa. È proprio così. “Non puoi donare agli altri ciò che non hai” è il detto conosciuto da tutti. Vivere nella carità significa vivere ciò che predichiamo; così si realizza la “carità pastorale” spezzando noi stessi per gli altri nel servire. Servizio e/o amore non solo nel parlare, ma nel mostrare negli atti la carità concretizzata. Così facendo la nostra vita offerta alla Chiesa sarà una vita donata a Dio e avrà il vero profumo della comunione fraterna che si apre all’incontro con la gente, cioè alla missione.

Prendere la forma di unità nei conflitti

E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa (Gv. 17, 22). Portiamo questo versetto perché è molto fondamentale nel comunicarci l’essenza del nostro Salvatore Gesù Cristo. Nella sua omelia, il superiore regionale dei Missionari della Consolata in Europa, Padre Gianni, durante un recente saluto fraterno (il 19/05/2021) alla comunità del Seminario Teologico Internazionale della Consolata (Bravetta), fece un commento su questo; che l’importanza è l’unità vera non l’unico pensiero che dobbiamo avere con i confratelli.
Una cosa che il versetto citato di Giovanni ci ricorda. Gesù ci ha dato questo dono di vivere insieme perché testimoniamo a noi stessi la sua unità e santità. Restare uniti è un richiamo anche se non siamo d’accordo; quindi il richiamo è di diventare persone che non solo stanno assieme, ma si vogliono bene.

In fine, essendo esseri sociali sappiamo molto bene che la nostra vita è relazionale e, mettendo anche la dottrina nuova di Gesù nel vangelo, cioè l’amore dell’altro, dobbiamo farci pane per i propri confratelli. Lo spezzare insieme il pane ci riunisce e ci mantiene uniti e ci dà la forza, ma la testimonianza ci fa comunità, famiglia di consacrati per la missione. Vi portiamo qualche reazione sociale.

 

Tumusime Yowasi
Chidavaenzi Obvious


Reazione sociale su whatsapp

Reazione carità vissuta, farsi pane
Reazione su Whatsapp. Carità vissuta

Reazione carità vissuta; farsi pane
Reazione su Whatsapp. Carità vissuta

 


Note

  1. Nell’assumere la forma del pane torneremo a nutrire di comunione i nostri vissuti in: https://www.arcidiocesibaribitonto.it/arcivescovo/giuseppe-satriano/omelie/nell2019assumere-la-forma-del-pane-torneremo-a-nutrire-di-comunione-i-nostri-vissuti.
  2. Essere e vivere in comunità che celebra la sua vita nell’Eucaristia domenicale in: https://notedipastoralegiovanile.it/index.php?option=com_content&view=article&id=4583:11-essere-e-vivere-in-comunita-che-celebra-la-sua-vita-nelleucaristia-domenicale&Itemid=101
  3. Giubileo dei sportivi omelia di Giovanni Paolo II in: https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/homilies/2000/documents/hf_jp-ii_hom_20001029_jubilee-sport.html

Sitografia

S.E. MONS. GIUSEPPE SATRIANO, Arcivescovo di Bari-Bitonto in occasione della XXV Giornata Mondiale della Vita Consacrata. Omelia, 2 febbraio 2021; in https://www.arcidiocesibaribitonto.it/arcivescovo/giuseppe-satriano/omelie/nell2019assumere-la-forma-del-pane-torneremo-a-nutrire-di-comunione-i-nostri-vissuti

GIOVANNI PAOLO II, Catechesi sull’Eucaristia; Udienza Generale – 8 novembre 2000; in https://www.novena.it/Giovanni_Paolo_II/06.htm

DALMAZIO MAGGI, Educazione e Pastorale. Una scelta di Chiesa,
Essere e vivere in comunità che celebra la sua vita nell’Eucaristia domenicale; Dal giorno del Signore al giorno della comunità; in https://notedipastoralegiovanile.it/index.php?option=com_content&view=article&id=4583:11-essere-e-vivere-in-comunita-che-celebra-la-sua-vita-nelleucaristia-domenicale&Itemid=101

PAPA FRANCESCO, Lettera enciclica Laudato sì; sulla cura della casa comune; in https://www.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20150524_enciclica-laudato-si.html

GIOVANNI PAOLO II, Giubileo degli sportivi; omelia, 29 ottobre 2000, in https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/homilies/2000/documents/hf_jp-ii_hom_20001029_jubilee-sport.html

La Carità pastorale, amore indiviso di Cristo e della chiesa; 26 Novembre 2015; in https://www.chiesedisicilia.org/chiesedisicilia/ufficio_stampa/la-carita-pastorale-amore-indiviso-di-cristo-e-della-chiesa/

Diritti dell’autore

Il video è di proprietà: è pubblicato su YouTube ed è ad utilizzo pubblico. si prega a segnalare agli autori nomail@nomail.com

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Questo articolo è stato sviluppato nel laboratorio di pastorale digitale del corso Come si fa un Sito Web IIM (CS1011) svolto presso il Pontificio Università Urbaniana con professori Petricca ed Ammendolia, è a stretto utilizzo pastorale e laboratoriale.




SCUOLA, DAL COVID ALLA TECNOLOGIA

Era un tranquillo e normale 4 marzo del 2020, quello in cui ci siamo trovati davanti ad un qualcosa di inimmaginabile. Il Virus denominato “COVID-19”, un nemico tanto piccolo quanto sconosciuto, e proprio per questo, apparentemente invincibile, aveva cominciato ad invadere la nostra penisola italiana, costringendo il governo alla chiusura delle scuola. L’11 marzo del 2020 non solo l’Italia, ma tutto il mondo sembrava inginocchiarsi davanti a questo infido rivale, tanto da costringere, il Direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, a dichiarare che il COVID-19 rappresentava una pandemia globale, riconoscendo che il virus avrebbe irrimediabilmente colpito ogni parte del globo. Ciò che avevamo potuto solo immaginare o vedere nei film d’azione, era diventato realtà. Dal mese di marzo del 2020 ad oggi, le nostre vite sono state sconvolte, la nostra libertà è stata limitata, le nostre abitudini, i nostri progetti hanno subito delle deviazioni o arresti e la nostra invisibile battaglia è ancora in atto. Il COVID-19 si è infiltrato in ogni ambito e così alle difficoltà sanitarie si sono aggiunte quelle economiche e sociali.

 

 

La DAD  a difesa della scuola

Anche la scuola si è trovata repentinamente sotto attacco ed i suoi principali attori, gli studenti, supportati dagli insegnanti hanno dato il massimo per reggere all’urto. L’intero mondo scolastico e formativo si è trovato davanti ad una nuova sigla: DAD (didattica a distanza), ovvero un tipo di formazione e insegnamento in cui non vi è una condivisione di uno spazio e un’interazione fisica tra docente e studenti, ma tutto è mediato dall’utilizzo di mezzi tecnologici. I sistemi educativi di tutto il mondo hanno sofferto la pandemia a livello sia scolastico sia accademico. Ovunque si è cercato di assicurare una celere risposta mediante piattaforme digitali per la didattica a distanza, la cui efficacia è stata però condizionata da vari fattori, principalmente da una marcata disparità delle opportunità educative e tecnologiche.

 

 

Per anni il dibattito politico si era riempito la bocca di parole altisonanti come rivoluzione digitale, rinascimento digitale, intelligenza artificiale nell’educazione, ma la pandemia ha anticipato l’esame per ognuno di noi. La scuola si è svegliata di soprassalto dall’urgente chiamata a rinnovarsi e a trovare tutte le forme possibili per non lasciare indietro studenti e famiglie, “ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa” [1]. Dopo oltre un anno di convivenza con questo nostro nemico, che speriamo presto di debellare definitivamente, è impossibile non riflettere sull’immane supporto che la tecnologia ha offerto alla scuola e alla formazione dei giovani.

 

 

La tecnologia rimedio all’ignoranza

Molti articoli e dibattiti si sono incentrati sulla DAD, sono stati sottolineati i suoi elementi positivi e quelli negativi. Ma non è questo il fine del presente articolo, anzi si desidera sottolineare come, il COVID-19, paradossalmente, ci ha “aiutato” a comprendere profondamente come la tecnologia può aiutare nella didattica. I docenti, con non pochi sforzi, si sono impegnati per aggiornarsi e poter trarre profitto dai mezzi di comunicazione utilizzati. Basti pensare alle video lezioni sulle varie piattaforme che hanno permesso di organizzare l’incontro, seppur a distanza, tra studenti e docenti. La tecnologia ha apportato numerosi vantaggi nell’ambito formativo, come ad esempio il fatto che gli studenti e i docenti si sono potuti concentrare sulla formazione senza la necessità di spostarsi dalla propria abitazione, risparmiando così anche tempo. Nei luoghi in cui è stato possibile, la tecnologia ha permesso la conciliazione del desiderio di crescita personale con i vari impegni lavorativi. Un altro pregio è che spesso la didattica a distanza permette la riduzione dei costi e quindi la possibilità di offrire una formazione a prezzi più agevolati e pertanto è accessibile a più persone. Possiamo dire che la tecnologia, nei periodi di chiusure forzate o di quarantene obbligatorie, ha permesso di salvaguardare la cultura e la formazione, aiutando le scuole a fornire il proprio servizio e a continuare il percorso didattico attraverso lezioni online, registrazioni, compiti e contatti diretti o indiretti con i propri studenti.  Occorre soprattutto ammettere che i mezzi di comunicazione hanno permesso, principalmente agli studenti più piccoli di non perdere l’abitudine all’incontro con gli insegnanti e gli altri compagni di scuola.

 

 

 

Respiriamo, soffermiamoci, e riflettiamo. Quanto tempo avremmo perso senza l’ausilio della tecnologia? Quante energie avremmo sprecato? Quanta diffusione e apprendimento della cultura avremmo tralasciato? Quanti ragazzi, soprattutto nei luoghi più difficili, avremmo lasciato in disparte senza poter seminare in loro il più piccolo seme di curiosità e interesse culturale? Nessuno mette in dubbio il fatto che la scuola sia fatta di quotidianità, frequenza, vicinanza e collaborazione, anzi, il distanziamento sociale, che è stato imposto, è il contrario della sua vera essenza. Il contatto umano, lo scambio di idee, di conoscenze, non possono esistere se non tra i muri di un Istituto Scolastico. Tuttavia, grazie alla tecnologia, nonostante le porte fisiche della scuola siano state chiuse, essa è stata capace di accogliere gli allievi, attraverso gli smartphone, i tablet, i computer e quant’altro possa offrire la tecnologia. Grazie ad essa, il sistema educativo non ha rinunciato alla quotidianità, ha assicurato agli studenti la continuità didattica, anche se tra non poche difficoltà, e gli insegnanti sono riusciti a rimanere al fianco dei propri alunni per continuare il lavoro didattico e soprattutto, per dimostrare la loro vicinanza a bambini, ragazzi e giovani. I mezzi di comunicazione, anche quelli più semplici, in un clima così difficile di chiusura e distanziamento, hanno permesso alla scuola di aiutare studenti ed insegnanti ad “aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni” [2]. Ogni singolo membro della scuola è stato “salvato” dalla tecnologia, che ha permesso a tutti loro di farsi compagni, di darsi coraggio e di andare oltre la fatica fisica e soprattutto quella mentale. La tecnologia ha “salvato” la didattica, che seppur chiamata DAD, desidera ardentemente perseguire il suo fine, ovvero l’educazione delle future generazioni, promuovendo la crescita culturale attraverso lo scambio di informazioni, proposte per mezzo di lezioni da remoto e scambi di materiale didattico su gruppi di classroom.

 

 

Un cambiamento epocale

Naturalmente, l’uso massiccio della tecnologia in ogni ambito della nostra vita, soprattutto in quello scolastico e accademico, ci fa riflettere sul fatto che ci troviamo nel mezzo di un grande cambiamento culturale e valoriale. Se precedentemente gli strumenti informatici erano malvisti e mal sopportati in quanto generatori di distrazione, oggi, paradossalmente, risultano indispensabili. La tecnologia ha permesso con fatica, durante la rapida diffusione di una pandemia globale, il prosieguo dello studio e del lavoro, garantendo in tal modo i diritti sanciti dalla nostra Costituzione. Con la mediazione dei mezzi di comunicazione, studenti e docenti all’interno dei muri delle proprie camere e distanti tra loro, si sono quasi per magia ritrovati, insieme ed uniti, all’interno di un’aula virtuale e così hanno potuto continuare l’attività scolastica. La scuola dunque, grazie alla tecnologia, ha potuto portare avanti la propria missione.

 

 

Al centro della scuola rimane la persona

Il COVID-19 quindi è stato un grande banco di prova per le istituzioni formative ed educative, ma è stato anche un’importante esperienza che permetterà alla scuola di migliorare e di fare il salto di qualità. Non possiamo dimenticare che l’ambiente educativo sia fatto di persone che si incontrano, interagendo direttamente e “in presenza”. Tale presenza, non costituisce semplicemente un elemento accessorio all’attività educativa, ma anzi, è la sostanza stessa di quel rapporto di scambio e di dialogo tra docenti e discenti, che è indispensabile per la crescita della persona e per la comprensione della realtà. Tra le mura delle aule scolastiche, nelle biblioteche e nei laboratori universitari, vengono a crearsi e a costituirsi delle relazioni e dei legami. Non sono coinvolti, quindi, solo i bambini dell’infanzia o della scuola primaria, ma tutte le persone che dall’infanzia, all’adolescenza e nella prima età adulta si trovano nel sentiero della crescita psico-pedagogico che non può realizzarsi senza l’incontro con gli altri. Tale presenza dell’altro fa nascere le condizioni necessarie per lo sbocciare dell’inclusione e della creatività.

 

 

La pandemia ha coinvolto anche i docenti, mettendo in discussione il loro metodo di insegnamento e l’approccio verso gli studenti, dando vita ad un processo di cambiamento e di arricchimento del proprio bagaglio culturale e didattico. La missione ardua e complessa che i docenti si trovano a svolgere quotidianamente, in presenza o a distanza, “ha bisogno di essere sostenuta attraverso una solida formazione continua che sappia andare incontro alle esigenze dei tempi, senza perdere quella sintesi tra fede, cultura e vita, che costituisce la peculiare chiave di volta della missione educativa attuata nella scuola” [3].

 

 

Riforma della scuola: innovazione e tradizione

La scuola quindi, dovrà inevitabilmente prendere atto del fatto che ci troviamo nel punto di non ritorno. I tempi sono maturi e non è possibile voltarsi indietro, da una parte dovrà incentivare un uso sempre più consapevole dei mezzi informatici per gli studenti, gli insegnanti, e le famiglie. Solo così si riuscirà a cogliere con profitto quest’esperienza che stiamo vivendo, così inedita ed inaspettata, per promuovere il potenziamento delle tecnologie e favorire una strategia nazionale della crescita della banda ultra-rapida. Mai come in questo periodo, ci siamo resi conto della necessità di una buona e veloce connessione internet. D’altra parte la scuola dovrà continuare a tener conto del fatto che la al centro dell’azione educativa vi è la relazione con la persona concreta e tra le persone reali che costituiscono la comunità educativa. Questa relazione tra persone, non può accontentarsi dell’incontro mediato attraverso uno schermo o nelle connessioni digitali, che rimangono pur sempre distanti. Ci troviamo quindi all’inizio di una nuova era educativa, nella quale dovremo essere capaci di trovare percorsi formativi nuovi che ci consentano di crescere insieme utilizzando gli strumenti relazionali che ci offre la tecnologia di oggi, pur non rinunciando all’ascolto e all’incontro reale con l’altro, donando tempo per una comune riflessione e progettualità, facendo tesoro dei racconti personali e progetti condivisi, degli insegnamenti della storia e della saggezza delle generazioni passate. Solo in questo modo sapremo davvero trarre vantaggio da un periodo di straordinaria sofferenza, anche educativa, dovuta alla pandemia, che in alcune regioni del mondo, ha causato l’allontanamento di milioni di bambini dall’educazione e dalla formazione, facendoli rimanere indietro nelle opportunità di sviluppo sociale e cognitivo. La scuola quindi ha l’occasione di rinnovarsi e migliorarsi, facendo passi avanti, sostenuta dalla tecnologia, ma con lo sguardo indietro e nel presente, ricordando che essa ha a che fare con l’uomo, e questo, non può far a meno della relazione reale con gli altri.

 

Michele Bianchi, studente IV anno teologia, Pontificio Seminario Leoniano, Anagni (Fr).

 

Sitografia

[1] PAPA FRANCESCO, Momento straordinario di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro, 27.03.2020. In http://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2020/documents/papa-francesco_20200327_omelia-epidemia.html

[2] PAPA FRANCESCO, Discorso al mondo della scuola italiana, Piazza San Pietro, 10 maggio 2014. In http://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/may/documents/papa-francesco_20140510_mondo-della-scuola.html

[3] CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, Lettera Circolare alle scuole, università e istituzioni educative, Città del Vaticano, 10 settembre 2020. In https://www.educationglobalcompact.org/it/villaggio-dell-educazione/lettera-circolare-a-scuole-universita-istituzioni-educative-855/




Carità è Condivisione

Gesù ci parla della Carità

«Amatevi gli uni gli altri come io ho amanto voi». Questo è il messaggio di Gesù: il cuore della vita cristiana, il principio base della vera Carità.

Papa Benedetto ci ricorda che Gesù è la Carità in persona.

Carità come centro della nostra missione
Carità, cuore della nostra missione

 

La carità nella Deus Caritas Est

La Deus Caritas Est ci mostra il volto di Dio caritatevole e ci invita ad essere carità a sua immagine.

 

Diritti di autore

L’immagine in articolo è presa dalla rete, è pubblica. La usiamo senza finalità di lucro.




MANTENERE VIVA LA SPERANZA

Un modo di “essere fratelli e sorelle”.

La realtà d’incertezza in cui viviamo, ci fa sperimentare la nostra fragilità, ci fa toccare con mano la nostra vulnerabilità; forse, le cose non torneranno ad essere come prima, ma ci si offre anche la grande opportunità di farci più consapevoli delle nostre risorse, della creatività, di quello che ci fa forti e di cui forse non ci siamo resi conto.

Di fronte a questo panorama, ci viene incontro come balsamo prezioso il fresco e fiducioso invito di Papa Francesco al numero 55 dell’Enciclica: “Fratelli tutti”:

Invito alla speranza, che «ci parla di una realtà che è radicata nel profondo dell’essere umano, indipendentemente dalle circostanze concrete e dai condizionamenti storici in cui vive. Ci parla di una sete, di un’aspirazione, di un anelito di pienezza, di vita realizzata, di un misurarsi con ciò che è grande, con ciò che riempie il cuore ed eleva lo spirito verso cose grandi, come la verità, la bontà e la bellezza, la giustizia e l’amore. […] La speranza è audace, sa guardare oltre la comodità personale, le piccole sicurezze e compensazioni  che restringono l’orizzonte, per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa». Camminiamo nella speranza. (1)

 

Con questa spinta a vedere oltre la realtà che stiamo vivendo, ad essere consapevoli che siamo capaci di aprirci a grandi ideali, a misurarsi con ciò che è grande, con ciò che riempie il cuore ed eleva lo spirito verso cose grandi, ci sentiamo chiamati ad alimentare relazioni, in modo che ci aiutino ad avvicinarci alle persone, specialmente alle malate e le loro famiglie, cerchiamo di entrare “on line”, per riuscire ad arrivare ad avere relazioni “on life. Sarebbe una forma di portare la tenerezza di Dio ad alcune persone che fanno parte di questa umanità sofferente.

 

Gesù Maestro e Pastore, ci ha dato l’esempio con la sua vita e ci dà la sua grazia per creare forme di vicinanza. La vicinanza, infatti, dice il Papa, è un balsamo prezioso, che dà sostegno e consolazione a chi soffre nella malattia.  In quanto cristiani, viviamo la prossimità come espressione dell’amore di Gesù Cristo, il buon Samaritano, che con compassione si è fatto vicino ad ogni essere umano, ferito dal peccato. (2)

Ribadisce il Papa: Il Signore è – non dimentichiamo – il Signore della compassione, della vicinanza, della tenerezza: tre parole da non dimenticare mai. Perché è lo stile del Signore: compassione, vicinanza, tenerezza.

Pregare in ogni momento, in ogni situazione, perché il Signore ci è vicino. E quando una preghiera è secondo il cuore di Gesù, ottiene miracoli. (3)

Con il desiderio di farci vicine ad alcune persone e sorelle ammalate e manifestare la nostra fraternità, e con la fiducia che il Signore ci è vicino, abbiamo preparato un piccolo video, inviandolo loro via whatsapp, con una proposta di preghiera, in modo di attivare con loro un dialogo. Cioè una forma di essere solidali e di unirci alle loro sofferenze, proponendo questa preghiera con la fiducia in Colui che è la Vita ed è venuto a darci vita abbondante (Gv 10,10).

 

In risposta a questo video, oltre il ringraziamento, sono giunte richieste e proposte:

  • Condividere in questi video scritti o meditazioni del nostro Fondatore, il Beato don Giacomo Alberione, sul come accogliere la malattia, o come fare un passo avanti nel trasformare queste sofferenze in apostolato.
  • Altre hanno condiviso il fatto che, oltre a commuoversi con la preghiera nel patire la malattia, sperimentano speranza e fiducia nel Signore della Vita.
  • È un momento che ha favorito l’incontro con Dio.
  • Hanno chiesto di lasciare uno spazio per presentare loro le proprie intenzioni.

Dopo questa piccola esperienza di avvicinamento attraverso il video inviato per whatsapp, abbiamo provato quanto sia importante e necessario continuare alimentando, attraverso questa via, la comunicazione e la relazione con le persone ammalate, per esprimere la nostra solidarietà fraterna e sororale, in modo da sostenerci nella fede nel Dio della Vita, ravvivare la speranza e esercitare la carità.

Maria del Refugio Saldate pddm

 

Sitografia:

  1. Francesco, Fratelli tutti, in http://www.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20201003_enciclica-fratelli-tutti.html (Consultato il 12-02-2021).

 

  1. Francesco, messaggio per la 29ma. giornata mondiale del malato, Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli (Mt 23,8). La relazione di fiducia alla base della cura dei malati.  http://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/sick/documents/papa-francesco_20201220_giornata-malato.html (Consultato il 8-02-2021)

 

  1. Francesco, Udienza generale, Biblioteca del Palazzo Apostolico, Catechesi sulla preghiera Pregare nella vita quotidiana, mercoledì, 10 febbraio 2021. In http://www.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2021/documents/papa-francesco_20210210_udienza-generale.html (Consultato il 15-02-2021).

 

 

 




Come si fa sito web

Secondo sessione di come si fa sito web.

https://www.youtube.com/watch?v=eDvlruj1b1A

 




LA NOSTRA DIPENDENZA DA DIO MISERICORDIOSO

Nessun Dio nessuna vita, conosci Dio e conosci la vita

La nostra dipendenza da Dio Misericordioso
L’infinita Misericordia di Dio

Introduzione

Gli esseri umani sono esseri sociali e sono sempre impegnati con la loro vita. Siamo tutti molto impegnati con i nostri impegni. Non abbiamo tempo di viaggiare interiormente. Nella nostra vita quotidiana il fattore più importante è dipendere da Dio che è il nostro Padre misericordioso. Ma l’uomo moderno e le famiglie nucleari non hanno tempo di mandare con Dio. È il Padre di tutti e tutti possiamo dipendere da Lui solo, cioè il mio Dio Padre. Anche Gesù ha invitato con il suo invito al suo discepolo e a tutti noi: – “Rimanete in me, poiché rimango anche in voi”.

Nessun ramo può dare frutti da solo; deve rimanere nella vite. Né puoi dare frutti se non rimani in me. “Sono la vite; tu sei i rami. Se rimani in me e io in te, porterai molti frutti; a parte me non puoi fare niente. ” (Giovanni 15: 4-5). Noi esseri umani abbiamo sempre bisogno di accogliere l’invito del Dio misericordioso.

Pertanto, ogni volta e qualunque cosa possiamo dire che ci sono alcune persone che sono i miei migliori amici, familiari, parenti ecc., Ma abbiamo tutti dei limiti. Possono soddisfarci con materiali e cose come regali nella nostra vita quotidiana. Ma c’è solo una persona che può concedere i miei desideri di cuore, la saggezza e la conoscenza non è altro che Dio.

È come il mio amico che posso parlare con lui perché credo che mi conoscesse quando ero nel grembo di mia madre. “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo e prima che tu nascessi, ti ho consacrato; Ti ho nominato profeta per le nazioni ”. (Ger 1: 5). Solo lui può soddisfare tutti i miei desideri e bisogni.

Il Padre misericordioso conosce tutti i problemi o le lotte che affrontiamo. L’unica soluzione è fidarsi di Dio. Ora la fiducia non significa presumere che Dio alla fine darà ciò che vuoi. No, la fiducia è credere che starai bene con qualunque cosa il Signore voglia. Poiché l’Eterno dà saggezza; dalla sua bocca derivano conoscenza e comprensione; (Pro 2: 6)

CAMMINANDO LONTANO DA DIO

Gli sciocchi dicono nei loro cuori: “Non c’è Dio”. Sono corrotti, compiono azioni abominevoli; non c’è nessuno che faccia del bene. (Sal 14: 1) Vorrei confrontare questa generazione attuale in quanto allontanando dal Signore alcuni degli incidenti in cui le persone non rispettavano il suo comandamento e non badavano alla sua presenza.

Il primo sarebbe: il popolo di Ninive nel libro di Giona per il cambiamento di cuore e il pentimento. “Giona iniziò a entrare in città un giorno di viaggio, e gridò, e disse:” Tra quaranta giorni, Ninive sarà rovesciata ” (Giona 3: 3-4).Ha camminato per tre giorni per attraversare la città da una parte all’altra, quindi la camminata di un giorno di Jonah non sarebbe stata all’altezza del centro città.

Il secondo sarebbe: “Stavano mangiando e bevendo, e si sposavano e venivano dati in matrimonio, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e venne il diluvio e li distrusse tutti.

Il terzo sarebbe: – Allo stesso modo, proprio come ai tempi di Lot: stavano mangiando e bevendo, comprando e vendendo, piantando e costruendo, ma il giorno in cui Lot lasciò Sodoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e distrusse tutti loro”. (Lc 17: 17-29).

COMUNICAZIONE

Quanto a me, il volo dell’uomo moderno da Dio è come quello del Figliol Prodigo (Lc 15) nel Nuovo Testamento. Il motivo che ho per questo pensiero è che più l’uomo è avanzato nella tecnologia e in molti altri campi si sta allontanando dal Signore e sta perdendo la fiducia in Dio e il rispetto per il bene. Più siamo comunicabili, più diventiamo occupati in questioni secolari per nulla interessate alle cose spirituali e a Dio. Non è più interessato a godere della presenza e cercare il Signore.

Ma questo talento e tutto ciò che abbiamo ottenuto da Dio, che abbiamo ottenuto per glorificare solo Dio. Il silenzio di Dio ha ritardato i piani di Dio. Il valore della sofferenza ha un valore inestimabile nel piano di Dio affinché tutto sia buono[1]. Le strutture di comunicazione sono disponibili in molti modi. Ma stiamo diventando egoisti e non abbiamo fiducia nel Signore. Inoltre, siamo interessati ad andare per cose mondane, il più delle volte seduti davanti ai media Facebook, Twitter, Tiktok, WhatsApp ecc.

Mentre stiamo godendo di tutti i tipi di comunicazioni nella nostra vita di oggi. Siamo come quello del figliol prodigo che non realizza o riconosce l’amore e la cura del Padre che ci benedice molte grazie e amore. Ma molti dei nostri problemi nel vivere per Gesù derivano dal problema alla radice che pensiamo di poterlo fare perché i campi della tecnologia e della comunicazione che siamo avanzati sentiamo di avere molta libertà.

Partiamo dal presupposto che abbiamo il potere. Quindi, abbiamo iniziato a provare a spingere il cammello attraverso l’occhio di un ago. E il nostro problema principale non è la fiducia nel Signore, ma la maggior parte delle volte diventiamo come quello del folle ricco del Nuovo Testamento “E dirò alla mia anima, Anima, che hai molti beni deposti per molti anni; rilassati, mangia, bevi, sii allegro. ” (Lc 12,19).

In questo pericoloso periodo di pandemia, Dio ricorda a tutti noi. “Ma Dio gli disse: ‘Stolto! Questa stessa notte ti viene richiesta la vita. E le cose che hai preparato, di chi saranno? ‘”(Lc 12,20). Dimentichiamo anche la certezza di Gesù a tutti noi “Io sono la vite; tu sei i rami. Coloro che dimorano in me e io in loro portano molti frutti, perché a parte me non puoi fare nulla. ” (15: 5).

DECISIONE DI TORNARE AL PADRE

Ogni volta che le persone di Israele peccavano contro il Signore e si rivolgevano a Lui con pentimento di cuore, non le respingeva mai, ma le dava e le accettava molto generosamente. Quando il popolo di Ninive credeva in Dio; proclamarono un digiuno e tutti, grandi e piccoli, si vestirono di sacco. Quando la notizia raggiunse il re di Ninive, si alzò dal suo trono, si tolse la vestaglia, si coprì di sacco e si sedette in cenere. “Dio ha visto le loro opere, che si sono allontanate dalla loro via malvagia.

Dio ha ceduto al disastro che ha detto che avrebbe fatto a loro, e non l’ha fatto. ” (Giona 3:10). La grande speranza del re si realizza. Dio cede. Lui cambia idea. Si allontana dalla sua rabbia feroce. Quando penso a questo punto, ciò che viene in mente al momento è tornare al Padre in questo periodo di grande virus corona pandemico, è un suggerimento di invito per l’intera umanità alla schiena al padre celeste.

Anche quando Gesù ha iniziato il suo ministero pubblico, le prime parole usate da Gesù non sono altro che il pentimento del cuore “Gesù che dice:“ Il tempo è compiuto e il regno di Dio si è avvicinato; pentirsi e credere nella buona notizia ” (Mc 1:15). E in questo periodo pandemico molti si pongono le domande: perché Dio è così? Per questa domanda posso sicuramente dire nella mia vita che ho visto quando il mondo intero è tornato a Dio che questo momento è il periodo Pandemico.

Perché ora molti di loro hanno capito che senza la divinità la misericordia non può avere alcuna soluzione per essere guarita da questa malattia[2]. Tutti coloro che cercano la risposta della pazienza trovano finalmente la risposta nel silenzio di Dio. La mia risposta a questa situazione di questi grandi guai per ciò di cui abbiamo bisogno è di ritornare al Padre misericordioso come quello del Figlio prodigo: la misericordia è pensata per essere ricevuta da Dio e data agli altri in modo illimitato.

La nostra relazione con Dio e l’accoglienza della sua misericordia deve diventare il fondamento della nostra vita. Ogni persona che Dio mette nella nostra vita sperimenterà la misericordia di Dio attraverso di noi in un modo che Dio sceglie. Mentre restiamo aperti a Lui, Egli ci userà per formare santi vincoli d’amore con tutti coloro che sono disposti a ricevere quell’amore.

IL PERDONO DI DIO 

Ma quando venne da solo, disse: “Quante mani di mio padre hanno il pane abbastanza e risparmiano, ma qui sto morendo di fame! (Lc 15:17). Nella maggior parte delle traduzioni della Bibbia questo 17 versetto è tradotto come “Finalmente tornando in sé, ha detto che è tornato in sé” quando ha avuto voglia di morire di fame fisica ed è insopportabile per lui sopravvivere senza cibo. Ha vissuto lontano dalla verità della sua esistenza[3].

Il sentimento del suo dispiacere / pentimento per il suo peccato / azione sbagliata è il risultato dell’introspezione dentro di sé nel 17v. era in grado di accettare la sua indegnità e pensava di aver perso il diritto di essere il figlio (eredità) suo padre, come quello della preghiera di Esdra (Ezra 9: 6, 15)[4].

“Quindi, è partito e è andato da suo padre. Ma mentre era ancora lontano, suo padre lo vide ed era pieno di compassione; corse e gli mise le braccia attorno e lo baciò”. (Lc 15:20). Camminò verso suo padre con sentimenti estremi (cuore pesante) di dispiacere ma prima di raggiungere la sua casa il padre compassionevole corse giù dalla cima della casa e lo abbracciò senza alcuna esitazione.

Qui dobbiamo riflettere sull’atto del Padre che quando il figliol prodigo stava tornando dopo un lungo intervallo di anni e nessuna delle persone del villaggio che lo circondava poteva riconoscerlo come figlio di quel ricco padre, ma solo suo padre lo riconosceva persino il suo aspetto esteriore è sfigurato come un mendicante in abiti trasandati.

È per dire che solo Dio può vedere il cambiamento interiore di una persona (Sal 33: 13-14, 1 re 29:17, 1 Sam 16: 7). Come diceva un uomo, “Sono sempre fiducioso di andare a Dio con i miei peccati, perché il perdono è un affare di Dio. Il compito di Dio è amarmi e perdonarmi”.

DECISIONE DI TORNARE AL PADRE CON PENITENZA

Qui dobbiamo riflettere sulla reazione di un genitore normale quando uno dei figli della famiglia è fuggito come questo figlio / figlia prodigo, alcuni genitori accetteranno il proprio figlio / a? Non credo che il loro atteggiamento o reazione andrà bene. Ma direbbero quanto hanno speso il loro tempo e denaro per scoprire dove si trovasse e cercare aiuto per i media, la polizia e così via. E avrebbero espresso tutta la loro rabbia a quella particolare persona o non gliene sarebbe importato o non avrebbero aperto la bocca per dire una parola.

Ma la reazione del Padre in questa storia è esattamente opposta e molto accogliente non solo, ma dà abbracci a un verme e ricorda di aver chiesto dove si trovasse la vita passata perché questo Padre era nuovo e suo figlio è cambiato internamente. In altre parole, se facciamo uno sforzo verso un passo verso Dio, Dio scenderà dieci gradini per accettare i Suoi figli / figlie a braccia aperte che ritornano con un pesante fardello di vita. È così che Dio sente di noi quando noi, attraverso il peccato, lasciamo la sua presenza e attraverso il pentimento ritorniamo a lui “.

E anche, in questo periodo, i media sono stati molto buoni perché per Spiritualmente, mentalmente per tutto ciò che è molto utile. E attraverso la videochiamata possiamo chattare e chiamare i miei vicini e cari. Molti di loro hanno iniziato a scrivere molti buoni articoli in grado di dare speranza agli altri e di disegnare le immagini, studiare canzoni come incoraggiare gli altri e comprendere la famiglia, i vicini ecc. E ci ricorda anche le tradizioni dei programmi passati che fanno video e invio attraverso i media. In questo modo molte cose sono iniziate durante il periodo di blocco.

RUOLO DELLA COMUNICAZIONE

Il ruolo della comunicazione ha acquisito notevole importanza oggi. La Chiesa cattolica ha la responsabilità di proclamare la parola di Dio ai suoi membri. Una comunicazione efficace è importante per la missione e l’evangelizzazione. L’evangelizzazione è possibile attraverso i social network (Facebook, Twitter, video Viva, Zoom, app Whats, Instagram, You Tube ecc.).

Può essere raggiunto dalle persone molto velocemente. Il ministero dell’evangelizzazione è stato dato nelle parole di Gesù ai suoi discepoli: deriva il suo mandato dalle parole di Gesù nel Vangelo “vai in tutto il mondo e proclama la creazione della Buona Novella a tutti” (Marco 16:15).

Evangelizzazione significa quindi comunicazione della Buona Novella, tre temi principali nella presentazione del Vangelo: uno, i sermoni seguono un segno di potere; due, l’uso della Scrittura quando appropriato; e tre, comunicazione attraverso l’interazione personale, faccia a faccia. Predichiamo sulla storicità di Gesù e sulla risurrezione, senza temere la natura divisiva del Vangelo, mostrando il potere di Dio prima dell’annuncio del Vangelo.

Attraverso i media possiamo estendere la nostra relazione umana. Qualsiasi informazione relativa alla relazione umana, all’istruzione, ai programmi di consapevolezza, alle nostre lotte ed esperienze quotidiane, alla parola di Dio e a molti dei nostri amici e popoli. Attraverso la comunicazione diventiamo più vicini a molti amici. I media e la tecnologia hanno aiutato l’intera umanità ad essere più attiva nelle comunicazioni. L’intero universo diventa villaggio globalizzato a causa delle comunicazioni.

[1] Tyler B.,Shalom tidings Christian spiritual magazine, Kerala, India 2016.

[2] https://www.gotquestions.org/God-is-merciful.html

[3] Joseph Ratzinger Pope Benedict XVI.,  Jesus of Nazareth, New York, 205.

[4] Maurice  M., The life of our Lord Jesus Christ, B.Herder book 33 Queen square, London 1953.

SITOGRAFIA

http://forum-phil.pusc.it/articoli/v02-a04

https://youtu.be/GFsY7mQKhWk




Il Sinodo dell’Amazzonia – il celibato in pericolo?

Su le social media come Twitter e Facebook, le persone gridano al pericolo che passi la autorizzazione ai diaconi permanenti o a uomini sposati di accedere o di poter ricevere l’ordinazione sacerdotale. Un canale francese di nome France 2 ha annunciato nel suo giornale che la richiesta è stata accettata dalla maggior parte dei vescovi, ciò però ha provocato dalla parte degli utenti di lingua francese incomprensioni e indignazioni.




Non avere di piu’ ma essere di piu’

l’aspirazione dell’uomo per le cose materiali e’ sempre stata al centro della sua vita, accumulare piu’ cose possibile. A lui non frega niente finche’ che sta bene. Avere di piu’ e’ la caratteristica di chi vive per se’ (l’uomo per se stesso). Ma la persona che vuole  essere di piu’ e’ colui che vive per altri, preoccuppa del dolore/soffferenza degli altri. E’ qualcuno che dona se stesso incondizionatamente per migliorare il suo contesto. Percio’ egli prende l’incarico al livello personale, locale o globale per cambiare la vita della gente.




RELIGIONE E RELIGIONI

PONTIFICIA UNIVERSITÀ URBANIANA

Istituto Superiore di Catechesi e Spiritualità Missionaria

 

 

CS1010

COME SI FA UN SITO WEB

LA RELIGIONE E LE RELIGIONI

 

 

 

 

Docente:

Prof. Petricca

Studentessa: Happiness Eze                23731

 

 

 

 

Anno accademico 2018-2019

Roma

 

INTRODUZIONE

Religione e’ una cosa che regole la vita, come i sentimenti e manifestazioni di tribut, anche il modo che l’uomo da rispecto a DIO. questo antropologicalmente e’ cultural di ogni essere umano perche fa parte della nostra vita. in questo senso nella diversita della religione cioe’ religioni ogni uno ha sua e anche considere che sua puo essere meglio dell’ altra ma in realta qualunque sia,  siamo tutti creati da lo stesso Dio e abbiamo tutti lo stesso scopo cioe’ di lodare Dio e stare con lui  per tutte le nostro vita

 

 

 

CAPITOLO PRIMO

DIO NOSTRO PADRE

 

Padre Nostro” Abba, Padre, è il nome che Gesù usa per rivolgersi a Dio. Rivela la nuova relazione con Dio che deve caratterizzare la vita delle comunità (Gal 4,6; Rom 8,15). Diciamo “Padre nostro” e non “Padre mio”. L’aggettivo “nostro” mette l’accento sulla consapevolezza di appartenere tutti alla grande famiglia umana di tutte le razze e credo. Pregare il Padre ed entrare nell’intimità con lui, vuol dire anche mettersi in sintonia con le grida di tutti i fratelli e le sorelle per il pane di ogni giorno. Vuol dire cercare in primo luogo il Regno di Dio. L’esperienza di Dio come Padre nostro è il fondamento della fraternità universale[1]

L’espressione “che sei nei cieli” mostra  infine l’adeguatezza e l’idoneità della nostra preghiera. Infatti la  preghiera che preghiamo ha le dovute condizioni se nella formula “che sei nei cieli” prendiamo i cieli per i beni spirituali ed eterni, nei quali è riposta la nostra eterna felicità. E questo ha due motive.

L’uomo e’ creato solo per Dio a niente altro, se’ cosi signfica che la vita di per se e’ preghiera, lode e continua adorazione a Dio, affinche siamo in questo mondo abbiamo il dovere di rivolgersi al Dio che determine ogni esistenza. Siracide 2 parla dell fedelta, da consiglio al chi voule essere un buon figli di Dio cioe’ di avere timore di Dio, insenso di tenere o osservare la comandamento di Dio e fulggiere il male, libri di sapienza mostra l’opposizione tra il giusto e gli empi, cosa dobbiamo imparare qui e’ che il giusto sara ricordato da sempre. Dio creatore  per vivere con Dio bisogno il timor di Dio, il timore non è paura ma la avvicinata a Dio. Anche questo è uno di dono dello spirito. Non credere di essere saggi , temi il signore e sta lontano dal male.

Amore di Dio verso il suo popolo non ha limiti, e’ un amore unico che ambiente l’amore di ogni essere umano, chi non sa amare il suo prossimo non sappra anche amare Dio nor guistare la amore di Dio, perche Dio non divide amore con nessuno, cioe’ nostro Dio voule che siamo per Lui e solo per Lui, se resteremo fedele a Dio vivere per sempre con Lui, questo vere al compimento quando riuscieremo al vedere il vouto di Dio in ogni uomo.

Primo:  perché così si accende in noi il desiderio delle realtà celesti. Il nostro desiderio deve essere rivolto là dove abbiamo il Padre, perché là c’è la nostra eredità. Dicono gli Apostoli: “Cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio” (Col 3,1) e “per una eredità che non si corrompe,(1pt1,4).

Secondo: perche con questo la nostra vita si modella fino a diventare celeste, noi diventiamo conformi al padre celeste, secondo quanto si legge: “quale è il celeste, cosi anche i celesti” (1 cor 15, 48). Infatti il desiderio di cose celesti e una vita celeste sono le due cose che rendono l’orante idoneo a chiedere. E per esse la preghiera ha quello che deve avere per domandare.

L’uomo può rivolgersi a Dio come un figlio, chiamandolo “Padre”, come ha fatto Gesù. Questa familiarità del rapporto con Dio nasce nei cristiani dalla consapevolezza di essere figli nel Figlio, è ricordata molte volte nel Nuovo Testamento. È infatti una nota qualificante, che segnala l’originalità cristiana.

1] Parole Nuove – Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo TESTO Commento Matteo 6,7-15 a cura dei Carmelitani   (03/03/2009).

 

CAPITOLO SECONDO

RELIGIONE E RELIGIONI

 

Religione e’ fiori con diversi colori, Abbiamo una religione ma diviso in diversi credenza. Religione è una particularita di credenze, vissuti, riti che coinvolgono l’essere umano, modo di vivere tradizionale or anche culturale.

Le religioni hanno le loro idee, molto diverse dalla verità centrata su Dio che si trova nella Bibbia e qui dobbiamo fisare nostro squado per fa ci aprofondire perche’ diversi religione.

Le vie dell’uomo sono tutte estremamente peccaminose: il cuore è ingannevole sopra ogni cosa e disperatamente malvagio: chi può saperlo? Io, il Signore, scruto il cuore, provo le redini, fino ad ogni uomo secondo le sue vie e secondo il frutto del suo agire (Geremia 17: 9-10). Poiché l’uomo è così malvagio, è normale che le idee dell’uomo sull’eternità e sulla salvezza siano gravemente corrotte.

diversi penseri delle religioni

Le diverse posizioni di fronte alle religioni determinano comprensioni differenziate riguardo all”attività missionaria’ della chiesa e al ‘dialogo interreligioso’. Se le religioni sono anch’esse vie alla salvezza (posizione pluralista), allora la conversione non è più l’obiettivo primario della missione, in quanto ciò che importa è che ciascuno, animato dalla testimonianza degli altri, viva profondamente la propria fede.

Il libri di Qoelet analizza l’esistenza umana come essere nel tempo e che si conclude con la morte. In essa si può essere felici, ma È importante prendere coscienza che c’è Dio che trascende il mondo. Il suo agire è perfetto ed egli giudica anche il male. L’uomo però non riesce a capire l’agire di Dio. Personalmente può solo affidarsi a ciò che gli viene accordato da Dio istante per istante. La teologia dell’alleanza come schema interpretativo del reale e della storia aveva usato il binomio “fedeltà/benedizione” e “infedeltà/maledizione”.

Le Leggi

Dall’uomo non dipende né la legge cosmica, né la successione dei momenti e voler capire ciò significherebbe comprendere Dio, ma ciò è impossibile. Il problema del valore della vita per procurare all’uomo l’immortalità, ma ciò si era mostrato pura follia perché l’uomo è stato creato mortale.

Religione

Per il Qoelet l’unica religione possibile è quella del “timor di Dio” ci conduce all’osservanza dei comandamenti. Il timor di Dio è garanzia di dare a Dio ciò che gli è dovuto, esso diviene anche fonte di sapienza (Pv 9,10).

La religione si basa sull fedi e credenze quando si tratta dell’accettazione dei poteri sovrumana sotto forma di Dio o degli dei. D’altra parte la teologia è lo studio del pensiero teistico. Ciò è particolarmente vero per il cristianesimo. Il teismo è l’accettazione della presenza di Dio o del potere sovrumano.

La nozione biblica di verità è diversa, perchè si fonda su un esperienza religiosa, quella dell’incontro con Dio ⁅…⁆ la verita in senso cristiano no è quindi il campo immenso del reale, che noi doveremo conquistare con uno sforzo di pensiero, ma è la verità del vangelo, la parola rivelatrice del padre, presente in Gesừ Cristo ed illuminata dallo Spirito, che dobbiamo accogliere nella fede perchè trasformi le nostre esistenza. La verità di salvezza risplende per noi nella persona del Cristo, che è insieme mediatore e pienezza della rivelazione, e ci è autenticamente comunicta nei libri santi [1].

[1] I. De La Potterie, dizionario di teologia biblica a cura di Giovanni viola e Ambretta milanoli, edizione italiana 1976 Pg.1356-1363.

 

CAPITOLO TERZO

EVANGELIZZAZIONE E DIALOGO INTERRELIGIOSO OGGI

 

La via della verità, la via giusta

Le diverse posizioni di fronte alle religioni determinano comprensioni differenziate riguardo all”attività missionaria’ della chiesa e al ‘dialogo interreligioso’. Se le religioni sono anch’esse vie alla salvezza (posizione pluralista), allora la conversione non è più l’obiettivo primario della missione, in quanto ciò che importa è che ciascuno, animato dalla testimonianza degli altri, viva profondamente la propria fede.

La posizione inclusivista da parte sua non considera più la missione come un impegno per impedire la dannazione dei non evangelizzati (posizione esclusivista). Riconoscendo anche l’azione universale dello Spirito Santo, osserva che essa, nell’economia salvifica voluta da Dio, possiede una dinamica di incarnazione che la porta a esprimersi e ad oggettivarsi: in tal modo la proclamazione della parola conduce a pienezza questa stessa dinamica. Non significa soltanto una tematizzazione della trascendenza, ma la sua maggiore realizzazione, ponendo l’uomo di fronte a una decisione radicale: l’annuncio e l’accettazione esplicita della fede fa aumentare le possibilità di salvezza e anche la responsabilità personale. Inoltre la missione si considera oggi come rivolta non soltanto agli individui, ma soprattutto ai popoli e alle culture.

Dialogo tra le religione

Il dialogo interreligioso si fonda teologicamente sia sulla comune origine di tutti gli esseri umani creati a immagine di Dio, sia sul comune destino che è la pienezza di vita in Dio, sia sull’unico piano divino di salvezza mediante Gesù Cristo, sia sulla presenza attiva dello Spirito divino tra i seguaci di altre tradizioni religiose (Dialogo e annuncio, n. 28):

È necessario che la Chiesa sia presente in questi raggruppamenti umani attraverso i suo} figli, che vivono in mezzo ad essi o ad essi sono inviati. Tutti i cristiani infatti, dovunque vivano, sono tenuti a manifestare con l’esempio della loro vita e con la testimonianza della loro parola l’uomo nuovo, di cui sono stati rivestiti nel battesimo, e la forza dello Spirito Santo, da cui sono stati rinvigoriti nella cresima; sicché gli altri, vedendone le buone opere, glorifichino Dio Padre (58) e comprendano più pienamente il significato genuino della vita umana e l’universale legame di solidarietà degli uomini tra loro[1].

La presenza dello Spinto Santo non si dà allo stesso modo nella tradizione biblica e nelle altre religioni, poiché Gesù Cristo è la pienezza della rivelazione. Tuttavia esperienze e intuizioni, espressioni e comprensioni diverse, provenienti a volte dallo stesso “avvenimento trascendentale”, danno grande valore al dialogo interreligioso. Proprio attraverso questo si può svolgere il processo personale di interpretazione e di comprensione dell’azione salvifica di Dio:

Tutti gli uomini sono chiamati a formare il popolo di Dio. Perciò questo popolo, pur restando uno e unico, si deve estendere a tutto il mondo e a tutti i secoli, affinché si adempia l’intenzione della volontà di Dio, il quale in principio creò la natura umana una e volle infine radunare insieme i suoi figli dispersi (cfr. Gv 11,52). A questo scopo Dio mandò il Figlio suo, al quale conferì il dominio di tutte le cose (cfr. Eb 1,2), perché fosse maestro, re e sacerdote di tutti, capo del nuovo e universale popolo dei figli di Dio. Per questo infine Dio mandò lo Spirito del Figlio suo, Signore e vivificatore, il quale per tutta la Chiesa e per tutti e singoli i credenti è principio di associazione e di unità, nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere (cfr. At 2,42). In tutte quindi le nazioni della terra è radicato un solo popolo di Dio, poiché di mezzo a tutte le stirpi egli prende i cittadini del suo regno non terreno ma celeste[2]

“Una fede che non si è fatta cultura è una fede che non è stata pienamente recepita, non è stata interamente pensata, non è stata fedelmente vissuta”. Queste parole di papa Giovanni Paolo ii nel suo lettere al cardinale segretario di stato, precisano l’importanza dell’inculturazione della fede. Si costata che la religione è il cuore di ogni cultura, come istanza di senso ultimo e forza strutturante fondamentale. In tal modo l’inculturazione della fede non può prescindere dall’incontro con le religioni, che dovrebbe realizzarsi soprattutto attraverso il dialogo interreligioso

« Tuttavia Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità »[3]

[1] CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, decreto su l’attivita’ missionaria della Chiesa, ad gentes divnitus,7 dicembre 1965, n. 11, EV/1 (1962-1965),  631.

[2] CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen Gentium, 28 ottobre 1965, n. 13, in EV/1 (1962-1965) EDB, Bologna 1976, pg.147.

[3] Ipd. N. 9.

 

CONCUSIONE

 

Siamo tanti ma siamo una , quindi chi non sa amare il suo prossimo non può essere un buon religious in qualunque religion che sei, proviamo a riconscere che in ogni uomo ce Dio perche siamo tutti dalla stessa famiglia di Dio,

in fine la vera religione e’ solo la religione che ha Dio al centro della suo culto e ha il timore di Dio che lo aiuta ad rimare fedele nel suo union con suo creatore Dio padre. Riconsciendo Dio in ogni uomo e evitando il male, non e’ facile pero andiamo avanti con gioia il signore ci aiuta.

 




Il pastore: comunicatore della giusta informazione

Il pastore: comunicatore della giusta informazione

autore Filip Subotić

Il compito di questo articolo tratterà come il pastore deve essere competente per comunicare le informazioni utili, in specifico quelle che provengono dal internet. La parola di importanza sta proprio sulla comunicazione, perchè oggi siamo bombardati dalle informazioni inutili e pure da quelle oscurate. Quando dico oscurate mi riferisco a quelle trasmesse in modo tecnico, molto dificile per ripetere e quasi imposibili da imparare. Per quello il pastore nei tempi moderni deve prendere cura di trasmettere la informazione comprensibile o indirizare al popolo alla giusta fonte. Oggi troppa gente giudica o rifiuta quelle fonti ma se sono fatte dalle persone che possiedono la formazione giusta, cioè avere non solo chiarezza dell’informazione utile ma sopratutto stimolante per le persone, quella è la informazione che deve essere indicata. In questo articolo chiedero di coprire alcuni sorgini fruttuose per la crescita ai vari campi.

Il decreto Optatam Totius parla di questo punto nel n.11 «… La disciplina nella vita di seminario deve considerarsi non solo come un sostegno della vita comune e della carità, ma anche come un elemento necessario di una formazione completa in vista di acquistare il dominio di sé, assicurare il pieno sviluppo della personalità e formare quelle altre disposizioni di animo che giovano moltissimo a rendere equilibrata e fruttuosa l’attività della Chiesa.»[1]

1. TED Talks (Technology Entertainment Design) https://www.ted.com/#/

Il sito [2] presenta discorsi da persone che condividono le loro esperienze su un certo argomento, oppure un tema preparato da una persona qualificata con grado accademico su questi argomenti. Le tematiche sono varie e la ricchezza del contenuto è enorme. Dalle innovazioni, tecnologia, economia, disegno, salute; fino alle testimonianze delle persone con i consigli come ordinare la nostra vita e per acquistare le massime capacità. I convegni presentati sono fatti da vari posti al mondo e per quello tutto il contenuto è in inglese.

2. Be inspired canale di Youtube https://www.youtube.com/channel/UCaKZDEMDdQc8t6GzFj1_TDw

Il sito [3] ben organizzato è pieno di ricco contenuto. Contiene varie interviste di personaggi famosi e le loro testimonianze, oppure, tematiche ben preparate da specialisti delle scienze applicate. Riguardano pure lo sport, la qualificazione professionale, l’orizzonte culturale etc. I video sono di durata adeguata tra 6 a 30 minuti e il contenuto è da insegnamento. Il sito presenta una varietà di contenuti fino a consigli di famosi scienziati, atleti, attori etc. Un mio video preferito, che commuove ognuno che lo ascolta, è fatto dal biologo dr. Bruce Lipton che spiega come siamo programmati alla nascita https://www.youtube.com/watch?v=7TivZYFlbX8.

3. I video di Derek Prince https://www.youtube.com/watch?v=MFOPC6gsFec

Tutti i video disponibili di Derek Prince [4] sono molto densi su una tema. Offrono un percorso vasto oltre il baccalaureato di Teologia. I video sono lunghi, li considero però fruttuosi per la formazione teologica. Peter Derek Vaughan Prince (1915-2003) era insegnante di Bibbia, e il suo programma radiofonico quotidiano, Derek Prince Legacy Radio, era trasmesso in tutto il mondo in varie lingue.

4. I miei favoriti canali di Youtube delle scienze alimentari https://www.youtube.com/channel/UCe0TLA0EsQbE-MjuHXevj2A e la spiegazione animata di come funziona la teoria in prattica https://www.youtube.com/channel/UCadiU6WTKl65HUwEih1XLYg

Il primo è il canale del Jeff Cavaliere [5], famoso online istruttore del fitness. Il suo grado accademico e la sua biografia possono letti qui. Offre i migliori esercizi gratuitamente con la spiegazione e annota gli errori comuni degli esercizi fisici. Si possono trovare sul canale di Youtube Athlean-X. Mentre il suo sito contiene un intero programma sia per la palestra sia in privato con alcuni esercizi raccomandati.

Il canale Picture Fit [6] affronta le conoscenze che normalmente non vengono spieate dagli instruttori di palestra. Si tratta di tematiche di scienze alimentari, benefici, consigli per i cibi, pericoli etc. Tutto che si deve sapere prima di fare un serio lavoro o/e la palestra.

5. Far From Average canale di Youtube sulla psicologia in esempio https://www.youtube.com/channel/UC6Iaz96RkYE-MOjnq5NPgqw

Il canale [7] che merita essere indicato è senz’altro Far Form Average, perchè tratta la psicologia dai vari punti di vista e in diversi aspetti. Il canale contiene i video che trattano la psicologia dal punto di vista maschia per aiutarci a comprendere i diversi punti di comportamento. I videi trattano la psicologia feminile con il senso di aiutarci a scegliere un maschio la ragazza ideale per lui però pure vengono trattati gli archetipi feminili in estremità per evitare. Dal punto di vista machile vengono trattati i sbagli quali siano consigliati per evitare o i valori e comportamenti buoni per aiutarci a costruire il comportamento e il carattere ideale. Il canale è molto fornito in contenuto e tratta psicologia prattica però si possono trovare i video quali trattano alcuni fondamenti psicologia. Il contenuto è sempre in agiunta e si trovano sempre nuovi videi che meritano essere visti.

 

 

Per concludere…

Ho raccomandato questi mezzi, per offrire un piccolo orizzonte che comprende lo spirito, l’anima e il corpo della persona. Ovviamnte ci stanno molti altri, ho cercato di raccomandare quelli che sono più affidabili. Canali con contenuto dato da persone con preparazione ed esperienza. Alcuni offrono nozioni, altri aiutano a crescere nel pensare e nel riflettere però tutti comunicano le informazioni che stimolano la crescita personale.

Oggi non tutti hanno accesso alla formazione universitaria. Però non vuol dire che dobbiamo smettere di interessarci prima di fare le scelte per la nostra vita. La fame per sapere deve essere nutrita da giusti fonti che sono disponibili ed il pastore è proprio colui che comunica le informazioni oltre la teologia. In antichità le persone andavano dai preti per qualsiasi aiuto di quale avevano bisogno. Ora ci sono psicologi, medici, educatori di vario grado…però quello non vuol dire che i pastori non possono essere la competizione. Nel mondo di troppi contenuti qualcuno deve essere competente di comunicarci a noi quello che è necessario a sappere ed è pastore ottimo mezzo per stimolare la crescita delle persone.

[1] http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_decree_19651028_optatam-totius_it.html (acesso: 05.03.2019.)

[2] https://www.ted.com/#/ (acesso: 05.03.2019.)

[3] https://www.youtube.com/channel/UCaKZDEMDdQc8t6GzFj1_TDw (acesso: 05.03.2019.)

[4] https://www.youtube.com/watch?v=MFOPC6gsFec (acesso: 05.03.2019.)

[5] https://www.youtube.com/channel/UCe0TLA0EsQbE-MjuHXevj2A (acesso: 05.03.2019.)

[6] https://www.youtube.com/channel/UCadiU6WTKl65HUwEih1XLYg (acesso: 05.03.2019.)

[7] https://www.youtube.com/channel/UC6Iaz96RkYE-MOjnq5NPgqw (acesso: 05.03.2019.)




Oltre il Confine

“All’improvviso c’è una luce che mi squarcia il cuore sento
una mano che mi prende senza alcun timore ed una voce
che mi parla in una lingua nuova qui sei al sicuro… vai”:
sono i gesti concreti della vera accoglienza e solidarietà che
evocano le parole di Gesù: “Venite, benedetti del Padre mio…
perché ero straniero e mi avete accolto” (Mt 25,35).

Quello dell’accoglienza degli immigrati è oggi un tema che fa molto discutere e, spesso, assistiamo a ingiuste chiusure proprio da parte del governo.
Non è possibile non rendersi conto che di fronte ad un problema come quello del fenomeno immigrazione si dovrebbero cercare delle soluzioni, delle strade possibili e non fingere che ciò non ci riguardi.
Il problema non è risolvibile in Italia? D’accordo, si tratta anzitutto di esseri umani che rischiano la vita, intanto vanno accolti, dopodiché portiamo il problema in Europa, quindi risolviamolo insieme agli altri membri.
È aberrante il pensiero che questi immigrati che fuggono disperatamente dai lager libici per salvare la propria vita, quella dei propri figli, raggiunte le coste di Lampedusa vengano rispediti in quei lager.
Caspita ma la nostra cultura da dove deriva? Non affonda le proprie radici in quell’ humanitas classica di cui siamo figli? Quella di Virgilio, di Cicerone, del Petrarca… com’è accettabile che abbiamo smarrito le nostre radici, com’è accettabile che la nostra cultura, laica che sia, abbia perso ogni barlume di umanità?
Accogliere vite umane che rischiano di morire non è affare facoltativo, è un debito di giustizia verso il più debole che è costretto a fuggire. È poi questione di solidarietà, perché i problemi di chi ha più bisogno, sono anche i nostri.
Salvini si sta comportando come un padre di famiglia che davanti ad un problema invece di affrontarlo, si tira indietro se ne lava le mani.
E che cos’è oggi la società globale se non una grande famiglia?
Il periodo storico in cui si parlava di Stati nazionali è cultura vecchia, appartiene all’Ottocento; oggi siamo parte di un mondo globalizzato dove i problemi di ciascuno diventano i problemi di tutti. I filosofi contemporanei parlano di “interdipendenza”… Non possiamo scandalizzarci se una parte del mondo non occidentalizzato coltiva sentimenti di odio, desideri di vendetta quando il vero scandalo è a monte ed è il nostro egoismo esacerbato ai danni dell’altro.
Papa Francesco che per altro è uno dei più grandi intellettuali del nostro tempo, parla di cultura dello “scarto”. Secondo questa definizione gli ultimi, il nostro scarto appunto, sono direttamente responsabilità nostra, responsabilità di chi pensa solo per sé stesso.
Siamo parte di una grande famiglia, sempre più multietnica, multireligiosa, frutto di un mondo globalizzato. La sfida che ancora ci attende è quella di globalizzare l’accoglienza e la solidarietà.

 

Angela Taglialatela




Come noi pessiamo sul Quaresima

Quaresima

  1. Quaresima

significa letteralmente “40 giorni prima della Pasqua”. Si tratta, infatti, di un periodo che precede una delle più grandi feste cristiane, la Pasqua appunto, che celebra la Resurrezione di Gesù, figlio di Dio.

Il periodo di Quaresima è visto da tutti i cristiani come un’opportunità per avvicinarsi ancora di più a Dio, alla fede.

Per le Scritture, il corpo è immagine e somiglianza di Dio. È grammatica di Dio che si inscrive nella nostra pelle. È la lingua materna di Dio». (Josè Tolentino Mendonça – poeta e teologo portoghese – “La mistica dell’istante” – Vita e Pensiero 2015).

Dio è sempre accanto a noi, possiamo sentire la sua presenza al nostro fianco in tanti modi, in particolare attraverso il dono dei cinque sensi.

Vista, udito, tatto, gusto e olfatto sono il punto di partenza per cogliere il bello delle cose che ci circondano e per entrare in relazione con le persone che incontriamo nel corso delle nostre giornate e con Dio. Attraverso il nostro corpo possiamo fare esperienza di Dio e testimoniare in prima persona il Suo grande Amore per noi.

Questo cammino quaresimale vuole essere un itinerario alla scoperta e ri-scoperta dei cinque sensi capaci di farci prendere coscienza di ciò che siamo e di condurci fra le braccia del Padre. Proveremo insieme a dare senso e gusto alla nostra vita, ad ascoltare con il cuore, a profumare di bontà, a ri-donare vita e a guardare con amore alle persone e al mondo circostante. L’esperienza della vista di uno splendido tramonto, del profumo inebriante di un fiore primaverile, del caldo abbraccio di un amico perduto e ritrovato … potranno così trasformarsi nell’esperienza dell’incontro con Dio; istanti unici in cui la vita dell’uomo e quella di Dio si avvicinano fino al punto di accarezzarsi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




SACRA FAMIGLIA – SECONDA SERIE di Vincenzo Ruggiero Perrino

SACRA FAMIGLIA

SECONDA SERIE

di Vincenzo Ruggiero Perrino

 

 

Episodio 2

Questa mattina su Nazareth il sole non si decide ad uscire da dietro le nuvole. Non essendoci le lezioni a scuola, Gesù, Giovanni e gli altri amici, cominciando a sentire un po’ di noia, hanno deciso di fare un giro nella piazza del paese, per cercare di ingannare il tempo prima di pranzo. Come di consueto, i banchi del mercato, che quotidianamente animano il paese, hanno portato nuove mercanzie e ovunque c’è una vitalità che subito entusiasma i ragazzi.

C’è gente che cammina velocemente tra i banchi, comprando le cose che occorrono in casa; altri si fermano a parlare delle novità che vengono da Sepphoris o da altri centri più grandi; altri ancora parlano più a bassa voce, quasi stessero cospirando contro gli invasori romani; ci sono anche qualche scriba e qualche sacerdote che con aria altezzosa passeggiano nella piazza. Insomma: dappertutto le persone sembrano indaffarate nelle più varie attività.

«Ehi, guardate quel tizio che sta comprando le stoffe da Eli, il mercante di Cafarnao!», esclama uno degli amici.

«Beh, che ha di strano?», chiede un altro.

«Come che ha di strano? Guarda com’è ciccione: sembra una palla!», replica l’altro, scatenando ovviamente l’ilarità e le risate di tutti gli altri.

Allo sfottò si accoda pure Giovanni che dice: «Scommettiamo che se gli diamo una spinta lo facciamo rotolare fin davanti casa?».

Gesù si volta incrociando lo sguardo del cugino, quasi disapprovando quello che ha appena detto. Tuttavia, le risate degli altri a quelle battute sono così contagiose, che anche lui non può fare a meno di sorridere.

«E quella signora lì?», rincara la dose anche la piccola Sara, indicando con il dito verso una donna che sta acquistando delle erbe.

Tutti si girano dalla parte indicata e notano una donna molto ben vestita, ma con un naso talmente sporgente da far ridere tutti senza che ci sia bisogno di dire alcunché.

«Per la barba di Mosè, se quella si gira da questa parte, con il naso che si ritrova finisce che ci cava un occhio!», conclude un altro, facendo sì, con quella battuta, che le risate diventano proprio inarrestabili.

Passata la ridarella un po’ a tutti, Gesù, invece, ad un tratto dice: «Guardate, piuttosto, quell’uomo», indicando una figura lontana nella folla.

La figura indicata da Gesù è praticamente dall’altra parte della piazza, lontana da tutto e da tutti. Ad occhio e croce sembra un uomo completamente avvolto in una lunga veste scura, che porta una specie di campanaccio appeso al collo, e si regge ad un lungo bastone.

«Gesù, ma come hai fatto a notare quell’uomo così da lontano?», gli chiede il cugino.

«Ho la vista lunga, io…».

«Sì, vabbè, ma che ha di speciale quello lì? Non ha niente che faccia ridere», fa notare un altro amico.

«Infatti… Ascoltate bene…».

I ragazzini tutti si mettono in ascolto, ma il frastuono della piazza impedisce loro di capire alcunché. Tuttavia, avvicinandosi quell’uomo riescono a notare che al suo passaggio le persone si allontanano e man mano tacciono.

Poi, finalmente riescono a sentire ciò che quello va gridando: «Impuro! Impuro!». Al che comprendono che si tratta di un lebbroso.

«È un malato di lebbra!», esclama qualcuno di loro, provocando immediatamente il fuggi fuggi generale.

Soltanto Gesù resta dov’è, nonostante che quell’uomo sembri dirigersi proprio nella direzione dove si trova lui. Anche i sacerdoti e gli scribi che stavano facendo compere al mercato si allontanano, cominciando ad insultare il malato, intimandogli di rispettare la legge di Mosè e di ritornare nuovamente fuori dal paese.

Gesù comincia a dire a gran voce: «Dove scappate tutti quanti?».

Uno dei venditori del mercato gli risponde con apprensione: «Ragazzo mio, faresti bene ad allontanarti anche tu, se non vuoi rischiare di rimanere contagiato».

Pure Giovanni, che s’era poco prima allontanato con gli altri ragazzini, gli grida: «Gesù, non fare pazzie, vieni via. È molto pericoloso!».

Gli si avvicina uno scriba e afferratolo per il braccio lo trascina via quasi di peso, dicendogli: «Tu non sei per caso il figlio di Giuseppe? Conosco bene tuo padre! Vieni via, per l’amor del cielo!».

Convinto di averlo convinto a starsene buono, fintanto che il lebbroso non si sia allontanato definitivamente, lo scriba allenta la presa. Allora, Gesù riesce a sgattaiolare e raggiunge quell’uomo.

«Pazzo, torna qui!», gli grida dietro lo scriba.

E il sacerdote a lui: «Vallo a riprendere!».

«Fossi matto! Mica voglio ammalarmi. Se vuole infettarsi, peggio per lui!».

Scambiate poche parole con quell’uomo, che nessuno riesce ad udire, Gesù lo riporta al centro della piazza.

Giovanni gli dice: «Lascialo andare via. Non vedi che è malato?».

«I malati siete voi! Ma di testa! Quest’uomo è perfettamente sano!», dice a tutti Gesù.

«Ragazzo mio, tu devi aver perso il senno», gli dice, con aria di superiorità, un sacerdote.

Anche una delle donne del mercato commenta: «Poverino, così piccolo e già fuori di sé! Compiango i suoi genitori…».

«Siete voi che non sapete guardare oltre le apparenze! Guardate!», e detto questo fa cenno al lebbroso di togliersi di dosso la lunga veste.

Infatti, il suo corpo non presenta più alcuna piaga: è un uomo sano.

«Ma…», riesce solo a dire il sacerdote.

Pian piano tutti quelli che erano presenti nella piazza si avvicinano, increduli per quello che è accaduto: un uomo malato di lebbra, praticamente guarito sotto i loro occhi. Anche quello stesso uomo stenta a credere di non aver più alcuna infezione sul corpo.

«Che diamine è successo?», si sente qualcuno chiedere.

«Assolutamente niente, se non che voi sapete solo giudicare, senza veramente conoscere la verità», replica Gesù.

Anche i suoi amici gli si fanno incontro, e, raggiuntolo, Giovanni gli chiede:

«Ma com’è possibile. Lo abbiamo visto tutti che era malato, e ora non lo è più!».

Gesù fa un sorriso a tutti e poi dice: «Ma voi siete veramente sicuri che quest’uomo fosse malato?».

«Ragazzo», è lo stesso uomo a parlare, «ti garantisco che fino a pochi minuti fa io ero malato, e ora non lo sono più!».

«Tanto meglio, no?», gli risponde Gesù.

«Se era malato, deve presentarsi al tempio per fare le sue offerte», fa notare uno degli scribi.

Senza dar peso a quell’ultima precisazione, Gesù gli dice: «L’importante è che tu ora stia bene, e faccia tesoro della tua guarigione, tornando a lavorare e a stare in mezzo agli altri!». Poi, rivolto al sacerdote e a tutti gli altri della folla: «Dico bene?».

«Dici bene, ragazzo!», dicono un po’ tutti.

Poi, ripresa la parola gli dice: «Avete udito ciò che ha detto poc’anzi lo scriba? Che se costui era davvero malato, essendo guarito, deve presentarsi al tempio per le offerte».

«Sì, è così», conferma un sacerdote.

Allora Gesù si rivolge all’uomo: «Se anche tu dici che prima eri malato, devi fare ciò che ti dicono costoro».

Poi, circondato dai suoi amici, dice alla folla: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto essi dicono, bisogna farlo certamente, ma non ci si deve comportare secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. A loro piace imporre alla gente regole e leggi, che poco o niente hanno a che fare con Dio, e poi sono i primi a disattenderle. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: amano sedere ai primi posti nelle sinagoghe e nei banchetti d’onore. Avete notato come passeggiano qui nella piazza per ricevere i vostri omaggi e saluti? E come si riempiono di orgoglio quando li chiamate “maestri” e “padri”? Ma in realtà, bisogna soltanto ascoltare ciò che dicono, e ciò che essi dicono è che uno solo è il padre, ed è quello che sta in cielo!».

«Come ti permetti, saputello?», gli dice uno di quei sacerdoti.

«E tu come ti sei permesso di giudicare costui un lebbroso, senza nemmeno verificare se fosse guarito?».

Visto che quello tace, Gesù aggiunge: «Taci? Allora nemmeno io ti dirò perché mi sono permesso di dire ciò che ho detto!».

E conclusa la frase, si gira e si avvia, seguito da Giovanni verso casa, lasciando tutti con un palmo di naso.

Camminando camminando, Giovanni gli chiede: «Prima hai detto che non bisogna chiamare nessuno “maestro” o “padre”, però hai fatto seguire solo l’esempio di chi sia il vero “Padre”. E chi è il vero “Maestro”?».

Gesù lo guarda, sorride come sempre fa quando gli viene rivolta qualche domanda del genere, e poi gli risponde: «Questo ti sarà chiaro tra una trentina di anni…».

«Ti pareva che non mi rispondevi così!».

«Andiamo, va’, che il pranzo sarà quasi pronto».

E detto questo gli da uno scapaccione e corre avanti.

«Corri corri, che tanto ti prendo», replica Giovanni, cominciando a corrergli dietro.




CHIESA 3.0 dell’era del Web

CHIESA 3.0 dell’era del WEB

 

«Nel progetto di Dio, la comunicazione è una modalità essenziale per vivere la comunione. L’essere umano, immagine e somiglianza del Creatore, è capace di esprimere e condividere il vero, il buono, il bello»
Papa Francesco

La Chiesa ha sempre avuto una particolare attenzione alla comunicazione dell’annuncio del Vangelo a tutte le genti di tutti tempi e di tutti luoghi della terra. Questo ha comportato nel tempo l’utilizzo dei più svariati mezzi di comunicazione pur nella consapevolezza che questi erano usati anche per diffondere valori negativi per la società. Dalla prima Bibbia passando per la televisione, che in Italia era originariamente fortemente impregnata dalle direttive vaticane, fino ad essere la prima istituzione religiosa ad abbracciare Internet, la Chiesa è sempre stata lungimirante nel comprendere la portata rivoluzionaria delle innovazioni tecnologiche.

Chiesa ed Internet
Il Concilio Vaticano II ha ritenuto che i mezzi di comunicazione sociale sono “meravigliose invenzioni tecniche” per mezzo dei quali l’umanità ha la possibilità di avanzare “sempre più nella scoperta delle risorse e dei valori racchiusi in tutto quanto il creato”. In questo modo la Chiesa si è sempre prodigata di coniugare tecnologia e pastorale al fine di fare cultura che oggi ha assunto una caratterizzazione particolare tanto da indicare la nostra contemporaneità come “l’era del web”.
Nuovi linguaggi e strutture
Bisogna differenziare innanzitutto Internet dal web: mentre la rete Internet è l’infrastruttura tecnologica su cui viaggiano i dati, il Web o World Wide Web ( WWW ), è uno dei servizi, forse quello più usato, per il trasferimento e visualizzazione dei dati sotto la forma di un ipertesto: ad esempio una cosa è visualizzare una pagina web sul browser, un’altra cosa è scaricare la posta elettronica sul proprio computer. Questo sistema di comunicazione è basato sul protocollo di comunicazione HTTP ( Hyper Text Transfer Protocol ) e sul linguaggio HTML che consente agli utenti di leggere il linguaggio informatico.
Cenni storici
La rete internet nacque all’inizio degli anni ’70 per mettere in comunicazione gli elaboratori elettronici degli enti governativi e militari e successivamente anche per le istituzioni accademiche.
Il primo sito Web della storia fu realizzato da Tim Berners- Lee al CERN per comunicare un insieme di documenti statici. Una decina d’anni dopo il CERN decise di mettere a disposizione del pubblico il WWW rinunciando ai suoi diritti d’autore. Nel 1993 nasce Mosaic, il primo browser (l’applicazione per il recupero, la presentazione e la navigazione di risorse sul Web) e nello stesso anno in Sardegna fu creato il primo sito Web italiano (il secondo in Europa). L’iniziale comunicazione di documenti statici fu arricchito in seguito dalla possibilità di partecipazione degli utenti, l’apertura e l’effetto rete con la creazione di forum e gruppi per sfruttare le informazioni ed interagire. Link.  CRS4

Un nuovo universo esistenziale
La rete digitale non può essere considerata solo come uno strumento della comunicazione, ma un nuovo contesto esistenziale perché stimola alla relazione e alla comunicazione, opera un cambiamento nella progettualità, provoca sentimenti empatici e spinge all’azione. Questo ha comportato per esempio la gestione del gruppo da parte di un moderatore a cui viene data la possibilità di intervenire per far rispettare le regole. Ogni gruppo ha il suo regolamento il cui contenuto viene riportato nelle Frequently Asked Questions o FAQ che vanno prima lette attentamente dai nuovi partecipanti per osservare le regole e quanto scrivono gli altri iscritti. Nel messaggio o post è conveniente non assumere posizioni provocatorie in quanto è molto facile generare discussioni (flame) non costruttive. L’evoluzione del Web ha però anche raggiunto grande estensione di collegamenti virtuali e documentali da poter essere definito come un mezzo comune di informazioni per tutti gli uomini.

Mezzi e strumenti a disposizione
Il Web fornisce l’opportunità di aumentare la propria visibilità, trovare il pubblico giusto, investire il proprio budget in maniera efficiente riducendo gli sprechi e controllando in tempo reale i risultati che sono pertanto, misurabili.
Il blog è la piattaforma che permette di avere un software proprietario con un prodotto unico senza vincolo sui requisiti come avviene invece per una piattaforma di mercato che ha un budget economico più basso.
I Content Management Systems sono prodotti di mercato che permettono modifiche e creazioni di contenuti, tra questi il Word Press è quello più utilizzato nel mondo per la peculiare facilità di installazione e gestione con una grande community che permette supporto e aggiornamenti, una grande disponibilità di Template e Plugin (programmi che aggiungono nuove funzionalità come quella di ottimizzare il sito web come quello gratuito del SEO o a pagamento del SEM per ottenere maggior visibilità , blocco degli indirizzi il indesiderati, statistiche), gratis oppure professional. WordPress dà la possibilità di modificare ogni aspetto del sito: la grafica, la posizione dei menu, la larghezza del layout, i colori.
Per effettuare un’adeguata comunicazione ed interazione nella rete digitale occorre effettuare un piano strategico che deve prevedere il possesso di idonee competenze per sviluppare un pensiero critico verso i media, conoscere le pratiche che rendono la comunicazione rispettosa di altre culture, la raccolta dati della realtà, la relativa analisi (sfide, debolezze, nodi, individuare vision, finalità, obiettivi, attività, tempi, risorse, indici, programmare gli spazi social, prevedere ed effettuare l’implementazione del sito e dare la valutazione periodica).
L’attività di creazione e di gestione di un sito Web all’ interno dell’azione pastorale ecclesiale deve essere sostenuta con la preghiera e la fiducia nello Spirito Santo, vero responsabile della missione della “Chiesa 3.0 dell’era del Web”.

 




QUANDO LA COMUNICAZIONE CI PERMETTE DI SAPERE CHI SIAMO

Le francescane missionarie di Gesù Bambino e il “salvataggio dati” della propria storia

La Chiesa non può ignorare i cambiamenti, molti e senza precedenti, causati dal progresso in questo importante ed onnipresente aspetto della vita moderna…È importante guardare a queste nuove risorse come a strumenti che Dio, per mezzo della intelligenza e della ingegnosità umana, ha posto a nostra disposizione.

Sembra naturale pensare che queste parole siano tratte dall’ultimo messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali: i cambiamenti senza precedenti sono certamente dovuti ai fenomeni come  l’industria 4.0, i big data e le nuove risorse sono senza dubbio i social, internet delle cose, la robotica…

E invece ancora una volta la storia ci stupisce perché il brano è uno stralcio, sì del Messaggio per la Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali, ma quello del 1993, che portava il titolo «Videocassette e audiocassette nella formazione della cultura e della coscienza».

 

I tapes: i media degli anni ’80 e ’90

 

Proprio così, videocassette e le audiocassette. Quelle che oggi riempiono le nostre cantine e le nostre soffitte.

Papa Giovanni Paolo II dedica un intero discorso a questi mezzi che a quel tempo costituivano una grande risorsa  perché permettevano «di avere a portata di mano e di trasportare con facilità un numero illimitato di programmi audiovisivi» (Videocassette e audiocassette nella formazione della cultura e della coscienza, Messaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II per la XXVII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 1993ma di cui, allo stesso tempo -come per ogni nuovo media nelle mani dell’uomo- si ignoravano e (si temevano) le conseguenze.

Proprio come oggi: contenuti da trasmettere, memorie da salvare attraverso media che ri-mediano i media precedenti. (P. C. Rivoltella, 2018). Dall’invenzione della scrittura, infatti, l’uomo ha cercato mezzi, dispositivi sempre più avanzati (e capienti) per registrare informazioni, trasmetterle, salvarle.

Ri-mediazione è la rappresentazione di un medium nell’altro, è riprendere lo specifico comunicativo del mezzo che ha dominato la precedente stagione dello sviluppo della comunicazione aggiornandolo e ridefinendolo, ma sempre nella continuità rispetto alla sua funzione. (P. C. Rivoltella, Quale presenza ecclesiale nell’attuale contesto comunicativo, 71a ASSEMBLEA GENERALE, CEI, Roma, 21 – 24 maggio 2018)

Il processo evolutivo della comunicazione: dalla scrittura al typing

 

Al centro di tutto questo c’è, quindi, la necessità, insita nell’essere umano, di non dimenticare. Fare memoria, appunto. L’uomo biblico ascolta da Dio l’invito a fare memoria per vivere.

…perché tu possa raccontare e fissare nella memoria di tuo figlio e del figlio di tuo figlio come mi sono preso gioco degli Egiziani e i segni che ho compiuti in mezzo a loro: così saprete che io sono il Signore!” (Es 10, 2)

 

La necessità di “salvare dati” molto spesso viene da situazioni in cui la trasmissione della storia, così come essa è davvero accaduta, viene minacciata.

Così è successo a una donna vissuta alla fine dell’800: Barbara Micarelli, divenuta con la professione dei voti suor Maria Giuseppa di Gesù Bambino.

Memorie importantissime da conservarsi sempre[…] lasciate da me.

Dalle qui accluse memorie veggano le mie care figlie come è volontà di Dio che esse siano con me poverella vere figlie del poverello di Assisi, e sappiamo apprezzare si gran tesoro, di essere state cioè annoverate tra l’ordine Serafico.(Scritto 1)

Suor Maria Giuseppa di Gesù Bambino

“Andate e annunciate…” raccontare la Buona Notizia e la propria storia è la I missione della Chiesa. Se la comunicazione è l’unica possibilità di tramandare avvenimenti, di raccontare la vita nella sua bellezza e nel suo mistero, essa, allora, diventa, nella storia di suor Maria Giuseppa non un’opzione tra le altre, ma esigenza, sola strada perché quella “visione chiara e precisa” ricevuta da Dio, potesse continuare a portare frutti:

Consacrarmi al bene dei miseri, degli orfani, degli abbandonati, e per giunta divenire madre spirituale di anime col creare un Istituto di Suore che con me lavorassero nella Chiesa di Dio. (scritto 4)

 

 

Consegnare alle generazioni future la verità di una storia, della sua storia con Dio. Anche questo è un tema che sembra, nel tempo delle fake news, quanto mai attuale.

Con questa espressione [fake news] ci si riferisce a informazioni infondate, basate su dati inesistenti o distorti e mirate a ingannare e persino a manipolare il lettore. La loro diffusione può rispondere a obiettivi voluti, influenzare le scelte politiche e favorire ricavi economici. (La verità vi farà liberi (Gv 8,32). Fake news e giornalismo di pace, Messaggio Del Santo Padre Francesco Per La LII Giornata Mondiale Delle Comunicazioni Sociali, 2018)

Il tentativo continuo di un vero e proprio “salvataggio dati” emerge chiaramente dalle lettere scritte da suor Maria Giuseppa lungo i suoi anni di vita religiosa, unito al desiderio di verità.

In tutto deve primeggiare la verità e mai i raggiri e le astuzie del mondo (lett. 136)

…per la sola gloria di Dio amore alla verità e trionfo della giustizia (lett.314)

Anche per le francescane missionarie di Gesù Bambino si fa urgente la domanda che si è posta la Conferenza Episcopale Italiana nell’ultima Assemblea Generale:

come sia possibile articolare la comunicazione della e nella Chiesa ricavandone spunti per la riflessione teologica, l’attitudine educativa e la progettazione pastorale.(Comunicato Finale, 71a ASSEMBLEA GENERALE, CEI, Roma, 21 – 24 maggio 2018).

Come raccogliere un’eredità che questa famiglia religiosa riceve fin dalle sue origini? Come continuare quel desiderio, quella missione “fondativa” di raccontare la Buona Notizia, raccontare la Bellezza della Vita Consacrata, assumendosi «la responsabilità personale di ciascuno nella comunicazione della verità» (La verità vi farà liberi Papa Francesco, 2018)?

Se «la storia della comunicazione e dei media non è una storia di rivoluzioni, ma di continuità [in cui] i media successivi ri-mediano i media precedenti» (P. C. Rivoltella, Quale presenza…), allora diventa possibile guardare alla sfida comunicativa che ci sta davanti non come a un passo faticoso e a volte troppo lungo da dover compiere, ma come a un accorgersi della storia in cui siamo innestate, per vivere valori che rimangono tali, ma con possibilità aumentate, abitando i luoghi dove oggi è possibile incontrare quei “miseri, orfani, abbandonati” al cui bene suor Maria Giuseppa desiderò consacrarsi.

Non abbiate timore di farvi cittadini dell’ambiente digitale. È importante l’attenzione e la presenza della Chiesa nel mondo della comunicazione, per dialogare con l’uomo d’oggi e portarlo all’incontro con Cristo: una Chiesa che accompagna il cammino sa mettersi in cammino con tutti. (Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro, Messaggio Del Santo Padre Francesco per la XLVIII Giornata Mondiale Delle Comunicazioni Sociali, 2014)