INTERPRETARE – Sulla utilità della PASTORALE DIGITALE

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                          Sulla utilità della PASTORALE DIGITALE

             INTERPRETARE

              La Pastorale Digitale, in quanto dimensione della vita onlife e nonostante le sfide sia quelle che abbiamo indicate ossia quelle non indicate, rimane importante per potere affrontare il mondo di oggi ma anche quello di domani. Lo si capisce quando si esperimenta l’utilità dell’uso di questi mezzi di comunicazione che tecnologicamente troviamo nella vita quotidiana e che cambiano di giorno in giorno le nostre relazioni. La vita cristiana che si vive in Chiesa ci propone sempre una testimonianza di fede per attirare le persone a Cristo. Ora, questa dimensione fisica non basta solo, occorre fare un altro passo promuovendo l’incontro per la pastorale digitale e approfondire la nostra maniera di comunicare. In questo processo, interpretiamo i vari ascolti del primo gruppo in due tappe che riteniamo come rilevante.

Innanzitutto, occorre pensare a superare il limite di pensare che sempre si può incontrare le persone solo fisicamente. Ciò vuol dire che c’è il bisogno di tenere sempre insieme le due dimensioni: il contatto fisico che comporta la testimonianza di vita ma anche il contatto digitale per arrivare o raggiungere le persone dappertutto siano e in quanto sia possibile. La Parola di Dio che sorregge questa idea è ciò che Gesù ha detto: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.” (Mc 16,15) Gesù ci ha comandato di proclamare il Vangelo ma non ci ha imposto il come farlo. Si può capire che nel proclamare, si intende anche il diffondere con i mezzi che si ha. Così diventa facile includere anche la Pastorale Digitale.

Inoltre, Gesù si avvicinò e disse ai suoi apostoli: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,18-20). Questo comando del Signore non può tralasciare nessuno o dimenticare quelle regioni lontane che, per una ragione o un’altra, si può raggiungere collegandosi in rete. Di conseguenza, il rapporto tra il fisico e il digitale diventa chiaro, cioè la pastorale digitale potrebbe diventare in alcuni casi il primo annuncio che provoca il primo contatto che conduce alla conversione delle persone.

Nonostante ciò, bisogna bene sapere gestire questi nuovi mezzi per potere rispondere efficacemente alle domande di chi è toccato dal messaggio in vista di aiutarlo a procedere con la sua conversione al messaggio evangelico. Infatti Gesù chiede ai suoi discepoli di stare prudenti come i serpenti e semplici come le colombe nella predicazione (Mt 10,16). Da questo, si capisce che con questa pastorale digitale è sempre raccomandata la prudenza e la semplicità. Ciò per portare la luce alla grande sfida del rischio di immergersi nell’uso ignorante di questi nuovi mezzi di comunicazione.

In secondo luogo, bisogna un altro passo cioè potere comunicare bene e efficacemente: ogni epoca ha la sua maniera di comunicare e si cerca sempre a fare pervenire la buona notizia a tutti in modo adattato. L’esempio di san Paolo ad Atena ci illumina molto. Quando egli annunciava la Parola di Dio lo faceva in modo adattato a ogni gruppo sia nella sinagoga con i Giudei e i pagani credenti in Dio, sia sulla piazza principale con quelli che incontrava e, in modo ancora specifico, con i filosofi epicurei e stoici all’Areopago. (At 17,16-34) Si capisce che san Paolo si rivolgeva alle persone fisiche ma lo sappiamo bene che scriveva anche per altre persone lontane, così la sua attività evangelizzatrice non veniva meno.

Nell’epoca che è la nostra, si può rimanere fisicamente con i parrocchiani e rivolgersi alle persone lontane con la pastorale digitale. Come già lo intendeva il santo Papa Giovanni Paulo II nel suo messaggio sulla comunicazione sociale nel 1996. Diceva infatti, “I mass media (stampa, cinema, radio, televisione, industria musicale, reti informatiche), rappresentano il moderno areopago dove le informazioni si ricevono e si trasmettono rapidamente ad un “audience” universale, dove vengono scambiate idee, dove si forgiano comportamenti e dove di fatto va delineandosi una nuova cultura. Essi sono quindi destinati ad esercitare una potente influenza nel far si che la società riconosca ed apprezzi non solo i diritti ma anche le specifiche qualità delle donne”[1].

 

IL VANGELO DAPPERTUTTO

Nella stessa linea, troviamo l’incoraggiamento del Pontefice emerito il santo Padre Benedetto XVI, quando si esprimeva nel 2013: “Lo sviluppo delle reti sociali richiede impegno: le persone sono coinvolte nel costruire relazioni e trovare amicizia, nel cercare risposte alle loro domande, nel divertirsi, ma anche nell’essere stimolati intellettualmente e nel condividere competenze e conoscenze. I network diventano così, sempre di più, parte del tessuto stesso della società in quanto uniscono le persone sulla base di questi bisogni fondamentali. Le reti sociali sono dunque alimentate da aspirazioni radicate nel cuore dell’uomo”[2].

 

In conclusione, impegnandoci su questa via, possiamo fare nostro il cammino tracciato da Papa Francesco di continuare a sfruttare la dimensione dei tre verbi cioè andare, vedere[3] ciò che si vive nella pastorale digitale e potere ascoltare con il cuore[4] le persone bisognose, proiettando anche il nostro impegno quotidiano sull’utilità della Pastorale digitale in modo partecipativo e sinodale. Così, in fine dei conti, ritroviamo la chiamata di Gesù di proclamare a tutti il Vangelo per proporgli di aver la vita e la vita piena.

 

[1] Giovanni-Paolo ii, Messaggio per la 30ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali “I media: moderno areopago per la promozione della donna nella società”, il 19 maggio 1996.

[2] Benedetto xvi, Messaggio per la 47ma giornata delle comunicazioni sociali “Reti sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione”, Rome il 12 maggio 2013.

[3] Cf. Francesco, Messaggio per la 55ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali “Vieni et vedi” (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono, Roma, il 23 gennaio 2021.

[4] Cf. Francesco, Messaggio per la 56ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali “Ascoltare con l’orecchio del cuore”, Roma, il 24 gennaio 2022.

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Categories: Cammino Sinodale sulla Pastorale Digitale

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