Fede “onlife”

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L’impatto dei social sulla vita degli uomini e donne è oggetto di discussione che ha interessato gli esperti e continua ancora oggi a interessare anche la gente comune. La vita dell’essere umano ha una dimensione molto importante che è quella della fede. Ci occuperemo appunto di analizzare l’impatto dei “social” nella la dimensione spirituale dell’uomo al punto che oggi ci fa pensare alla possibilità di una fede onlife, ovvero tra fisicità e digitale.

 

Dove incontriamo il Signore?

Ci capita a volte di voler ridurre la dimensione spirituale al silenzio. Ma la “voce” di Dio trova sempre modo di farsi sentire, in quanto dimensione costitutiva dell’uomo, come sottolinea il Catechismo della Chiesa Cattolica: “l’uomo è un essere religioso” [1]. Ciò è palese durante i tempi di grandi prove. Ad esempio, guardando al tempo del Covid19 che stiamo ancora vivendo, si può affermare che l’uomo si è scoperto in maniera drammatica come un essere indigente, bisognoso di un Essere Trascendente che lo possa salvare. Ciò si è concretizzato per un bisogno di relazioni e di solidarietà, soddisfatto attraverso le diverse modalità di comunicazione che i social media ci offrono. Attraverso questi strumenti si sono sviluppate delle catene di preghiera online, di dibattito sull’avvenire dell’umanità, di incontri per sostenersi a vicenda.

 

La compatibilità con la vita

Nel lockdown abbiamo fatto esperienza di una fede che è mantenuta viva attraverso i social, per ogni età e condizione di vita.  Ne abbiamo beneficiato tutti, in modo particolare coloro che vivono fragilità. Proprio come sottolinea Papa Francesco: «nessun essere umano può essere mai incompatibile con la vita, né per la sua età, né per le sue condizioni di salute, né per la qualità della sua esistenza»[2]. La proposta vita è per tutti. Anche quando il contatto corporeo è impossibile, il mondo digitale ci aiuta a farci prossimo dell’altro.

 

I social come luogo di incontro con il Signore

A volte ci capita di commettere l’errore di pensare che il Signore si trova solo nei luoghi di culto. Di conseguenza, per incontrarlo bisogna andarvi e quando ve ne usciamo, lo lasciamo lì finché ritorniamo a trovarlo. Ciò fa pensare che siamo noi a fare il movimento. Spesso dimentichiamo che il primo movimento viene sempre da Lui. Il Signore ci raggiunge con vie diverse, anche mediante i social!

Questo incontro con il Signore non ha un luogo fisso o predeterminato, perché Lui ci raggiunge ovunque vuole. Per riconoscere la presenza del Signore, bisogna essere attenti e saper leggere i segni che Egli ci manda. Papa Francesco nell’enciclica “Fratelli Tutti” sottolinea: “la proposta è quella di farsi presenti alla persona bisognosa di aiuto, senza guardare se fa parte della mia cerchia di appartenenza”[3]. Ciò vuol dire che il Signore ci raggiunge in modo sempre inedito nel prossimo ferito, che grida aiuto.

 

Il Signore ci raggiunge attraverso il fratello/la sorella

Occorre imparare a rivisitare con la luce della fede i nostri rapporti con gli altri. Possono essere in presenza o distanza: ciò che conta è il nostro comportamento davanti all’altro, specie se sconosciuto. È una minaccia per me, o è un fratello, una sorella che devo accogliere come tale? Allo stesso modo risulta anche importante considerare il nostro rapporto con gli anziani. Il Signore ci raggiunge anche attraverso loro, e viceversa, attraverso di noi, loro dovrebbero vedere e sperimentare l’amore, la vicinanza del Signore. È legittimo, anzi doveroso, porsi queste domande: siamo sempre stati queste persone che portano loro il lume della gioia? Che rafforzano la loro speranza? Che li aiutano a vivere i giorni difficili e tesi alla luce della risurrezione? Il ruolo dei social nell’accompagnamento degli anziani, va incoraggiato, sostenuto, esplorato. Le persone anziane, infatti, con l’impossibilità di muoversi hanno trovato modo di nutrire la loro fede mediante il contributo dei media e delle reti sociali; soprattutto attraverso la radio e la televisione.

 

Idea della Chiesa a proposito dei social

Considerando importante l’incontro con il Signore anche attraverso i media e le reti, ci sembra doveroso fare un salto nella storia. Era l’8 settembre 1957 quando il Papa Pio XII  nella sua enciclica Miranda prorsus  si espresse sui mezzi di comunicazione sociali che si stavano sviluppando in quel periodo. La gente di quel tempo poteva ascoltare la Radio, vedere il cinema e seguire la televisione. Il Sommo pontefice affermò che quei mezzi erano e sono ancora oggi doni di Dio nostro creatore, dal quale proviene ogni opera buona. Egli sottolineò soprattutto l’importanza della vigilanza nel loro uso dicendo:

«Infatti, questi mezzi tecnici che sono, si può dire, a portata di mano di ciascuno, esercitano sull’uomo uno straordinario potere e possono condurlo così nel regno della luce, del nobile e del bello, come nei domini delle tenebre e della depravazione, alla mercé di istinti sfrenati, secondo che gli spettacoli presentano ai sensi oggetti onesti o disonesti». [4]

 

Parole da considerare  profetiche

La svolta con Internet

Qualche anno dopo, si aggiunse Internet. Anche con questo strumento la Chiesa, attraverso il Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, rimandò all’idea del Papa Pio XII. Precisò che la Chiesa riconosceva in quegli strumenti, dei doni di Dio. Essi sono infatti destinati a unire gli uomini in vincoli fraterni per renderli collaboratori dei sui disegni di salvezza.

Si è infatti notato che lo spazio digitale è un luogo di incontro e di condivisione. Ciò suscita occasioni di testimonianza, per condividere anche la gioia del vangelo, dell’incontro con Cristo, le esperienze di vita vissuta e confortare quelli che sono nella solitudine.

 

Condividere il nostro migliore

Un sacerdote durante l’omelia diceva ai fedeli: “siamo pochi ma non dobbiamo essere timidi”. Guardando la Rete, si può affermare che in tanti sono già scesi su questo campo. Molte sono le testimonianze cristiane, i momenti d’incontro, le preghiere, la celebrazione eucaristica a distanza – che va “presa” nei suoi limiti –, le prediche, che tanti bravi cristiani hanno pubblicato sui social. Questi hanno rigenerato fede, hanno cambiato vite di persone e soprattutto, il loro modo di vedere e di pensare alcune realtà che riguardano la fede. A conferma che anche attraverso questi metodi il Signore raggiunge ogni uomo nella sua quotidianità.

Tuttavia, nessuno può ignorare che questi mezzi possono avvicinare i lontani ma rischiano anche di allontanare i vicini, in quel mix di contenuti, che dicono la verità, ma anche il suo opposto. Nessuno, infatti, deve ignorare che la rivoluzione digitale può cambiare anche il modo di pensare le cose, visto il numero di quelli che sono nello stato di “dipendenza” a causa di alcuni contenuti dannosi che passano sul web. La domanda non è superflua: tutto ciò, non potrebbe anche riguardare il modo di pensare e di vivere la fede?

 

Dalla teoria a buone prassi: testimonianze

I social come luogo per testimoniare la fede

Molti cristiani hanno acquisito che i social sono un dono di Dio. Li riconoscono perciò come un mezzo di trasmissione della fede attraverso testimonianze condivise sulla loro vita cristiana, sulla loro vocazione, su temi teologici.

Vorrei sottolinearne alcuni

Un fatto importantissimo che rimarrà più che mai stampato nella memoria dell’intera umanità è la notte del 27 Marzo 2020. Il Santo Padre, solo e in mezzo alla grande piazza San Pietro, parla ad un popolo che fisicamente non c’è, ma ben presente attraverso i media. La sua parola di conforto ha potuto raggiungere ogni uomo nella sua situazione e nella sua realtà in qualsiasi continente. Il Papa in questo giorno, ha benedetto il popolo di Dio concedendo l’indulgenza plenaria a distanza. Con questo esempio possiamo affermare che l’opera del Signore Gesù ha diversi modi di manifestarsi nei cuori degli uomini.

Una persona (di una certa età) mi confidava questa testimonianza: “non ho mai sperimentato una vicinanza così forte con il Signore come l’ho provata attraverso la persona del Papa in questo giorno. Questo gesto mi ha fortificato nella mia fede. Mi ha dato il coraggio di lottare per custodire la fede e mi ha messo in comunione con ogni persona che soffre.

Insomma, egli ha portato un cambiamento nella mia vita”. Un esempio per dirci che il Signore, grazie ai social, raggiunge ogni uomo nella sua situazione. Questo esempio ci mostra con chiarezza un possibile contributo dei social per vivere la fede onlife.

 

Suscitare un desiderio di conversione

Cinque anni fa, una giovane ragazza decise di abbracciare la vita consacrata. Ella mise la sua testimonianza online sul canale youtube:  “Testimonianza di Marilena Civetta”,  dove ognuno che abbia interesse per la vita consacrata la può trovare.

Tantissime persone hanno visualizzato questa testimonianza. Pur non sapendo l’idea che hanno avuto dopo, l’importante è che la sua testimonianza mi ha portato a riscoprire la bellezza della mia vocazione. Quella ragazza non nasconde il suo passato non esemplare per ciò che riguarda la fede. Ella ci ricorda le parole del Signore: “Io non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori” (Mc2,13-17). Con questa parola, dice la giovane ragazza: «Noi siamo pieni di miseria, siamo fatti così e io li vivo con tanta dolcezza, perciò Dio ci ha amati per come siamo, per sollevarci, perciò la persona va presa da dove è, va amata come è» [5]. Quando ho consigliato questa testimonianza ad alcuni dei miei amici religiosi, le reazioni sono state tante e uno mi disse che si sentì liberato dalla paura di condividere con altri l’esperienza della sua vita passata perché la riteneva vergognosa. Quindi, la testimonianza di questa giovane ragazza ha rigenerato qualcuno.  Pur senza conoscersi o senza essere vicino: la sua testimonianza ha raggiunto, e raggiungerà, tante persone lì dove sono.

 

I social, scuola di preghiera

che  ha sviluppato tantissimi temi che hanno aiutato tanta gente i soprattutto i giovani cristiani. durante la prima fase del corona virus che anche adesso, nel suo video pubblicato sul canale youtube intitolato :A che cosa serve la preghiera? La sua idea sull’efficacia della preghiera ha aiutato tanti, compreso io stesso. Infatti, tanti non sanno bene a che cosa serve la preghiera, quindi non è venuto male il ricordarci la citazione di sant’ Ignazio di Loyola :“ prega come se tutto dipendesse da Dio e agisci come se tutto dipendesse da te”.

Il come e il perché pregare soprattutto durante i momenti difficile è un tema molto importante per tutti i credenti. sappiamo che nei momenti di calma ognuno può sentirsi autosufficiente. però durante le prove ognuno sente il bisogno degli altri e il loro sostegno. perciò ci promettiamo di pregare l’uno per l’altro.

Chi sta soffrendo molto chiede agli altri di pregare per lui. L’efficacia della preghiera però, non è toglierci il dolore o liberarci dal pericolo che stiamo affrontando. Come ce lo dice Don Alberto, la preghiera cambia noi stessi.  ci fa entrare nel cuore di Dio e ci fa cambiare la visione, dando senso alla realtà che si sta vivendo, persino delle cose assurde o terribili.

 

Un consiglio di Giovanni Paolo II (santo)

Tutti questi sono i nostri fratelli e sorelle. Dovremmo sapere veramente di che cose hanno bisogno.  Normalmente hanno bisogno di Gesù, come lo dice San Giovanni Paolo II ai giovani  nel suo testamento: « È Gesù che cercate quando sognate di felicità, è lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate, è lui la bellezza che tante vi attrae, è lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita, è lui che vi legge nel cuore le decisione più vere che gli altri vorrebbero soffocare »[6]. Quindi, dopo avere incontrato i nostri fratelli  e sorelle che soffrono, un cristiano anche on life è chiamato ad essere il buon samaritano.

 

Jean Paul Ngendakumana

Anna Tine, pm

 

Note

[1] Catechismo della Chiesa cattolica no 28

[2] Discorso di Papa Francesco……

[3]Papa FRANCESCO, lettera enciclica sulla fratellanza umana, Fratelli tutti(3 ottobre 2020) nn 81.

[4] Pio XII, Lettera enciclica Radio, cinema, Televisione,  Miranda Prorsus(8 settembre 1957),nn6.

[5] Il respiro di Dio, storie di vita consacrata, la testimonianza di Marilena Civetta in https://youtu.be/FQEqmWHyj7w,21.gennaio 2021

[6] Dodici porte, il Testamento di Giovanni Paolo II ai Giovani in https://youtu.be/cQOTYe_o7Pw, 21 gennaio 2021

 

Bibliografia

Catechismo della Chiesa Cattolica no28

Papa Francesco, Lettera enciclica sulla Fratellanza e l’amicizia sociale Fratelli Tutti, Paoline, Roma 2020

Pio xii, Lettera enciclica Cinema, Radio e Televisione Miranda Prorsus, Roma 1957

 

Sitografia

Testimonianza di Marilena Civetta in: https://youtu.be/FQEqmWHyj7w

Testamento di Giovani Paolo II ai Giovani in: https://youtu.be/cQOTYe_o7Pw

RAVAGNI Alberto, che cosa serve la preghiera? In: https://youtu.be/InP0CkEnmi4

https://m.famigliacristiana.it/articolo/papa-francesco-nessun-essere-umano-e-incompatibile-con-la-vita

Urbi et orbi del 27 marzo 2020 in: https://www.youtube.com/watch?v=N5pLQ2G8GK0

 

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