Il Beato Grimoaldo Santamaria

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Infanzia e Giovinezza

Nella città di Pontecorvo nacque alla fine del XIX secolo un bambino di nome Ferdinando Santamaria*. Era il primogenito di una famiglia di lavoratori di funi, “un mestiere che allora sembrava essere uno dei più redditizi”. Egli avrebbe dovuto ereditare il lavoro paterno, ma il Signore aveva un altro progetto nei suoi confronti. Infatti, fin da giovane Ferdinando manifestò di essere tanto speciale che una persona  del suo tempo ci ha lasciato questa testimonianza su di lui: “Era un ragazzo straordinario. Direi che esercitava le virtù in modo eccezionale. Non vi è nessun altro ragazzo simile a lui. Non si smentiva mai nella sua condotta e nel suo atteggiamento. Non si trattava soltanto di essere un buon ragazzo nel senso comune: era un giovinotto santo”. Seppur le parole su di lui siano molto forti, Ferdinando era anche un ragazzo comune che cercava di svolgere al meglio il suo ruolo di figlio e di alunno. Un elemento importantissimo nella sua crescita è dovuto alla parrocchia che fu per lui una “palestra di vita”. Difatti, Ferdinando fece un fervente cammino religioso facendosi accompagnare da varie figure di sacerdoti che lui reputava come i “padri delle anime”. In particolare, egli prese come modello del suo cammino spirituale la Beata Vergine Maria, facendo anche parte della congregazione dell’Immacolata; si ricorda di lui che “dinanzi alla statua della Vergine Immacolata in Santa Maria la Porta (oggi nella Chiesa di san Marco) passava ore in preghiera, offrendo a lei i suoi gesti di amore, i suoi propositi di bene, la sua vita”.

 

Vocazione ad essere monaco

All’età di 13 anni Ferdinando sentì maturare nel cuore la vocazione a far parte della famiglia passionista. Egli aveva conosciuto i padri passionisti a Pontecorvo poiché stavano sul Colle delle Grazie. La loro vita lo affascinò tanto da voler “essere monaco: un ideale… carico di solitudine e di vita insieme, di vita di preghiera e di silenzio, un ideale carico di Dio”. Il giovane coraggioso disse questa intenzione in famiglia e, dopo un periodo di prova con suo padre, ricevette la benedizione dei genitori per seguire il suo sogno. Ferdinando ricevette la grazia di essere bene educato da un frate passionista, soprattutto per quanto riguarda lo studio. Infine, all’età di 16 anni partì per entrare in convento; “Ferdinando non sarebbe più tornato a Pontecorvo, almeno da vivo: egli era deciso a non tornare più indietro per nessun motivo al mondo”.

 

Vita da frate passionista

Con tanta gioia Ferdinando entrò tra i passionisti e decise di chiamarsi “Grimoaldo della Purificazione”. Questo nome ci riporta alla bella figura di san Grimoaldo, prete di Pontecorvo del XII secolo, e alla figura di Maria che presenta Gesù al Tempio. Il nostro caro beato visse con impegno l’anno di noviziato: egli “si era posto in linea alla vita passionista e… cercava di compiere in se stesso quella «spoliazione» per rassomigliare sempre più a Cristo Crocifisso”. Grimoaldo camminò spedito verso la via della santità nella vita religiosa sull’esempio di san Gabriele dell’Addolorata e, dopo aver professato i voti da passionista, si distinse per il suo ardente amore. Egli fu studente esemplare, obbediente ai superiori, caritatevole con i confratelli, adoratore assiduo di Gesù Sacramentato, impegnato nella penitenza, “fedele nelle piccole cose”, “cultore della povertà”, “solerte innamorato di Maria”.

 

 Passaggio alla vita eterna

Quando Ferdinando ebbe 22 anni incorse in una grave malattia che lo portò ad “un’agonia che durò ben 18 giorni, durante la quale Grimoaldo rivelò una statura forte di spirito”. Nel pomeriggio del suo trapasso disse di vedere “Sua Maestà Divina” e previde la sua morte in giornata. Infine, dopo aver preso i Sacramenti disse sorridendo che era contentissimo di poter fare la volontà di Dio e in serata morì.

 

*Fonte dell’articolo: P. Mirra, Beato Grimoaldo Santamaria, San Gabriele Edizioni, S. Gabriele (Te) 20102…                                                                                     …In corsivo verranno citatile parole prese direttamente dal libro.

 

Anagni, 5 giugno 2018                                                                                           Flavio Emanuele

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