La comunicazione ha conosciuto numerose fasi di sviluppo e innovazione come il nostro tempo stesso testimonia. La invenzioni tecniche nell’ambito della comunicazione sono molto frequenti: una dopo l’altra permettono di trasmettere informazione in un modo più veloce ed efficiente. In un istante è possibile aver accesso ad un grande numero di destinatari attraverso i mezzi di comunicazione sociali.
La vocazione dell’uomo è quella di essere in relazione e quindi, il comunicare fa parte della vita umana. I mezzi di comunicazione sviluppati lungo la storia non sono creati dal nulla perché l’uomo non è capace di creare niente dal nulla. Perciò possiamo dire che questi mezzi sono sviluppati da potenzialità già esistenti e quindi elaborati da capacità umane dono di Dio. Il decreto conciliare sulla comunicazione sociale Inter mirifica afferma che questi strumenti, se bene adoperati, offrono all’uomo un vantaggio nell’annuncio del regno di Dio. Il modo in cui questi mezzi sono utilizzati è la misura della loro autenticità, infatti i mezzi di comunicazione sociale possono condurre il mondo al bene oppure alla rovina. Questo fatto è evidente oggi perché spesso ci ritroviamo a leggere o ad ascoltare delle propagande che alla fine conducono il mondo alla via dell’odio e della discordia. È tuttavia vero anche che i mezzi di comunicazione sociale sono utilizzati oggi per portare la buona notizia, promuovere la pace e costruire armonia dove regna l’odio.
La responsabilità della persona che utilizza questi mezzi è un impegno verso il bene comune, che guida alla ricerca continua della comunicazione della verità. Solo la verità che ci farà liberi (cfr Gv 8,32). La Chiesa oggi ha bisogno di continuare ad utilizzare la comunicazione sociale per portare la buona notizia a tutte le nazioni. Questo si applica nella concezione della nuova evangelizzazione che mostra la sensibilità della Chiesa di camminare con l’umanità.
Fu Papa Giovanni Paolo II ad usare per primo l’espressione “Nuova evangelizzazione” in un’omelia, Sabato 9 Giugno 1979 durante la sua prima visita in Polonia a Nowa Huta: “Là dove si innalza la croce sorge il segno che v’è giunta ormai la Buona Novella della salvezza dell’uomo mediante l’Amore. Là dove si innalza la croce, v’è il segno che è iniziata l’evangelizzazione […] Con essa abbiamo ricevuto un segno, che cioè alla soglia del nuovo millennio – in questi nuovi tempi, in queste nuove condizioni di vita – torna ad essere annunziato il Vangelo. È iniziata una nuova evangelizzazione, quasi si trattasse di un secondo annuncio, anche se in realtà è sempre lo stesso”.
La nuova evangelizzazione non è una “re-evangelizzazione”, come se il vangelo non fosse stato annunciato da più di 2000 anni. La nuova evangelizzazione è la risposta alla sfida del mondo secolarizzato e post-secolarizzato.
Una nuova epoca di annuncio del Vangelo è essenziale non solo perché, dopo duemila anni, una grande parte della famiglia umana ancora non riconosce Cristo, ma anche perché la situazione in cui la Chiesa e il mondo si trovano, alle soglie del nuovo millennio, presenta particolari sfide alla fede religiosa e alle verità morali che discendono da essa. Vi è una tendenza pressoché ovunque a costruire il progresso e la prosperità senza riferimenti a Dio e a ridurre la dimensione religiosa della persona alla sfera privata. La società, separata dalle più fondamentali verità che riguardano l’uomo, e specificamente la sua relazione con il Creatore e con la redenzione realizzata da Cristo nello Spirito Santo, può soltanto smarrire sempre più le vere sorgenti della vita, dell’amore e della felicità.
Il quarto capitolo dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium è dedicato alla riflessione sulla dimensione sociale dell’evangelizzazione. Un tema caro a Papa Francesco perché “se questa dimensione non viene debitamente esplicitata, si corre sempre il rischio di sfigurare il significato autentico e integrale della missione evangelizzatrice”. È il grande tema del legame tra l’annuncio del Vangelo e la promozione della vita umana in tutte le sue espressioni. Una promozione integrale di ogni persona che impedisce di rinchiudere la religione come un fatto privato senza alcuna incidenza nella vita sociale e pubblica, infatti una “fede autentica implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo”.
Questo compito così grande e caro alla Chiesa può essere portato avanti e comunicato attraverso l’uso dei mezzi di comunicazione sociale. Pertanto è importante che tutti i collaboratori dell’annuncio del Vangelo siano formati nel campo della comunicazione sociale, almeno formati all’uso della comunicazione sociale, perché non tutti devono essere tecnici di scienza informatica. I mezzi come Twitter, Facebook, Instagram, siti web ecc. sono luoghi di ‘incontro’ di una massa di gente che cerca la verità. A volte trovano purtroppo anche “fake news”: bisogna quindi che ci siano forti comunicatori della verità che sappiano portare la vera luce tra le falsità e gli inganni.
La comunicazione sociale e la nuova evangelizzazione sono inseparabile oggi. Il corso che abbiamo frequentata questo semestre è molto importante perché serve a preparare e facilitare questa possibilità di poter portare la nuova evangelizzazione a tutti usando i nuovi mezzi di comunicazione. Cioè la comunicazione ci dà la possibilità di imparare e utilizzare questi nuovi strumenti, ma senza mai rinunciare alla nostra parola evangelica. Così dall’inizzio del progetto di Dio, la comunicazione è una modalità essenziale per vivere in società. Nella fedeltà alla logica di Dio la comunicazione diventa luogo per esprimere la propria responsabilità nella ricerca della verità e nella costruzione del bene.
Così anche oggi attraverso i mezzi di comunicazione sociale, possiamo annunziare con perseveranza la verità nella sua pienezza, creando una maggiore vicinanza e affetto, ma senza mai dimenticare l’importanza della Parola e delle nostra testimonianza.