TECNOLOGIE E STUDENTI NAI NELLE SCUOLE

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E’ necessario descrivere una realtà che è sempre più vicina e predominante nella nostra vita quotidiana, come anche nelle scuole in cui si insegna. Una realtà che ci dimostra come la didattica-digitale e tutte le strumentazioni tecnologiche siano divenute essenziali per stimolare l’interazione, l’attenzione, la curiosità degli studenti e che, in particolari circostanze, sono l’unica risorsa utile per poter stabilire un dialogo ed una relazione con gli alunni che si interfacciano con l’attuale vita scolastica, considerando i grandi cambiamenti del periodo storico al quale siamo sottoposti.
Tutto è divenuto alla portata di tutti in un solo click, ci si rende conto della necessità di avere uno smartphone, un device, un tablet, un pc dunque strumenti che per noi insegnanti e per gli studenti grandi e piccini, sono divenuti essenziali per svolgere qualsiasi tipo di attività. Questo svela come sia divenuto necessario essere all’altezza delle aspettative e delle conoscenze tecnologiche, di un mondo che si estende su piattaforme e spazi misurabili in Mega-bite o Giga-bite e su velocità di linee Wi-Fi che ci richiedono costantemente una risposta rapida per poter essere al passo con i tempi. Bisogna imparare a guardare un fenomeno da più prospettive per comprenderne e apprezzarne le qualità ed eventualmente considerarne le possibili criticità, dunque una prospettiva univoca ci porterebbe a considerare questo fenomeno secondo un atteggiamento di chiusura, rifiutando la necessaria apertura con cui siamo invitati a rispondere. Il digital learning non può essere compreso e apprezzato se si considerano gli standard e le categorie classiche d’insegnamento. Apparentemente potrebbe risultare deperimento o addirittura impoverimento delle attività didattiche non considerando però uno degli aspetti fondamentali della scuola digitale: ci permette di entrare in comunicazione e interconnessione con studenti di altre culture, i cosiddetti studenti NAI, studenti stranieri neo-arrivati in Italia, considerati studenti BES (bisogni educativi speciali).
Progettare una scuola inclusiva ci porta parallelamente a considerare la necessità di servirsi di strumenti, piattaforme e comunicazioni digitali che mostrano come si possa ridurre la distanza culturale, religiosa e sociale. Non bisogna quindi vedere il “digital” come un male di cui doversi al più presto liberare, ma come un grande mezzo messo a nostra disposizione per favorire le condizioni apprenditive di coloro che hanno difficoltà, che hanno bisogni speciali (BES) e per coloro che scappano da guerre e si rifugiano nelle nostre scuole.

Proviamo a riflettere su come possiamo relazionarci con uno studente straniero rifugiato nel nostro paese.

LIMITI E POSSIBILI SOLUZIONI

Sappiamo che oggi accogliere un ragazzo o una ragazza di un’altra nazionalità comporta la necessità di essere pronti ad introdurre misure apprenditive, compensative e dispensative che forniscano allo studente non solo una tranquillità e serenità all’interno del gruppo classe ma che abbia la possibilità di metterlo in relazione con compagni ed insegnanti, dove però la difficoltà linguistica diventa una barriera insormontabile se dovessimo pensare ad una scuola fatta di dizionari e libri cartacei.
Ad oggi nella scuola sono presenti ragazzi e ragazze stranieri provenienti da paesi come il Pakistan con la loro lingua Urdu, lingua che a livello grammaticale e strutturale è analoga a quella della lingua hindi in cui la differenza sostanziale è a livello grafico, infatti mentre l’hindi ricorre all’alfabeto devanagari, l’urdu utilizza i segni grafici arabo-persiani.
Altri provenienti dal Marocco in cui la lingua parlata e scritta è l’arabo fatto di simboli calligrafici e suoni lontani dalle lingue neo-latine oppure rifugiati provenienti dall’Ucraina con il loro alfabeto cirillico che nell’immediato devono riuscire a superare non solo la disperazione di essere fuggiti da zone di guerra, ma necessariamente essere inseriti in un ambiente scolastico in cui il limite della lingua diventa un ulteriore disagio da affrontare.

Come ci si relaziona con questa multiculturalità nelle scuole?
Per prima cosa si cerca di dotare gli alunni di tablet o pc. Si riesce così ad avere un mezzo che, tramite le piattaforme di traduzione, può permettere la rapida comunicazione con i compagni e con gli insegnanti. Nel caso in cui le lingue utilizzino simbologie ed alfabeti differenti dal nostro (come nel caso della simbologia delle lingue Urdu, Arabo e Cirillico) il primo ostacolo potrebbero essere le tastiere dei nostri computer, mentre attraverso l’utilizzo delle piattaforme di traduzione diventa veramente molto facile cambiare rapidamente tastiera e permettere ai ragazzi di potersi esprimere liberamente comunicando i loro bisogni, soprattutto quando in molti casi non c’è la possibilità di comunicare tramite lingue straniere comuni come l’inglese o il francese. A tutte queste prime apparenti difficoltà si può rimediare con programmi che prevedono traduzioni immersive di interi testi e che possono garantire anche la possibilità di un aiuto vocale che suggerisca loro la corretta pronuncia dei termini. Diventa possibile condividere file, esercizi di pronuncia vocale su piattaforme digitali scolastiche potendo rendere questi ragazzi totalmente autonomi nella gestione delle applicazioni. Tutto il materiale digitale può essere istantaneamente condiviso con l’intera classe grazie alle LIM (Lavagna Multimediale Interattiva) installate nelle aule, che permettono la condivisione simultanea del file. Diventa a questo punto necessaria la formazione dei docenti nell’utilizzo delle attrezzature per rendere sempre migliori le opportunità di utilizzo dei mezzi didattici tecnologici. Vengono messi in rete video tutorial sull’utilizzo di mezzi che permettano di elaborare file didattici modificabili e audio-riproducibili nelle varie lingue https://www.youtube.com/watch?v=q4aMiA-6vqM&t=619s.

 

RICERCHE E MEZZI

Questi strumenti possono essere facilmente sfruttabili tramite le lavagne digitali, già presenti da tempo nelle nostre scuole, che tramite il loro naturale collegamento con PC, rendono accessibile l’attività didattica senza creare una differenziazione massiva nelle attività che relegherebbero lo studente NAI  in disparte, ciò invece permette di rendere partecipi tutti gli studenti senza incentivare o alimentare la difficoltà di integrazione e comunicazione. A tal riguardo è stata condotta una ricerca da Caterina Braghin, Emanuela Cotroneo e Alessandra Giglio1, studiose nella Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli studi di Genova, che sostiene come le tecnologie didattiche favoriscono la comunicazione tra docenti e discenti di lingue e culture diverse. In una prospettiva di didattica laboratoriale, è opportuno creare uno spazio attrezzato che includa le TIC (Tecnologie per l’Informazione e la Comunicazione), grazie alle quali l’insegnante riesce più agilmente a gestire la varietà delle situazioni, le diverse necessità e i bisogni linguistici di ogni studente, che variano a seconda della loro competenza linguistica. Come sostiene la Prof.ssa Sara Ferrari “L’utilizzo della LIM, dei computer con software specifici e delle risorse offerte dal Web rende l’apprendimento più immediato e anche divertente, e ovviamente più adatto allo stile comunicativo dei giovani, compresi i NAI. L’importante, però, è fare in modo che le strumentazioni tecnologiche a disposizione non sostituiscano il grande valore della relazione umana che deve nascere e svilupparsi tra il docente e gli studenti e tra gli studenti all’interno del gruppo.”2.

La Professoressa Ferrari nell’articolo propone, in base al grado di conoscenza della lingua, una panoramica di siti Web, corsi, app e materiali interattivi adatti agli studenti per una fruizione autonoma e per efficaci attività che si possono svolgere all’interno dei laboratori scolastici, ad esempio:

CONCLUSIONE

Per una vera e propria scuola che si definisca inclusiva, dotarsi di mezzi tecnologici e di personale qualificato a livello tecnologico sembrerebbe essere una sfida ma anche un dovere, perché bisognerebbe offrire la migliore possibilità e prospettiva di insegnamento che non si lasci abbattere dalle barriere linguistiche o di culture e tradizioni anche religiose, per permettere una crescita collettiva e comunitaria, incentivando l’interculturalità.
Per terminare riportiamo le parole dell’insegnante Michela Ferrari di scuola primaria presso l’ I.C. Manzoni di Cormano, formatrice iscritta all’albo dei formatori Oppinforma che si occupa di didattica per competenze e nuove tecnologie: “Appare necessario un cambiamento dei modelli d’insegnamento che punti a promuovere sia pratiche più operative, sia un ripensamento del setting educativo finalizzato all’integrazione di spazi, tempi, regole, di percorsi di training, finalizzati alla condivisione della scelta del tipo di supporto e, soprattutto, all’acquisizione da parte degli alunni di competenze conoscitive e di gestione dello strumento, al fine di sfruttarne al meglio le potenzialità durante le attività proposte. L’insegnante dovrebbe ridurre i momenti di lezione frontale inserendo l’apprendimento cooperativo, il tutoring, l’uso condiviso e multifunzione delle TIC, la didattica metacognitiva, e proponendo materiali didattici adattati alle esigenze degli alunni. […] E’ fondamentale pensare e progettare una scuola che sia adatta e funzionale ad ogni bisogno, insomma una scuola per tutti. La pedagogia dovrebbe, in questo senso, essere funzionale alla possibilità di permettere a tutti di progredire e di poter percepire il proprio progresso.”3.

Sara Romano

 

SITOGRAFIA

http://www.youtube.com\watch?v=q4aMiA-6vqM&t=619s [ultima visualizzazione: 22 maggio 2022]

http://www.researchgate.net/publication/259658907_Le_tecnologie_didattiche_nella_classe_di_lingua_italiana_per_stranieri_Il_caso_degli_apprendenti_cinesi_del_Progetto_Marco_Polo [ultima consultazione: 22 maggio 2022]

http://icnord1brescia.edu.it/wp-content/uploads/sites/358/le-tecnologie-digitali-nella-didattica-dellitaliano-L2.pdf [ultima consultazione: 22 maggio 2022]

http://oppi.it/wp-content/uploads/2017/05/oppinfo121_051-059_michela_ferrari.pdf [ ultima consultazione: 22 maggio 2022 ]

http://www.raiscuola.rai.it/italianoperstranieri [ ultima consultazione: 22 maggio 2022]

http://parliamoitaliano.altevista.org [ ultima consultazione: 22 maggio 2022 ]

http://www.busuu.com/it [ ultima consultazione: 22 maggio 2022 ]

http://it.mondly.com [ ultima consultazione: 22 maggio 2022]

NOTE

 

  1. Rivista Tecnologie didattiche n° 44 volume 2, 2008 https://www.researchgate.net/publication/259658907_Le_tecnologie_didattiche_nella_classe_di_lingua_italiana_per_stranieri_Il_caso_degli_apprendenti_cinesi_del_Progetto_Marco_Polo
  2. https://icnord1brescia.edu.it/wp-content/uploads/sites/358/le-tecnologie-digitali-nella-didattica-dellitaliano-L2.pdf
  3. https://oppi.it/wp-content/uploads/2017/05/oppinfo121_051-059_michela_ferrari.pdf Oppinformazioni 121, 2016, 51-59

Categories: Esame Leoniano 2022

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