L’intelligenza artificiale e la posizione della Chiesa rispetto a questa nuova sfida tecnologica.

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L’intelligenza artificiale, oggi più che mai, è un argomento di cui non si può fare a meno di parlare. La Chiesa, sempre attenta alle nuove sfide tecnologiche, se ne sta occupando in maniera piuttosto attiva. Facendo un passo indietro nel tempo, e rileggendo i passi dell’introduzione del decreto conciliare Inter Mirifica, ci si rende conto di quanto il tema della comunicazione di massa e i suoi mezzi, siano stati sempre di grande interesse e di grande preoccupazione per essa. Sono trascorsi circa 60 anni dal Concilio, i mezzi di comunicazione sono totalmente cambiati, ma non cambia l’approccio dell’uomo rispetto a questi strumenti. La Chiesa è stata sempre tecnologicamente al passo con i tempi, Nel 1931 Radio Vaticana, trasmetteva per la prima volta con un annunciatore d’eccezione, Guglielmo Marconi, l’inventore della radio. Per la prima volta un Pontefice, Pio XI, dal Vaticano, arrivò fino ai confini del mondo, seduto su di una sedia. Sono gli anni in cui le prime radio compaiono nelle case. Da quel momento in poi l’annuncio del Vangelo non ha più limiti territoriali, può arrivare ovunque, attraverso un microfono. Qualcosa che per l’epoca è sconvolgente, per noi oggi è semplicemente normale, come l’utilizzo che ne facciamo senza meravigliarci più. E’ proprio in virtù del riconoscimento della potenza di questi primi mezzi di comunicazione, in seguito arriverà anche la televisione, che il Concilio ritiene opportuno occuparsene, lasciandoci queste parole:

La Chiesa nostra madre riconosce che questi strumenti se ben adoperati, offrono al genere umano grandi vantaggi, perchè contribuiscono efficacemente a sollevare ed arricchire lo spirito, nonché a diffondere e a consolidare il regno di Dio. Ma essa sa che pure l’uomo può adoperarli contro i disegni del Creatore e volgerli a propria rovina.

Quanta attualità c’è in queste parole? Direi moltissima, è la preoccupazione di ognuno di noi, con terminologie diverse e declinazioni diverse, ma sempre e comunque presenti nella coscienza dell’uomo. Sto facendo bene? E’ questa la strada giusta? Molto spesso però queste domande vengono dimenticate da coloro che di questa tecnologia ne hanno le redini e la produzione. Il tornaconto economico e la spinta a spostare l’asticella sempre un po’ più in alto, per poter essere i primi, spesso è la loro unica preoccupazione.

Noi invece che ne facciamo utilizzo, siamo sempre più assuefatti da queste nuove tecnologie, affascinati dalla loro facilità di utilizzo, tanto da non renderci conto di cosa ci sia dietro. L’AI, di cui tanto oggi sentiamo parlare, non è altro che il frutto di algoritmi che l’uomo ha sempre calcolato con la sua mente, utilizzando il ragionamento ed impegnandosi nella soluzione. L’innovazione sta nell’aver portato le macchine a far questi calcoli, riproducendo i passaggi che il ragionamento compie per giungere al risultato. Quindi di cosa stiamo parlando? Di qualcosa di artificiale che sostituisce funzioni umane. E’ proprio da qui che si deve partire. Quanto può essere utile questo sforzo per creare queste nuove tecnologie e quanto può essere dannoso a livello comunicativo e sociale il loro cattivo utilizzo?

La tecnologia è da sempre parte integrante della pastorale, rimanendo al passo con il suo sviluppo, utilizzando nuovi strumenti a disposizione per essere sempre presenti sul territorio e nelle comunità.

Oggi più che mai, se non si vuole essere tagliati fuori, ci si vede impegnati con il digitale, che è il mezzo di comunicazione più immediato ed eletto dalla maggior parte delle persone. Di contro possiamo renderci conto di quanto possa essere facile far passare messaggi totalmente fuorvianti, magari veicolati da personaggi influenti e riconosciuti, semplicemente ricreandone un clone digitale. Sono degenerazioni, che sempre più spesso ritroviamo scrollando le pagine dei social, che soltanto prestando una buona attenzione si possono riconoscere come false. L’evoluzione sempre più veloce di questi sistemi, porterà le piattaforme digitali a dover affiancare alle piattaforme di comunicazione di massa, strumenti che possano aiutare l’utente ha riconoscere i contenuti. Nel 2023 si è tenuto, alla Corte dei gentili, struttura del Pontificio Consiglio della Cultura e del dicastero della Santa Sede, guidato dal Cardinale Ravasi, un incontro sulle nuove sfide della tecnologia. La Corte dei gentili, è uno di quei luoghi dove trovano posto varie correnti di pensiero, un posto dove credenti e non credenti possono confrontarsi su temi cari ad entrambe le parti. Da questo incontro sono venute fuori begli spunti di riflessione per coloro che queste sfide le mettono in campo ogni giorno. Sia il cardinale Ravasi che il giurista Giuliano Amato sono concordi sull’importanza della coscienza, ammettendo che il limite si è spostato molto in avanti, ma che non deve essere mai sormontato. Giuliano Amato definisce questo limite “Colonne d’Ercole” un richiamo che ci riporta indietro nel tempo, quel limite della conoscenza oltre la quale non si dovrebbe andare. L’uomo è sempre e comunque un passo avanti. L’IA può basare i suoi calcoli solo su ciò che è già stato, ma l’uomo ha come sua caratteristica la genialità delle nuove invenzioni che solo la creatività della mente umana può rendere reali. Per Ravasi espressione di questo concetto è l’intervento di Steve Jobs che parlando agli studenti di Stanford nel 2005 li esortava così: «sognare per il futuro l’avvento di ingegneri rinascimentali come Leonardo Da Vinci in grado di essere sia uno straordinario tecnico che un sublime artista, coniugando insieme tecnica e umanesimo».

Ci troviamo quindi a dover essere consapevoli di quanto il nostro contributo possa essere importante ai fini di nuovi sviluppi e alla ricerca sempre più avanzata di queste tecnologie, l’IA ha sempre e comunque bisogno dell’uomo per progredire, ed è proprio quest’uomo che di fronte a delle scelte e a nuove prospettive, deve mettere avanti il benessere della società e non del singolo. Le nuove tecnologie devono essere utili al miglioramento delle condizioni umane e sociali di ognuno, quindi devono avere sempre più un carattere di inclusività. E’ proprio in questa prospettiva che la digitalizzazione della pastorale e l’uso dell’IA possono convivere e dare al mondo quella spinta in più verso un’umanità migliore, partendo dall’universalità e inclusività del messaggio evangelico.

Per la prima, in questo 2024, un Pontefice ha partecipato al G7, proprio in occasione della giornata in cui all’ordine del giorno c’era l’IA. La posizione della Chiesa, appare piuttosto chiara, anzi per meglio dire il pensiero del Papa che la rappresenta. Il suo invito da parte dei leader mondiali aveva come finalità proprio quella di ascoltare una voce fuori dal coro e dagli interessi di parte. Papa Francesco è un uomo del nostro tempo, perfettamente consapevole di quanto sia importante l’evoluzione tecnologica e scientifica siano fondamentali per l’umanità. Ciò che ha ribadito, sono le opportunità che ci offre l’AI ma anche i rischi che si corrono se se ne fa un cattivo uso, primo fra tutti la perdita della libertà e della dignità dell’uomo, per il quale deve rimanere prioritaria la capacità e soprattutto la volontà di prendere l’ultima decisione. Non dobbiamo e non possiamo permettere a delle macchine macchine di prendere delle decisioni per noi. Lo sviluppo di certi strumenti deve essere sempre subordinato all’etica, a quei valori condivisi che ci permettono di fare comunità. Una macchina tiene conto solamente di ragionamenti logici, totalmente privi di empatia e coscienza. Non bisogna demonizzare la tecnologia, anzi bisogna tornare a quella sana collaborazione tra scienza e fede, che permette di avanzare senza mai perdere di vista i valori fondamentali portatori di beneficio per la persona. Il Papa ha esortato la politica a non essere indifferente a questi nuovi fenomeni, a rimanere vigile nei confronti di un eventuale dittatura tecnologica e lavorare di più per sviluppare quel pensiero critico che può essere il mezzo con il quale si può istruire l’IA in favore del bene comune.

Emanuela Bracaglia

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Policy e liberatorie

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SITOGRAFIA   

MARZIO BARTOLONI, L’intelligenza artificiale? ” Non bisogna averne paura, l’uomo non supererà le colonne di Ercole” (03 maggio 2023) in: https://www.ilsole24ore.com/art/l-intelligenza-artificiale-non-bisogna-averne-paura-l-uomo-non-superera-colonne-d-ercole-AEFveCPD

DAVIDE BENNATO, Notizie vere o fake? Con l’IA sempre più difficile orientarci nell’informazione, (12 settembre 2023), in:https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/notizie-vere-o-fake-con-lia-sempre-piu-difficile-orientarci-nellinformazione/  

ROBERTO MONTOYA, La storica presenza di Papa Francesco al G7: ” l’AI sia sempre ordinata al bene di ogni essere umano” (14 giugno 2024) in: https://www.rainews.it/articoli/2024/06/la-storica-presenza-di-papa-francesco-al-g7–l-ai-sia-sempre-ordinata-al-bene-di-ogni-essere-umano-c5cc08ba-451d-4203-860a-208722339b2b.html

 

 

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